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Cronaca

Nonstiamosereni. Pensionati, mercoledì mobilitazione a Milano

Anche una delegazione dei pensionati di CGIL, CISL e UIL di Parma sarà a Milano il prossimo mercoledì 5 novembre per chiedere al Governo di cambiare la Legge di stabilità e di adottare provvedimenti urgenti in materia di reddito da pensione, fisco, welfare, sanità e non autosufficienza

Nell’ambito delle iniziative di mobilitazione messe in campo dalla CGIL, le pensionate e i pensionati dello SPI provinciale parteciperanno alla manifestazione in programma il 5 novembre dalle ore 9.30 alle ore 13.30 presso il Teatro Nuovo, nel cuore di Milano, in Piazza San Babila, sotto la famosa Galleria del Toro, dove interverrà, per le conclusioni, Carla Cantone, Segretario generale Spi-Cgil.

La richiesta è quella di cambiare i provvedimenti del Governo in materia economica e sociale, ed in particolare la Legge di stabilità per il 2015, per ottenere una corretta rivalutazione delle pensioni e gli 80 Euro di riduzione delle tasse. Si tratta di momenti importanti di denuncia degli errori e delle falsità che hanno determinato l'attuale, insostenibile situazione dell'economia. Non è vero che in Italia la spesa pubblica è eccessiva, la verità è che si spende male, e non saranno tagli lineari e l’impoverimento di lavoratori e pensionati a risolvere questo problema.

Non è nemmeno vero che le riforme necessarie siano state bloccate dall'iniziativa sindacale. Negli ultimi due decenni di riforme se ne sono fatte tante: hanno peggiorato il mercato del lavoro, sconvolto il sistema previdenziale, bloccato il sistema contrattuale, disarticolato il sistema istituzionale. La verità è che non sono mancate le riforme ma le buone riforme. Che per non aggredire l'evasione fiscale si è indebolito un sistema di protezione sociale già debole nei servizi e nei sostegni ai cittadini in difficoltà.

Davvero é ora di “cambiare verso”, rilanciando un ruolo forte della pubblica amministrazione e del sistema scolastico, rafforzando i servizi sociali e sanitari (scandalosa è l'inesistenza di una politica nazionale per la non autosufficienza, il cui fondo nazionale viene ancora una volta ridotto di 100 milioni di euro, così come il fondo per le politiche sociali), riconoscendo e sviluppando le competenze dei lavoratori con il rinnovo dei loro contratti, sostenendo i redditi più modesti ed aprendo una stagione di investimenti resa possibile sia dalla modifica delle politiche europee che da una politica fiscale che chiami la ristretta minoranza che ha accumulato in questi anni una parte enorme della ricchezza del Paese ad assicurare il suo contributo.

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