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Cronaca Collecchio

Parmalat, interrogazione al Ministro: "Non è chiaro il progetto industriale"

Interpellanza dei deputati del Pd Carmen Motta e Gianluca Benemati su Lactalis, Passera dovrà rispondere in Aula: "I sindacati hanno espresso preoccupazione, previsti la mobilità per 123 lavoratori"

Un'interpellanza urgente presso la Camera dei Deputati che impegna il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera ad una celere risposta in Aula in relazione alla situazione Parmalat e sugli ultimi pesanti sviluppi che riguardano l'Azienda: l'hanno presentata in questi giorni i deputati del PD Gianluca Benamati e Carmen Motta, insieme ai colleghi Tullo, Rossa, Duilio e Ventura.

L'interpellanza fa seguito alle precedenti interrogazioni, presentate a gennaio e a giugno, e si focalizza sugli aspetti organizzativi del gruppo, oltre che sulle operazioni finanziarie che hanno coinvolto l'azienda di Collecchio nell'acquisto della controllata americana di Lactalis, un'operazione infragruppo per la quale la Consob proprio pochi giorni fa ha trasmesso alla procura di Parma una nota tecnica riguardante gli aspetti più controversi della vicenda.

"Ad oggi - sottolineano i deputati - non è ben chiaro quale sia il progetto industriale di Lactalis per Parmalat, mentre le rappresentanze sindacali hanno espresso preoccupazione per il futuro di un patrimonio produttivo e occupazionale che va salvaguardato principalmente nel perimetro industriale italiano. Il gruppo Lactalis sembra disattendere gli impegni per uno sviluppo di Parmalat attraverso la crescita delle sue aree di attività: infatti il piano industriale recentemente presentato alle organizzazioni sindacali sembra essere maggiormente caratterizzato da significative contrazioni di attività e da tagli delle proposte di sviluppo".

Eppure, ricordano gli interpellanti, al momento dell'acquisizione di Parmalat da parte di Lactalis il prospetto di legge collegato all'offerta pubblica di acquisto manifestava chiaramente la volontà che Parmalat si trasformasse nel gigante europeo del latte che potenzialmente era, con uno sviluppo strategico di settore, sviluppando le caratteristiche industriali del gruppo in Italia. "Invece, proprio in questi giorni i vertici di Parmalat hanno deciso la dismissione dello stabilimento di Genova, riconfermato in una riunione con la regione Liguria il 24 luglio, dove vengono meno anche gli impegni assunti a suo tempo con le amministrazioni locali e le parti sociali.

Lo stabilimento di Genova, che opera da circa 80 anni, occupa attualmente 63 lavoratori, a cui si aggiungono i dipendenti della cooperativa Casoria e oltre 150 allevatori che conferiscono il latte alla centrale. Problemi simili riguarderebbero anche gli stabilimenti di Pavia e Como, mentre a Collecchio sarebbero 30 i lavoratori considerati in esubero e sarebbe in previsione una pesante riorganizzazione entro la fine dell'anno.

"Le trattative tra rappresentanze sindacali e Azienda, avviate a Parma nei giorni 24 e 25 luglio - ricordano i deputati - sembrano evolvere in maniera negativa anche per l'area di Collecchio, nel parmense: è prevista la mobilità per 123 lavoratori. Di fronte a questa situazione non si può osservare in modo passivo. Occorre che il Governo, e il Ministro nello specifico, ci dicano quale sia il reale stato della situazione per quanto concerne Parmalat in Italia e, laddove si rendesse necessario intervenire, quali sono le misure che intende mettere in campo per garantire, nell'ambito delle sue competenze, il corretto sviluppo di un grande patrimonio industriale e tecnologico italiano, garantendo altresì, il mantenimento di adeguati livelli occupazionali".

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