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Cronaca

Parmalat, accordo con Lactalis: risparmia 130 milioni di dollari per l'acquisto

L'accordo è passato a maggioranza in Cda e nel comitato parti correlate per il voto contrario di Umberto Mosetti, numero uno di Amber in Italia e di Antonio Mastrangelo, che pretendevano che Lactalis riconoscesse a Parmalat tutti i 144 milioni di dollari

Parmalat risparmia 130 milioni di dollari per l'acquisto di Lactalis American Group. Il gruppo di Collecchio ha raggiunto un accordo con la controllante Lactalis, venditrice della società americana, per farsi restituire una parte dei 957 milioni di dollari pagati nel 2012 in una operazione in conflitto di interessi finita nel mirino della Consob prima e della magistratura poi. Il gruppo italiano aveva contestato il prezzo per Lag - calcolato sulla base dell'ebitda atteso nel 2012 - lo scorso 10 maggio dopo che le analisi dei suoi consulenti avevano appurato che il margine operativo lordo di Lag a consuntivo era stato 'gonfiato' attraverso un taglio di circa 13 milioni delle spese di marketing messe a budget per sostenere un aggressivo piano di sviluppo rimasto invece rimasto lettera morta. L'accordo è passato a maggioranza in Cda e nel comitato parti correlate per il voto contrario di Umberto Mosetti, numero uno di Amber in Italia, e del commercialista Antonio Mastrangelo, che pretendevano che Lactalis riconoscesse a Parmalat tutti i 144 milioni di dollari chiesti lo scorso 10 maggio, quando è stata avviata la procedura di contestazione. "Preso atto del parere" del comitato parti correlate, la maggioranza del cda, espressione di Lactalis, ha però deciso di accettare la proposta proveniente da Parigi.

Il prezzo finale per la società Usa è così sceso a 827 milioni di dollari (774 al netto della cassa di Lag). La rettifica è stata chiesta da Parmalat sulla base di una clausola contrattuale che le consentiva di 'sindacare' le spese di marketing. La sua attivazione è stata però preceduta da una bufera giudiziaria, innescata dalle segnalazioni della Consob alla procura di Parma sulle violazioni della normativa per le operazioni tra parti correlate, che ha portato cinque consiglieri espressione di Lactalis e il direttore generale ad essere indagati per appropriazione indebita aggravata.

Il Tribunale di Parma, rilevando il "fondato sospetto" di gravi irregolarità, ha poi nominato ai sensi dell'articolo 2409 del codice civile un commissario ad acta, per monitorare la procedura di rettifica del prezzo, ha rimosso il consigliere Marco Reboa dal comitato parti correlate e ha chiesto all'assemblea di sostituire due sindaci e il consigliere Antonio Sala, numero uno di Lactalis in Italia. Dalle indagini della Procura sono infatti emersi elementi - contestati dai consiglieri espressione di Lactalis (pende un reclamo alla corte di Appello di Bologna) - che hanno messo in dubbio l'indipendenza di Mediobanca, advisor di Parmalat ma creditore di Lactalis, e il ruolo di Reboa e di Sala, quest'ultimo particolarmente attivo - è emerso da alcune mail sequestrate - nel pressare Piazzetta Cuccia per alzare (la valutazione iniziale di Lag era tra i 600 e i 700 milioni) il prezzo della controllata americana di Lactalis, affamata di liquidità per far fronte alle scadenze del maxi-prestito per l'opa su Collecchio.

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