Vignali, la caduta dell'ex rampollo Pdl: dalle dimissioni alle manette
L'ex sindaco di Parma non era stato toccato dalle inchieste Green Money e Easy Money che colpirono i suoi più stretti collaboratori. Ora è accusato di aver sottratto soldi pubblici per finanziare la campagna elettorale del 2007 e per controllare la stampa locale
Pietro Vignali, la parabola discendente dell'ex rampollo del Pdl ed ex sindaco del Comune di Parma. Il 24 giugno del 2011 Parma si sveglia con la notizia dell'arresto di 11 persone, tra dirigenti del Comune e di Iren, che fanno tremare le stanze del potere politico ed economico cittadino. Colpiti i più stretti collaboratori di Vignali, allora sindaco in carica, quelli che lo avevano guidato in campagna elettorale. Ma lui non era stato colpito nonostante le voci che si susseguirono per un suo possibile coinvolgimento.
Dopo l'inchiesta Easy Money con l'arresto dell'assessore ai servizi educativi Bernini Vignali rassegnò le dimissioni in settembre schiacciato dagli scandali e dalla corruzione della sua giunta. Ora un altro filone di indagine è stato portato a termine dalla Guardia di Finanza e per Vignali non c'è stato scampo. L'accusa è molto pesante. Secondo l'accusa l'ex sindaco di Parma, insieme alle altre persone arrestate, avrebbe sottratto soldi pubblici per fini privati tra cui il finanziamento della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Parma del 2007.
Tra gli altri scopi della sottrazione di soldi anche la fidelizzazione della popolazione parmense e non ad un particolare "movimento" politico anche al fine di una eventuale candidatura alle successive elezioni politiche nazionali. Si parla anche di 'controllo della stampa locale'. E pensare che qualcuno, qualche giorno fa, lo aveva messo in lista tra i possibili candidati al Parmalemento per il Popolo delle Libertà, voce poi smentita dal coordinatore regianale, dal consigliere Paolo Buzzi e dallo stesso ex sindaco.
