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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Duemila euro per un permesso di soggiorno falso, sgominata associazione a delinquere che operava a Parma: arresti e denunce

Indagati avvocati e consulenti del lavoro: i migranti erano tenuti a pagare una quota a testa per ottenere un falso contratto di lavoro e l'assunzione in un'azienda che non esisteva

Duemila euro per ottenere un permesso di soggiorno falso, attraverso un'assunzione fittizia all'interno di un'azienda che non esisteva. Era questa la cifra che ogni migrante era tenuto a pagare per ottenere il documento necessario per rimanere sul territorio italiano. Avrebbe agito anche a Parma l'associazione per delinquere, finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sgominata dai poliziotti della Questura di Padova che hanno eseguito, nella mattinata del 27 marzo, numerose perquisizioni domiciliari - anche nella nostra città - e alcune misure cautelari disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Padova. 

Gli indagati sono professionisti, avvocati e consulenti del lavoro che, secondo l'accusa, agivano all'interno di un'associazione a delinquere. L’operazione scaturisce da un’indagine che ha portato all’iscrizione di altri 78 soggetti sul registro degli indagati, 77 dei quali di origine straniera, a vantaggio dei quali sono state presentate, in cambio di denaro, numerose richieste di rilascio di permessi di soggiorno per motivi di lavoro (in quota decreto flussi 2020) sulla base di false assunzioni in diverse aziende fittizie con sedi ed unità locali nelle province di Venezia, Rovigo e Ferrara. L’associazione criminale ha agito in Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza, Treviso, Ferrara, Parma, Ravenna e Rimini (dal 2020 ad oggi). 

Duemila euro per un permesso di soggiorno 

Ad essere individuata e scoperta, all’esito di un’attività che ha richiesto pure il ricorso alle intercettazioni telefoniche e numerosi servizi di riscontro nei territori interessati, è stata un’associazione criminale operante a Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza, Treviso, Ferrara, Parma, Ravenna e Rimini (dal 2020 ad oggi), avente quale scopo precipuo la formazione ed il rilascio, dietro pagamento di denaro (somme che si aggiravano intorno ai 2000 euro a pratica), di un numero indeterminato di atti e documenti falsi (contratti di assunzione, buste paga, ecc.) emessi per il tramite di società appositamente costituite e di fatto non operative (di cui sono risultati titolari, in epoche differenti, tre degli indagati destinatari di misura cautelare) al fine di far ottenere il rilascio od il rinnovo di permessi di soggiorno in favore di soggetti stranieri che non ne avrebbero avuto alcun titolo (77 le pratiche di rilascio di permessi di soggiorno avviate in quota decreto flussi e sanatoria 2020).

Assunzioni false e attività inesistenti 

Nessuna delle attività dichiarate (commercio all'ingrosso di carne fresca, congelata e surgelata, acquacoltura in acqua di mare, salmastra o lagunare, trattamento e rivestimento dei metalli e commercio all'ingrosso di materiali da costruzione) è risultata essere realmente svolta, ciò a fronte di 86 assunzioni operate nel 2020 ed ulteriori 88 nel 2021 (in virtù sia del decreto flussi che delle procedure di emersione).

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