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Cronaca

'Colpo di mano della Giunta': Piano Rifiuti adottato senza la discussione in Assemblea

"E' un vero e proprio colpo di mano" denuncia l'esponente dell'Idv di Parma: "Già da domani gli inceneritori dell'Emilia Romagna potranno dunque essere saturati con i rifiuti provenienti da tutta Italia"

"Con un vero e proprio colpo di mano la Giunta regionale ha adottato il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti senza la preventiva discussione in Assemblea Legislativa". Iniza così una nota di Paola Zilli dell'Italia dei Valori di Parma che da tempo denuncia la 'pericolosità' del nuovo Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti che prevede la possibilità di bruciare, in una certa quantità, anche i rifiuti speciali. Ora l'esponente dell'Idv denuncia un altro passaggio significativo. Anzi, un non passaggio. "Il Piano Rifiuti è legge -prosegue la nota- e rende lettera morta i Piani provinciali che definivano l'autosufficienza territoriale: in base al comma 2 dell'articolo 24 delle norme tecniche del nuovo Piano, con l'adozione scatta infatti il periodo di "salvaguardia", cioè una fase - che può durare fino a cinque anni secondo quanto stabilisce l'articolo 12 della legge regionale 20/2000 - in cui le previsioni dei Piani provinciali cessano di trovare applicazione". 

LA NOTA DI GABRIELE FOLLI. "Riguardo alle ultime indiscrezioni uscite a mezzo stampa sul Piano Regionale di Gestione Rifiuti, interviene l’Assessore all’Ambiente Folli. Metodo regionale di prevaricazione. “In riferimento alla nota emessa dal segretario Idv Zilli, confermiamo il modus operandi della Giunta Regionale, che sta adottando il nuovo Piano senza essere passata per una doverosa discussione in assemblea legislativa. Cosa assai grave se si pensa che un piano di questa portata coinvolgerà i cittadini emiliano-romagnoli per i prossimi 15 anni”.  Disattese le promesse di una gestione esclusivamente provinciale dei rifiuti L’assessore Folli fa anche sapere che: “Fatto ancora più grave è che il piano già da oggi sembrerebbe superare le precedenti pianificazioni provinciali, di fatto rimuovendo i vincoli su cui sono state date ampie rassicurazioni circa la provenienza dei rifiuti dal solo ambito provinciale di Parma. Adesso possiamo dirlo: sono state promesse di carta straccia. Con gli altri Comuni e l’Anci regionale abbiamo sollecitato una discussione con Bologna, che si è impegnata a valutare le nostre proposte di modifica del Piano: l’obiettivo è di ridurre il ricorso a discariche ed inceneritori”.  Piano Regionale a favore degli inceneritori. Folli poi conclude: “Il Piano Regionale così com’è stato presentato prevede un solo impianto in spegnimento tra sei anni , quando è stato ampiamente dimostrato che la riduzione degli inceneritori è possibile anche grazie all’aumento potenziale della raccolta differenziata. A Bologna chiediamo espressamente che senso ha mantenere accesi praticamente gli stessi impianti alla massima capacità, quando è chiaro ormai che già ora non ci sono abbastanza rifiuti in regione”.

"Già da domani gli inceneritori dell'Emilia Romagna -prosegue Paola Zilli- potranno dunque essere saturati con i rifiuti provenienti da tutta Italia, secondo quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 18 delle norme tecniche del nuovo Piano rifiuti, che recita come negli inceneritori della nostra regione sia "consentito trattare anche quote di rifiuti speciali nei limiti della capacità autorizzata disponibile". Un'imposizione calata all'improvviso sulla testa di cittadini e amministratori da parte della Regione Emilia Romagna, che per anni ci ha propinato slogan su concertazione, collegialità, partecipazione e condivisione

Anche nel più piccolo dei Comuni un Piano deve passare per l'adozione del Consiglio comunale, mentre la Regione ha deciso di bypassare l'Assemblea Legislativa su un argomento estremamente delicato come il Piano Rifiuti, che inciderà per anni sulla salute e sulla qualità di vita delle persone. Ci chiediamo a questo punto che senso abbia pagare così profumatamente i consiglieri regionali - rappresentanti anche delle istanze degli amministratori locali - se la Giunta decide di non coinvolgerli nelle discussioni. È chiaro una volta di più che gli interessi di Hera e Iren la fanno da padrone: chiederemo alla Regione di rinunciare a questa imposizione e di portare l'adozione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti al vaglio dell'Assemblea Legislativa, consentendo l'opportuno dibattito prima che scatti il periodo di salvaguardia". 

DE FRANCESCHI: 'E POI SAREMMO NOI GLI ANTIDEMOCRATICI?'. “Il colpo di mano di questa Giunta sul Piano rifiuti è vergognoso. Qui l’unico rifiuto che stiamo vedendo, è quello della democrazia e delle sue procedure. E saremmo noi “grillini” a voler istituire un regime? Noi gli antidemocratici? E’ proprio quello che noi vogliamo ribaltare, altroché: queste persone sono abituate a fare come vogliono, e questa prepotenza istituzionale lo dimostra. Ma stiamo scherzando? Esautorano il consiglio? Dopo mesi in cui promettono la discussione su un piano rifiuti che ci hanno consegnato per ultimi, come fossimo una ruota di scorta, annullano con una gabola legislativa la nostra possibilità di replica e soprattutto di discussione. Probabilmente sono abituati a un’opposizione inesistente, ma per quanto mi riguarda sono intenzionato a convocare lunedì una riunione dei capigruppo di opposizione e arrivare anche a gesti di ostruzionismo eclatanti. Non sono disposto a cedere di un passo su questa esautorazione del diritto di espressione. Siamo amministratori eletti, rappresentiamo cittadini e, per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle e diversamente dal Pd, anche i loro interessi. Non smettono mai di sorprenderti. Sapevo anch’io di queste intenzioni, ma il mio rispetto istituzionale assieme alla calendarizzazione in commissione dell’informativa sul Piano, mi aveva portato a pensare che ci avrebbero spiegato. Invece non hanno la minima decenza: evidentemente la commistione col Pdl inizia a dare i suoi effetti. Complimenti, una mossa degna di Berlusconi. Quello che loro temevano, e che sapevano che avevo intenzione di chiedere, è un’udienza conoscitiva, in streaming e a microfoni aperti, che li avrebbe messi in grosso imbarazzo. Ora, saltando i lavori di commissione, mettono a tacere qualunque forma di opposizione, non solo politica ma anche tecnica e dal territorio, dato che da regolamento  a queste condizioni è impossibile chiederla. Qui saltano i principi base della democrazia, non so se è chiaro. E non ho nessuna intenzione di accettarlo”

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