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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Chiude l'Opg di Reggio Emilia: 10 internati verranno trasferiti nella Rems di Casale di Mezzani

La Garante dei Diritti dei Detenuti: "Carenze ingienico-sanitarie". Dei 24 internati emiliano-romagnoli, 10 saranno trasferiti nella Rems, Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Casale di Mezzani

“L’Emili-Romagna trasferirà tutti gli internati della propria regione nel tempo previsto, e cioè entro il prossimo 31 marzo, contribuendo in maniera significativa all’effettivo superamento dell’Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Reggio Emilia, con il risultato, auspicato da tempo, che ai soggetti con patologie psichiatriche saranno garantiti maggiori diritti”. La Garante regionale dei detenuti, Desi Bruno, ha visitato l’Opg di Reggio Emilia, struttura nella quale sono state internate per anni le persone prosciolte in sede penale ma dichiarate incapaci di intendere e di volere (e quelle condannate a pena diminuita per parziale incapacità con applicazione di misura di sicurezza detentiva). 

Accompagnata dal direttore della Casa circondariale e dell’Ospedale psichiatrico giudiziario, Paolo Madonna, dal responsabile del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl di Reggio Emilia, Gaddo Maria Grassi, e dalla responsabile Ausl per il carcere, Valeria Calevro, la Garante ha verificato le condizioni ambientali interne all’Opg.

In particolare, Bruno ha riscontrato, come nella precedente visita, carenze igienico-sanitarie negli spazi riservati alle docce, con presenza di umidità sulle pareti. Ha poi rimarcato la necessità di lavori di adeguamento nei singoli spazi in cui soggiornano detenuti e internati, attualmente di 9 metri quadrati (‘grazie’ al progressivo svuotamento determinato dai provvedimenti della magistratura di sorveglianza) e privi dei servizi igienici, chiedendo inoltre il potenziamento delle attività ricreative, collegate a tipologie differenti di mansioni lavorative.

“Attraverso il lavoro degli Istituti di garanzia, in questo caso della Garante dei detenuti- afferma la presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera- l’Assemblea intende vigilare sul rispetto dei diritti di persone spesso poco considerate. Lo stesso avverrà anche nella fase che si sta aprendo, che segue la giusta chiusura degli Opg, e il passaggio da una situazione di sostanziale detenzione a una di assistenza e cura”.

Dentro l’Opg, le stanze di internati e detenuti sono disposte una di seguito all’altra ai lati di un lungo corridoio. Le porte, metalliche, sono di colore blu scuro. La disposizione delle “celle” è quella classica delle strutture penitenziarie. L’Opg reggiano è operativo dal 1991 e fino ad oggi è stato strutturato su quattro reparti cosiddetti “aperti” (ovvero interamente sanitarizzati, dove non è presente la polizia penitenziaria e le persone sono coinvolte in progetti di risocializzazione) e su una quinta sezione, la “Centauro”, soggetta a misure di vigilanza che richiedono la presenza della polizia penitenziaria vista la particolare problematicità delle persone che vi si trovano.

Il numero dei presenti è, complessivamente, di 135. Non tutti sono internati: a Reggio Emilia, unica struttura in Emilia-Romagna, ci sono anche 42 persone tra detenuti con infermità psichica sopravvenuta durante l’esecuzione della pena (art. 148 del Codice penale) e detenuti minorati psichici (art. 212), di cui 8 emiliano-romagnoli, che rimarranno per il momento nella struttura dell’Opg, mentre la popolazione residua di effettivi internati è destinata ad essere presa in carico dai territori di provenienza.

I 24 internati emiliano-romagnoli sono infatti le persone presenti nella struttura che dal 1^ aprile, con la chiusura dell’Opg, verranno prese in carico dal sistema sanitario regionale. I residenti di altre regioni verranno trasferiti in istituti nei territori di appartenenza non appena le loro regioni daranno la disponibilità ad accoglierli. Si tratta di questione irrisolta, dal momento che ancora nulla si sa a proposito dei 35 internati del Veneto.

Dei 24 internati emiliano-romagnoli, 10 saranno trasferiti nella Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Casale di Mezzani (in provincia di Parma), mentre i restanti 14 (comprese le 3 donne attualmente ricoverate nell’Opg reggiano) nella Rems ‘Casa degli svizzeri’ di Bologna. Per tutti, si è in attesa dell’attivazione, prevista per il 2017, delle due Rems definitive a Reggio Emilia: destinate a 30 persone, le due strutture saranno organizzate secondo un modello ad alta intensità medica e riabilitativa (con spazi ricreativi e sportivi interni).

La gestione interna delle nuove strutture compete esclusivamente al personale sanitario. Solo la parte perimetrale verrà presidiata da personale adibito alla sicurezza, sulla base di specifici accordi con le Prefetture.

Desi Bruno ha rilevato anomalie nel quadro normativo di riferimento: “Il codice penale prevede ancora misure di natura detentiva destinate a persone incapaci di intendere e di volere, anche parzialmente. E questa è senza dubbio una questione che va risolta per armonizzarla con la previsione del superamento degli Opg”.

Da parte sua, Gaddo Maria Grassi ha invece posto l’accento sull’incongruenza di curare all’interno dell’Opg soggetti incompatibili con il regime carcerario: “Si tratta di persone per le quali sono previste misure di sicurezza, e anche detentive, ma che devono essere affidate ai dipartimenti di salute mentale”. E resta aperto il problema del coordinamento interregionale, per risolvere la questione degli internati non residenti in Emilia-Romagna: “Aspettiamo di sapere dalle altre regioni di provenienza delle persone attualmente in Opg quale sarà il loro destino”.

Per la gestione di chi rimarrà nell’Opg anche dopo il 31 marzo, il direttore, Paolo Madonna, ha chiarito di attendere disposizione dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

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