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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Parmalat, acquisto di Lag. Tribunale: "Sala in contrasto con il dovere di lealtà"

Secondo la ricostruzione del Tribunale Antonio Sala e Yvon Guerim, amministratore delegato di Parmalat si inserirono nella valutazione di Lag facendola aumentare rispetto a quanto "inizialmente calcolato"

L'amministratore delegato di Parmalat, Yvon Guerin, e il consigliere Antonio Sala, entrambi espressione di Lactalis si sarebbero inseriti nella valutazione di Lag da parte di Mediobanca, advisor dei consiglieri indipendenti di Collecchio e del cda, facendola aumentare rispetto a quanto "inizialmente calcolato" da Piazzetta Cuccia. E' quanto emerge dall'ordinanza del Tribunale di Parma che ha chiesto la rimozione di Sala, su cui dovrà esprimersi l'assemblea di Parmalat venerdì prossimo, e che è stato possibile visionare.

Il 23 aprile 2012 Mediobanca valutava Lag tra i 726 e gli 838 milioni di dollari sulla base di un multiplo dell'ebitda compreso tra 7,63 e 8,81. La società verrà acquistata da Parmalat un mese dopo per 904 milioni di dollari, con un multiplo di 9,5 volte l'ebitda, "al di sopra di quelli utilizzati" da Mediobanca nei suoi 'case base' e "in posizione intermedia rispetto a quelli impiegati nel 'vendor case' (cioé di Lactalis, ndr)". Il Tribunale ha rilevato l' "anomalo intervento di esponenti del gruppo francese" verso Mediobanca "nelle trattative volte alla determinazione del corrispettivo di acquisto affinché venisse aumentato e, dunque, in senso opposto all'interesse della società di Collecchio".

La pubblicazione della ordinanza é stata chiesta a Parmalat dalla Consob ma per ora la società non ha provveduto a renderla nota. Dalle email sequestrate dalla Procura di Parma, che li ha indagati per appropriazione indebita aggravata, emerge che Sala e Guerin - scrive il Tribunale - "continuavano a rapportarsi con i funzionari della banca, i quali apportavano alcune correzioni alla valutazione formulata in prima battuta, conformandosi alle indicazioni provenienti proprio da Guerin, in ragione del ruolo apicale da lui rivestito in precedenza in Lag e della sua pregressa conoscenza del mercato di riferimento". Per il Tribunale era però "quantomeno opportuno" che Guerin, come Sala in conflitto di interessi, "evitasse il più possibile ingerenze sul meccanismo di determinazione del prezzo, peraltro tradottesi in un aumento rispetto a quello inizialmente e autonomamente calcolato" da Mediobanca.

Quanto a Sala partecipò "come rappresentante di Lactalis" agli incontri del 5 e 8 maggio 2012 tra Mediobanca e Societé Generale, advisor dei francesi. Il 7 maggio la sua insistenza spinse il responsabile della filiale parigina di Mediobanca, Vincent Marc, a scrivere all'ad Alberto Nagel, per lamentarsi "dell'atteggiamento proprio di Sala che lo aveva contattato telefonicamente quello stesso giorno e continuava a mantenere la propria posizione - secondo lo stesso Marc molto opinabile - circa il multiplo del valore" di Lag. Nagel inviò seduta stante un messaggio a Sala minacciando di rifiutare la fairness opinion "plausibilmente per la perdità di credibilità che la banca avrebbe subito, poiché evidentemente Sala esercitava pressioni affinché il multiplo in questione fosse artificiosamente aumentato contro gli interessi della società di Collecchio". "Che Sala si facesse latore degli interessi del gruppo Lactalis, d'altronde, si evince dall'oggetto del messaggio in questione ("Lactalis/Antonio Sala")", scrive il Tribunale secondo cui il consigliere "si pose in contrasto con il proprio dovere di lealtà" verso Parmalat.

L'incarico conferito dal comitato parti correlate di Parmalat a Mediobanca per assisterlo nell'acquisizione di Lag è stato un incarico doppiamente 'scontato'. Da un lato perché Piazzetta Cuccia offrì i suoi servizi ad un prezzo così basso, pari a un terzo rispetto a quello proposto da Rothschild e Hsbc, le altre due banche in corsa, da risultare "anomalo". Dall'altro perché l'esito del processo di selezione appariva, nelle email sequestrate dalla Procura di Parma, una partita già scritta. E' quanto emerge dall'ordinanza del Tribunale di Parma di cui la Consob ha chiesto a Parmalat la pubblicazione e che l'ANSA ha potuto visionare

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