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Cronaca

I parmigiani si ribellano al lockdown: "Pasqua blindata? Una follia"

Cittadini e commercianti contro le nuove norme: "Ieri, in piena zona rossa i parchi erano pieni di gente: "Bloccare tutto anche per le festività non servirà a limitare il contagio"

I parmigiani, commercianti e cittadini, si ribellano alle norme imposte dall'ultimo decreto approvato dal governo Draghi che blinda Parma e provincia dal 3 al 5 aprile, in occasione delle festività pasquali. Anche se è stata introdotta la deroga per far visita ad amici e parenti molti non sono d'accordo con le nuove regole.

"Avete visto com'erano i parchi ieri, in piena zona rossa? Pieni di gente. Ditemi ora a cosa serve creare una zona rossa se poi i controlli non ci sono: in questi giorni non ne ho visto nemmeno uno. Faccia conto che mi sono spostato a Milano per lavoro e nessuno mi ha fermato, nè per strada nè in città" è questa la prima opinione che abbiamo raccolto a poche ore dall'entrata in vigore del nuovo provvedimento.

"Penso che la Pasqua blindata non sia la soluzione - sottolinea una giovane studentessa: così si abbatte solo il commercio locale e si impedisce alla gente di andare a fare un giro al parco o al fiume quando invece le aree verdi della città sono piene, anche in zona rossa". Un giovane, che fa parte di una famiglia di ristoratori, mostra il suo disappunto: "No, non sono d'accordo con il blocco anche per Pasqua. Mio padre gestisce un ristorante e i conti ormai sono in rosso: non riuscirà a riaprire, quasi sicuramente, alla fine di questa pandemia".

"Mio padre è morto a causa del Covid - ci racconta un uomo di circa 55 anni - quindi non posso essere accusato di non preoccuparmi del contagio però credo che una scelta del genere sia insensata: sarebbe stato meglio consentire alle persone di fare la classica gita di pasquetta: se vado in montagna con i miei famigliari, nella natura, non metto a rischio nessuno". 

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