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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sblocca Italia, lettera di Pizzarotti a Renzi: "Entro il 2020 si potrebbero chiudere 7 inceneritori su 8"

Se il “modello Parma” di raccolta e gestione rifiuti venisse preso a esempio dal resto della regione Emilia Romagna, entro il 2020 si potrebbero chiudere sette inceneritori sugli otto presenti. Lettera del sindaco Federico Pizzarotti a Matteo Renzi. 

Se il “modello Parma” di raccolta e gestione rifiuti venisse preso a esempio dal resto della regione Emilia Romagna, entro il 2020 si potrebbero chiudere sette inceneritori sugli otto presenti. Lettera del sindaco Federico Pizzarotti a Matteo Renzi. 

LA LETTERA DI PIZZAROTTI A RENZI - “Caro Presidente, la gestione dei rifiuti è un tema su cui l'azione di governo non si dimostra determinata nel perseguire le buone pratiche, quali quelle che il Comune di Parma, insieme a diverse altre  realtà locali, sta già attuando da anni. Nel Paese, fin troppo spesso agli “onori” della cronaca per le emergenze ambientali, esistono esperienze virtuose che dimostrano come sia possibile ridurre al minimo il ricorso a discariche e inceneritori, applicando modelli di raccolta differenziata diventati un esempio anche per altri paesi dell’Ue. Nella mia città, seconda in Emilia-Romagna per numero di abitanti - quasi 200.000 -, abbiamo raggiunto risultati fino a pochi anni fa impensabili, toccando nel 2014 il 70% di raccolta differenziata, contro il 48% del 2012. Senza troppi giri di parole, oggi un cittadino di Parma manda a smaltimento la metà dei chili di rifiuti rispetto ad un bolognese. Ecco: se tutti i Comuni dell’Emilia Romagna attuassero il modello virtuoso di Parma, entro il 2020 in Regione si potrebbero chiudere sette inceneritori sugli otto presenti. Ma non ci siamo solo noi di Parma: altri sono gli esempi che potremmo citare, a partire da Ponte nelle Alpi, il Comune più “riciclone” d'Italia con il 92% di raccolta differenziata, per non parlare di Cosenza e Salerno, realtà di assoluta eccellenza del sud Italia (oggi tristemente ricordato solo per la terra dei fuochi), e chiudendo con Milano, la più grande città europea a praticare la raccolta porta a porta della frazione organica. Le città, in sostanza, stanno dando prova di essere il motore dell’Italia: qui realizziamo programmi di smart cities; qui concretizziamo progetti a basso impatto ambientale; qui investiamo sulla riqualificazione energetica; qui, infine, attuiamo politiche in grado di dare risposte concrete alle esigenze della società, che reclama una sempre maggiore qualità della vita e dell’ambiente. 

Ora, in un contesto in cui avete a disposizione esperienze positive conseguite da amministrazioni di diverso colore politico - molte delle quali appartenenti al suo partito -, considero francamente masochista e conservatore intervenire sul tema rifiuti con un provvedimento fuori da ogni logica, quale l'articolo 35 dello Sblocca Italia. Il nostro Paese non ha bisogno di incrementare il numero e la capacità degli inceneritori esistenti che, doveroso ricordarlo, sono comunque classificati come industrie insalubri di tipo A. La riprova di ciò che sostengo arriva proprio dall’inceneritore di Parma: dopo soltanto un anno e mezzo dall’avvio non ha sufficienti rifiuti da bruciare per la sua sopravvivenza, come invece era stato previsto dal progetto iniziale. Ed il motivo è la raccolta differenziata spinta attuata a Parma, che ha fatto breccia nel sistema e che, oggi, indica al Paese la via virtuosa per uscire dalle politiche di incenerimento, ormai superate e diseconomiche. Presidente, le chiedo di ascoltare gli amministratori locali: l’Italia ha bisogno di un vero cambio di passo politico sul tema della gestione dei rifiuti. Siamo ancora in tempo per perseguire una strada qualitativamente migliore rispetto ai programmi di incenerimento. Le città hanno tracciato un cammino che finalmente parla di progresso e rinnovamento, e in quanto istituzioni abbiamo tutti noi il dovere, oltreché la necessità, di imboccarlo”.

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