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Cronaca

Pizzarotti risponde alla lettera di Pagliari: "Non la trovo mai dove si lavora per il nostro futuro"

"A fronte di tutto questo sostiene che bisogna battere un colpo, ma lei quanti ne ha visti battere da Roma? Crede che Parma possa risollevarsi con la sola forza del Comune e dei parmigiani?"

Il sindaco Federico Pizzarotti risponde alla lettera aperta del senatore del Pd Giorgio Pagliari. 

LA RISPOSTA DEL SINDACO.  "Caro Senatore Pagliari, rispondo volentieri alla sua lettera, perché credo che il dialogo tra Istituzioni sia il primo, essenziale passo verso il superamento di ogni problematica. Parma è una città a cui in passato è stato tolto molto e a cui oggi siamo chiamati a dare un impegno doppio, ma la crisi che sta vivendo è la stessa che vivono le altre città. Confrontandomi con altri sindaci la verità viene a galla: falliscono le imprese, o delocalizzano in cerca di un mercato del lavoro più proficuo; le tasse si alzano invece di abbassarsi; la disoccupazione è aumentata, quella giovanile è arrivata a toccare il 42%; gli investimenti sulla cultura del governo centrale sono i più bassi dell’Ue, forse perché si pensa ancora che con la “Cultura non si mangia” (e intanto crolla Pompei); la burocrazia italiana è lenta e impacciata, ed anziché agevolare le nostre aziende le strozza a suon di certificazioni o montagne di impedimenti. 

Nessuna riforma negli ultimi dieci anni. 
A fronte di tutto questo sostiene che bisogna battere un colpo, ma lei quanti ne ha visti battere da Roma? Crede che Parma possa risollevarsi con la sola forza del Comune e dei parmigiani? La crisi persiste dal 2008, mentre dal 2011 il suo partito fa parte della maggioranza di governo, da allora se ne sono succeduti ben tre. Quante riforme essenziali? Meno di zero. Cos’è stato fatto realmente per diminuire la tassazione alle imprese e al cittadino; per rilanciare l’occupazione e diminuire la spesa pubblica? Quasi dieci anni di crisi e il benché minimo straccio di una riforma essenziale: fisco, occupazione, lavoro, politiche scolastiche, pubblica amministrazione: tutte dimenticate; dal 2013 il dibattito pubblico si è solo concentrato sull’Imu (fosse il reale problema dell’Italia!), mentre in questi giorni si parla esclusivamente della Tasi, altra tassa che farete pagare ai parmigiani, l’ennesima! E a proposito di tasse: noi sindaci emiliani avevamo proposto di tassare il gioco d’azzardo e non i cittadini, ma si ricorderà bene come a Roma avevate scelto un’altra strada, votando un emendamento-vergogna grazie al quale si sarebbero ridotti i trasferimenti a quegli enti locali emananti norme restrittive contro il gioco d'azzardo.

Ha intenzione di collaborare? A lei la dimostrazione 
Sono invece numerosi i tavoli che abbiamo aperto e in cui si parla delle immediate necessità: turismo, assetto urbanistico, ambiente, commercio, rigenerazione urbana, tutte con visioni necessarie per la città: allora perché, se davvero intende collaborare, anziché scrivere lettere aperte e pubbliche non si siede ai tavoli e, come tutti, lavora assieme per il bene di Parma? La trovo spesso sui giornali attraverso dichiarazioni alla stampa, mai nelle sedi in cui si lavora per il nostro futurola incontro spesso in varie occasioni pubbliche, ma solo sul giornale la sento parlare dei problemi, peraltro senza avanzare soluzioni. Non credo che una lettera pubblica possa dimostrare il suo valore aggiunto in qualità di attenzione verso i problemi reali: lo è molto di più lavorare silenziosamente ma con costanza. 

Cos’ha fatto il Comune di Parma
Nel frattempo il ruolo del Comune di Parma è diventato quello di proteggere il tessuto sociale 
della città e per quanto possibile tutelare i propri cittadini, mettendo le toppe dove lo Stato si è reso assente, rimboccandosi le maniche senza beneficiare di alcun Salva-Roma: tolto il fallimento Spip, ha ridotto il debito pagando le imprese che da anni non venivano pagate (soldi che vanno ai lavoratori e alle loro famiglie); ha dato lavoro temporaneo a chi non lo ha più; ha consegnato alloggi di edilizia residenziale pubblica a chi non ha avuto sostegno dallo Stato; ha aumentato fino a 2.6 milioni i fondi per le famiglie che non arrivano alla fine del mese; porta avanti con fatica i cantieri sparsi per Parma, lasciati in desolazione come enormi crateri nella città; quando spende, lo fa per garantire servizi alla persona, per l’assistenza domiciliare, per gli asili e per il trasporto pubblico; quando investe, gli investimenti si traducono in riqualificazioni di parchi, strade, biblioteche e centri culturali. 

Ma fino a che punto dobbiamo spingerci prima di vedere un risanamento dal parlamento e dal governo? Dal 2007 sono 16 i miliardi che lo Stato ha prelevato ai sindaci e ai loro cittadini, soldi essenziali per i diritti minimi della persona: scuola, lavoro, famiglia, tempo libero e cultura. Eppure questo prelievo per gli italiani non si è tradotto in benefici, lei ne ha visti? Io mi accorgo che ha solo reso più difficile la vita dei cittadini e dei Comuni. A questo punto non saprei più che dire, se non chiedere quanti colpi i cittadini di Parma devono ancora battere prima che il governo si renda conto che, di colpi in canna, se ne contano ormai sulle dita di una mano".

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