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Cronaca

Polizia postale, il bilancio del 2022: aumentano i casi di pedopornografia e adescamento online

Tutti i dati

Nel 2022 la Polizia Postale è stata chiamata a far fronte a continue e sempre più evolute sfide investigative sulle macro-aree di competenza, in particolare negli ambiti della prevenzione e contrasto alla pedopornografia online, della protezione delle infrastrutture critiche di rilevanza nazionale, del financial cybercrime e di quelle relative alle minacce eversivo-terroristiche, riconducibili  sia a forme di fondamentalismo religioso che a forme di estremismo politico ideologico, anche in contesti internazionali.

CENTRO NAZIONALE PER IL CONTRASTO ALLA PEDOPORNOGRAFIA ONLINE (C.N.C.P.O.)

In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro vivere quotidiano, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2022 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati in danno di minori.

Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) nel 2022 ha confermato il suo ruolo di punto di riferimento e di coordinamento nazionale dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica – COSC della Polizia Postale nella lotta alla pedofilia e pornografia minorile online.

L’analisi dei dati relativi all’anno di riferimento ha confermato la lieve diminuzione dei casi trattati già evidenziata nella rilevazione di medio termine. La flessione negativa dei dati è stata riscontrata anche in riferimento al numero delle segnalazioni provenienti da organismi internazionali attivi nella protezione dei minori in rete.  L’impegno profuso dalla Specialità si è concentrato nel reprimere episodi di particolare gravità, con l’effetto rilevabile di evidenziare un maggior numero di individui sottoposti a pene detentive.

Nell’ambito poi delle segnalazioni relative alla pubblicazione di contenuti pedopornografici su social network, si è evidenziato un fenomeno per il quale veniva intaccata la reputazione dei vari titolari di profili social attraverso la pubblicazione di materiale scabroso di natura pedopornografica con accessi abusivi massivi a profili privati di ignari cittadini e di persone dotate di rilevanza mediatica, politica o di altra natura.

La fine dell’emergenza sanitaria, con la progressiva ripresa delle attività nella direzione di un recupero della normalità, potrebbe aver contribuito a ridurre l’isolamento sociale, facendo rilevare nel 2022 una riduzione della circolazione globale di materiale pedopornografico su circuiti internazionali, che non ha però inciso sull’attività di contrasto. Infatti, è stato registrato un aumento dei soggetti individuati e deferiti per violazioni connesse ad abusi in danno di minori.

In particolare, nell’ambito dell’attività di contrasto coordinata dal Centro sono stati trattati complessivamente 4.542 casi, che hanno consentito di indagare 1.463 soggetti, di cui 149 tratti in arresto per reati connessi alla materia degli abusi tecnomediati in danno di minori, con un aumento di persone tratte in arresto di circa il +8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per quanto concerne l’attività di prevenzione svolta dal C.N.C.P.O. attraverso una continua e costante attività di monitoraggio della rete, sono stati visionati 25.696 siti, di cui 2.622 inseriti in black list e oscurati, in quanto presentavano contenuti pedopornografici.

PEDOPORNOGRAFIA E ADESCAMENTO ONLINE

2021 2022* Variazione percentuale Persone indagate

1.419 1.463 +3%

Siti in Black List 2.543 2.622 +3%

* - dati rilevati il 27/12/2022

Adescamento online

Nel periodo di riferimento sono stati trattati 424 casi per adescamento online: anche quest’anno la fascia dei preadolescenti (età 10-13 anni) è quella più coinvolta in interazioni sessuali tecnomediate, 229 rispetto al totale.

Continua a preoccupare il lento incremento dei casi relativi a bambini adescati di età inferiore ai 9 anni, trend che è diventato più consistente a partire dalla pandemia. Social network e videogiochi online sono i luoghi di contatto tra minori e adulti più frequentemente teatro delle interazioni nocive, a riprova ulteriore del fatto che il rischio si concretizza con maggiore probabilità quando i bambini e i ragazzi si esprimono con spensieratezza e fiducia, nei linguaggi e nei comportamenti tipici della loro età.

Cyberbullismo

Si registra una leggera flessione anche dei casi di cyberbullismo che può essere interpretata come effetto della normalizzazione delle abitudini dei ragazzi: non si può escludere che il ritorno ad una vita sociale priva di restrizioni abbia avuto un’influenza positiva sulla qualità delle interazioni sociali, delle relazioni tra coetanei e che la costanza dell’opera di sensibilizzazione svolta dalla Polizia Postale, presso le strutture scolastiche, abbia mantenuto alta l’attenzione degli adulti e dei ragazzi stessi sulla necessità di agire responsabilmente e correttamente in rete.

Nel periodo di riferimento sono stati trattati 323 casi di cyberbullismo.

CYBERBULLISMO

2021 2022* Casi trattati vittime 0-9 anni

27 17

Casi trattati vittime 10-13 anni

112 87

Casi trattati vittime 14-17 anni

319 219

TOTALE

458 323

* - dati rilevati il 27/12/2022

2021 2022* Minori denunciati per Cyberbullismo

117 128

* - dati rilevati il 27/12/2022

Sextortion

È un fenomeno che di solito colpisce gli adulti in modo violento e subdolo, fa leva su piccole fragilità ed esigenze personali, minacciando, nel giro di qualche click, la tranquillità delle persone.

Recentemente le sextortion stanno interessando sempre più spesso vittime minorenni, con effetti lesivi potenziati: la vergogna che i ragazzi provano impedisce loro di chiedere aiuto ai genitori o ai coetanei di fronte ai quali si sentono colpevoli di aver ceduto e di essersi fidati di perfetti e “avvenenti” sconosciuti.

La sensazione di sentirsi in trappola che sperimentano le vittime è amplificata spesso dalla difficoltà che hanno nel pagare le somme di denaro richieste. Nel corso dell’anno sono stati trattati 130 casi, la maggior parte dei quali nella fascia 14-17 anni, più spesso in danno di vittime maschili.

C.N.C.P.O. – ATTIVITÀ DI POLIZIA GIUDIZIARIA

Si riportano di seguito, le attività investigative di maggior rilievo coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia online:

OPERAZIONE “FAMIGLIE DA ABUSI”, svolta in modalità sotto copertura nell’ambito del contrasto alla pedopornografia online sul gruppo Telegram “Famiglie da Abusi” e condotta dai Centri Operativi Sicurezza Cibernetica di Roma, Bologna, Milano, Napoli e Catania, coordinati dal C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha consentito di arrestare 5 persone ritenute responsabili di diffusione e detenzione di materiale di sfruttamento sessuale di minori online.

In particolare, gli indagati appartenevano a una comunità ristretta dedita allo scambio di materiale pedopornografico, anche autoprodotto dagli stessi partecipanti.

CENTRO NAZIONALE ANTICRIMINE PER LA PROTEZIONE DELLE INFRASTRUTTURE CRITICHE

(C.N.A.I.P.I.C.)

Nell’esercizio della propria missione istituzionale, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni - Organo del Ministero dell’interno per la sicurezza delle telecomunicazioni garantisce, fra l’altro, ai sensi dell’art. 7 bis DL 144 del 2005 e del  DM 15 agosto 2017 - Direttiva sul riordino dei comparti di Specialità delle Forze di Polizia – la protezione delle infrastrutture critiche informatizzate del Paese.

Nell’attuale e particolare contesto internazionale, l’escalation delle tensioni geopolitiche connesse al conflitto in Ucraina continua ad avere significativi riverberi anche in materia di sicurezza cibernetica. Risultano, infatti, in corso campagne massive a livello internazionale dirette verso infrastrutture critiche, sistemi finanziari e aziende operanti in settori strategici quali comunicazione e difesa, tra le quali figurano campagne di phishing, diffusione di malware distruttivi (specialmente Ransomware), attacchi Ddos, campagne di disinformazione e leak di database. Inoltre, alcuni tra i più pericolosi gruppi di hacker criminali hanno deciso di schierarsi a favore della Russia, altri con l’Ucraina, prendendo di fatto parte al conflitto nel c.d. “dominio cibernetico”.

In tal senso, come noto, il conflitto russo-ucraino ha comportato una recrudescenza nell’attività di attori ostili, connotati per l’esecuzione di attacchi ransomware – volti a paralizzare servizi e sistemi critici mediante la cifratura dei dati contenuti – campagne DDoS, volti a sabotare la funzionalità di risorse online e, soprattutto, attacchi di tipo ATP (Advanced Persistent Threat), condotti da attori ostili di elevato expertise tecnico, in grado di penetrare i sistemi più strategici mediante tecniche di social engineering o sfruttamento di vulnerabilità, al fine di garantirsi una persistenza silente all’interno dei sistemi a scopo di spionaggio o successivo danneggiamento.

La proliferazione di gruppi ostili, si è attuata poi mediante il ricorso a crew hacker di c.d. crime as a service, ordinariamente attive nel fornire supporto tecnologico ad attori criminali ed oggi sempre più contigue a gruppi di ascendenza statuale.

In particolare, il Servizio polizia postale ha implementato l’attività informativa e di monitoraggio ad ampio spettro, esteso anche al dark web, attivando canali di diretta interlocuzione dedicati allo scenario in atto con Europol, oltre che con Interpol e FBI, con l’obiettivo di elevare il livello di attenzione con particolare riguardo al settore economico/finanziario, tradizionalmente oggetto di interesse da parte di compagini criminali con connotazione state sponsored.

Il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC), attraverso dedicati alert ha diffuso indicatori di compromissione e avvisi di informazione di sicurezza alle infrastrutture informatiche dicasteriali, alle infrastrutture critiche nazionali e ai potenziali target di azioni ostili, individuati attraverso la permanente attività informativa assicurata dal Centro.

I Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale hanno svolto adeguati servizi di monitoraggio e analisi, condividendo ogni evidenza utile in relazione al quadro internazionale in parola.

L’attività del CNAIPIC del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, oltre agli approfondimenti investigativi, si è tradotta nell’analisi tecnica della minaccia, volta all’elaborazione di informazioni di sicurezza preventiva, nonché nel supporto operativo alle infrastrutture attaccate, che  hanno contribuito al ritorno alla piena operatività dei sistemi informatici colpiti.

Attacchi infrastrutture critiche ad istituzioni, aziende e privati

2021 2022* Variazione percentuale Attacchi rilevati

5.434 12.947 +138%

Persone indagate

187 332 +78%

Alert diramati

110.524 113.226 +2%

Richieste di cooperazione HTC

60 77 +28%

* - dati rilevati il 27/12/2022

SEZIONE OPERATIVA

Nell’ambito delle competenze della Polizia Postale si segnala il rafforzamento dell’attività di prevenzione attraverso il monitoraggio attivo della rete e un’articolata attività di contrasto alle truffe online con 3541 persone deferite all’Autorità Giudiziaria, in particolare nel settore dell’e-commerce e market place.

 Truffe OnLine 2021 2022* Variazione percentuale

Casi trattati 15.083 15.508 +3%

Persone indagate 3.403 3.541 +4%

Somme sottratte € 73.245.740 € 115.457.921 +58%

* - dati rilevati il 27/12/2022

Nell’ambito delle truffe sul web anche nel corso del 2022, importante l’incremento degli illeciti legati al fenomeno del trading online (3.020 i casi trattati, 130 le persone), con l’aumento del numero di portali che propongono programmi speculativi, apparentemente redditizi, e l’utilizzo di tecniche molto sofisticate per contattare le vittime. L’attività investigativa, qualora la denuncia sia tempestiva, prevede l’immediata attivazione dei canali di Cooperazione Internazionale di Polizia, con la richiesta del blocco urgente delle somme versate e l’espletamento di accertamenti sui flussi finanziari normalmente destinati all’estero.

Proprio per dare maggior impulso alle indagini che vedono coinvolti cittadini stranieri, la Sezione Operativa della Polizia Postale, nel corso dell’anno 2022, ha attivato 260 richieste di cooperazione internazionale attraverso il canale Europol che, in più di un’occasione, si sono rivelate determinanti per l’individuazione degli autori dei reati investigati.

Particolare attenzione è rivolta inoltre ai fenomeni del revenge porn, con 244 casi trattati (di cui 34 in danno di minori) e 71 persone denunciate e delle truffe romantiche, con 442 casi trattati (di cui 4 in danno di minori) e 103 persone denunciate, spesso sommersi in quanto caratterizzati da un forte coinvolgimento emotivo che induce la vittima a non denunciare.

Sono stati 15 i casi di Codice Rosso che hanno visto la Polizia Postale impegnata attivamente nel contrasto dei reati contro la persona commessi attraverso la rete.

Reati contro la persona perpetrati OnLine1 2021 2022*

Casi trattati 10.297 9.278

Persone indagate 1.693 1.167

1 – Stalking / diffamazione online / minacce / revenge porn /

molestie / sextortion / illecito trattamento dei dati /

sostituzione di persona / hate speech / propositi suicidari

* - dati rilevati il 27/12/2022

Specifiche iniziative sono state rivolte all’attività di prevenzione e contrasto al fenomeno degli atti intimidatori nei confronti della categoria dei giornalisti e servizi di monitoraggio dei canali di diffusione, costituiti da siti web, piattaforme di digitali, profili e pagine presenti sui social network più noti (Facebook, Twitter, Instagram, Telegram, Pinterest e Youtube), finalizzati ad arginare la diffusione del linguaggio d’odio (hate speech).

La Sezione Operativa è stata impegnata anche nell’individuazione di proposte di vendita online di prodotti contraffatti o all’utilizzo illecito di segni distintivi dei marchi registrati, per la tutela del c.d. italian sounding.

Il monitoraggio di siti e spazi web (blog, gruppi social e siti dedicati) dediti a giochi e scommesse clandestine è un’altra attività operativa particolarmente seguita dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, sia per contrastare la diffusione irregolare o illegale, che per tutelare gli interessi dei consumatori, specie se minori d’età: numerosi sono i siti con sedi legali presso paesi esteri, che operano in Italia anche se privi della prevista autorizzazione per poter esercitare legalmente la raccolta di scommesse.

Nel corso del 2022 sono state implementate anche le attività di monitoraggio relative alla vendita online di tabacchi, sigarette elettroniche e liquidi da inalazione in rete, su siti sprovvisti delle relative autorizzazioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli.

In ultimo, ma comunque di primaria importanza, è stata l’attività rivolta all’individuazione di quelle persone che, sfruttando principalmente la cassa di risonanza che i social media offrono, hanno manifestato intenti suicidari in conseguenza dei quali sono state attivate tutte le procedure necessarie per la salvaguardia delle persone coinvolte con l’ausilio degli uffici di polizia competenti territorialmente (64 le segnalazioni veicolate attraverso il Commissariato di P.S. OnLine e 51 gli interventi eseguiti sul territorio dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni ).

SEZIONE OPERATIVA – ATTIVITÀ DI POLIZIA GIUDIZIARIA

OPERAZIONE “ESEGUI E CONFERMA” - La complessa ed articolata attività di indagine svolta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Perugia ha trovato il suo culmine con l’esecuzione, in collaborazione dei C.O.S.C. dell’Emilia Romagna, Toscana, Veneto, coordinati del Servizio Polizia Postale di Roma, di 5 misure cautelari tra cui 2 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, nonché 6 decreti di perquisizione in alcune Regioni del Centro Nord.

Le misure coercitive sono state disposte nei confronti di un sodalizio criminoso che, dopo essere entrato nella disponibilità di fittizie utenze telefoniche, carte Postepay e copia di documenti intestati a terze persone, è riuscito a mettere a segno, in soli sei mesi, truffe e-commerce per un ammontare di circa € 100.000.

In particolare i malviventi dichiarandosi interessati all’acquisto del bene e fornendo generalità fittizie, anche attestate da fotografie di documenti di identità di comodo, raggiravano i venditori mediante false indicazioni, in ordine alle modalità di pagamento, in modo tale che le vittime, recatesi presso ATM, procedessero loro stesse all’accredito dei relativi corrispettivi, anziché ricevere il prezzo di vendita dall’interlocutore.

Appena conclusa tale operazione, i sedicenti acquirenti, direttamente o tramite la collaborazione degli associati, provvedevano a monetizzare i proventi tramite prelievi presso gli ATM dislocati sul territorio.

L’esito dell’attività investigativa è stata agevolata anche dalla proficua e attenta collaborazione di Poste Italiane che ha permesso di ostacolare il conseguimento di ulteriori proventi illeciti grazie ai tempestivi accertamenti eseguiti dalla Società stessa.

OPERAZIONE “PELLET”  (OTTOBRE 2022) - La Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Ferrara, coordinata dal Servizio Polizia Postale e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica dell’Emilia Romagna, ha avviato un’attività di indagine partendo da una denuncia dello scorso settembre per truffa patita da un cittadino che, a fronte di un ordine di due bancali di pellet, dell’importo di circa 500 euro, non si è visto recapitare la merce.

Gli uomini della Polizia Postale hanno avuto modo di ricostruire un fenomeno che andava ben oltre l’ambito provinciale: ne è emerso un quadro composto da numerosissime vittime sparse sul territorio nazionale, con un giro d’affari criminale stimabile – almeno parzialmente – in decine di migliaia di euro.

Nei giorni scorsi il sito web che proponeva la vendita del pellet è stato messo offline, dando esecuzione al provvedimento di oscuramento emesso dal G.I.P. di Ferrara su richiesta della locale Procura; sono tuttora in atto le indagini volte all’individuazione degli autori del reato.

SEZIONE CYBERTERRORISMO

Nel corso degli ultimi anni, il continuo e vertiginoso incremento dell’utilizzo delle piattaforme di comunicazione online, social network e di applicazioni di messaggistica istantanea, ha determinato un’allarmante diffusione di contenuti propagandistici riconducibili al terrorismo, ad una platea pressoché illimitata, sia di matrice islamista (jihadista, ISIS, Al Qaeda, Al Shabaab ed altre articolazioni locali), sia di formazioni suprematiste di estrema destra (neonazismo, neofascismo, tifoserie strutturate), nonché di estrema sinistra (movimenti di lotta armata, anarco/insurrezionalisti, antagonisti).

Cyberterrorismo1 2021 2022* Casi trattati 1.321 1.193 

Persone indagate 80 66

Spazi virtuali monitorati 126.998 173.306

1- Estremismo internazionale religioso / estremismo razziale, antagonista ed anarchico

* - dati rilevati il 27/12/2022

In tale ambito, la Polizia Postale garantisce sia l’esecuzione di una costante attività di monitoraggio investigativo della rete e dei canali di messaggistica istantanea, per l’identificazione e il deferimento all’Autorità Giudiziaria dei responsabili della diffusione dei contenuti illeciti, sia un costante scambio informativo con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione competente in materia di contrasto al terrorismo.

Trattandosi, in particolare, di un fenomeno di carattere transnazionale, sia per la natura internazionale del fenomeno che per la stessa connaturata struttura della rete, risulta imprescindibile l’attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, soprattutto per la condivisione di informazioni che, collegate a situazioni peculiari interne, riescono ad apportare un indiscusso valore aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto dalle diverse forze di polizia nazionali.

In ambito europeo, proprio al fine di garantire la cooperazione internazionale, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni rappresenta il punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit (IRU) di Europol, Unità preposta a ricevere dai Paesi Membri le segnalazioni relative ai contenuti terroristici diffusi in rete e di orientarne l’attività.

In tale ambito, l’attività di monitoraggio del web effettuata dalla Specialità ha permesso di riscontrare, in primis, come la diffusione di contenuti propagandistici jihadisti, nel corso del tempo, abbia subito un sensibile peggioramento “qualitativo”, determinato sia dal ridimensionamento del Califfato sul territorio, sia dalle perdite di tecnici e social media manager cui era devoluto l’incarico di gestire la propaganda, nonché per l’utilizzo sempre più frequente dell'Intelligenza Artificiale sulle principali piattaforme web, per la scansione (e rimozione) dei contenuti pubblicati dagli utenti.

In analogia a quanto sin qui evidenziato con riferimento alla propaganda jihadista, anche nell’ambito dei fenomeni di radicalizzazione online legati all’ideologia neofascista e xenofo/razziale, il web si conferma lo strumento strategico per la diffusione della propaganda delle ideologie estremiste e violente, nonché per il reclutamento di nuovi combattenti, il finanziamento, lo scambio di comunicazioni riservate nella pianificazione degli attentati e di rivendicazione degli stessi.

Appare opportuno evidenziare come il movimento “suprematista” si basi su una importante attività di propaganda di dottrine ideologiche come il neonazismo, il razzismo, l’identitarismo e l’etnocentrismo, che avviene soprattutto all’interno di piattaforme di comunicazione online “riservate”, diverse dai principali social network.

La costante attività di monitoraggio informativo ed investigativo ha permesso di accertare come nel corso degli ultimi mesi si sia stato registrato un notevole incremento dei trend e delle discussioni all’interno di chat in diverse piattaforme; si passa dai tradizionali gruppi Facebook (molti dei quali risultano essere già stati bloccati) a social meno noti, come Reddit, fino a piattaforme come 8chan, vk.com (Vkontakte), nonché Telegram, privilegiando tutte quelle piattaforme che per la propria policy garantiscono l’anonimato e rendono più complicata l’identificazione degli autori dei messaggi.

Alla luce di quanto premesso, appare opportuno evidenziare come gli operatori della Specialità abbiano intensificato le attività di monitoraggio proprio in tali contesti e, in raccordo con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, abbiano avviato numerose attività investigative, con il deferimento alle competenti Autorità Giudiziarie dei soggetti identificati – anche attraverso attività sotto copertura e perquisizioni – quali autori dei messaggi connotati dalla discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Infine, considerando il carattere transnazionale che spesso connota le attività investigative in argomento, risulta imprescindibile l’attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, soprattutto per la condivisione di informazioni che, collegate a situazioni peculiari interne, riescono ad apportare indiscusso valore aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto dalle diverse forze di polizia nazionali. In ambito europeo, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni è il punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit (IRU) di Europol, Unità preposta a ricevere dai Paesi Membri le segnalazioni relative ai contenuti di propaganda terroristica diffusi in rete e di orientarne l’attività.

Lo scambio delle informazioni tra Paesi Membri viene effettuato attraverso l’utilizzo di specifiche piattaforme tecnologiche appositamente create in ambito IRU a supporto del monitoraggio e delle indagini in materia di terrorismo in Internet.

Proprio nell’ambito della lotta ai crimini ispirati dall’odio, nello scorso mese di aprile, la Polizia Postale ha partecipato alla giornata di azione congiunta a livello dell’U.E., sostenuta da Europol, che, oltre l’Italia, ha coinvolto 10 Paesi (Austria, Bulgaria, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Romania e Spagna).

Le attività investigative hanno permesso di identificare in tutta Europa 176 persone in relazione alla diffusione online di messaggi di incitamento all’odio xenofobo-razziale, nonché istigazione alla violenza. 

Nella circostanza, le Forze dell’ordine degli Stati membri hanno anche lavorato insieme per far aumentare la consapevolezza di individui e gruppi che Internet non rappresenta un “vuoto giuridico”, dando così un chiaro segnale alle persone che diffondono odio violento online che le azioni investigative congiunte saranno sempre più frequenti e consistenti.

Da ultimo, lo scorso 15 dicembre, la Polizia Postale e la D.C.P.P. hanno partecipato ad una seconda giornata congiunta, coordinata dall’European Union Internet Referral Unit (EU IRU) di Europol, nell’ambito del Referral Action Day (RAD) contro i contenuti violenti dell’estremismo di destra e del terrorismo online. L'attività ha coinvolto anche le Unità specializzate di 14 Paesi, tra cui 13 Stati membri dell'Unione Europea e un Paese non appartenente all’ UE.

Le autorità partecipanti sono state coinvolte nell'individuazione e nella segnalazione di contenuti terroristici ai fornitori di servizi online e nel valutare le loro risposte. Le attività hanno portato alla segnalazione di 831 elementi a 34 piattaforme interessate. Il materiale in questione include contenuti vietati prodotti da organizzazioni estremiste di destra o in favore di queste, nonché contenuti diffusi relativi ad attacchi terroristici motivati dall'estremismo violento.

Tali materiali includono livestream, manifesti, rivendicazioni e celebrazioni di attentati. L'estremismo violento è ancora una preoccupazione crescente dopo i fatti di Bratislava (Slovacchia) e Buffalo (USA).

Gli autori di questi attentati facevano parte di comunità online transnazionali e si sono ispirati ad altri estremisti di destra violenti e terroristi. Nei loro manifesti, i terroristi hanno evidenziato il ruolo centrale della propaganda online nei processi di radicalizzazione. Questo dimostra come l'abuso di internet continui ad essere centrale per l’avvio di percorsi di radicalizzazione e reclutamento della destra violenta. 

Dal primo Referral Action Day dedicato a questo tipo di contenuti online nel 2021, la minaccia rappresentata dall'estremismo violento e dal terrorismo è ancora in aumento.

I RAD consolidano gli sforzi delle forze dell'ordine per contrastare la creazione e la diffusione di propaganda estremista e terroristica online. Durante le attività coordinate, i partecipanti segnalano i contenuti legati al materiale di propaganda ai fornitori di servizi online invitandoli a valutare e rimuovere i contenuti che violano i loro termini di servizio. Le piattaforme sono invitate a rafforzare i loro protocolli di moderazione per evitare questo tipo di abuso in futuro.

FINANCIAL CYBERCRIME

L’anno 2022 ha vissuto, subendoli, gli strascichi dell’emergenza sanitaria da Covid19, che ha comportato il cambiamento radicale di alcune abitudini di vita consolidate. La sostituzione della socializzazione diretta con quella telematica e lo svolgimento dell’attività lavorativa non in presenza, imposti dall’avvio della pandemia fin dal 2020, si sono, in parte, stabilizzati, aprendo la strada a nuove consuetudini: molte aziende hanno proseguito con forme di telelavoro e smartworking, contribuendo a incrementare la frequenza di navigazione in rete da parte dei soggetti adulti anche attraverso devices quali tablet, smartphone, pc molto spesso utilizzati anche per scopi personali a scapito della sicurezza.

Nel solco di questi cambiamenti si è registrato un aumento dei reati informatici che ha raggiunto livelli altissimi, mettendo in luce come il crimine post pandemia nel nostro Paese stia cambiando radicalmente. 

Il settore del financial cybercrime rappresenta un bacino molto remunerativo ed appetibile sfruttato da molte organizzazioni criminali, anche estere, come veicolo per finanziare le proprie attività illecite, il più delle volte attraverso l’utilizzo di sofisticate tecniche di social engineering per manipolare le vittime e indurle a fornire informazioni riservate.

Le conseguenze di un attacco riuscito possono essere drammatiche e avere effetti devastanti non solo su singoli utenti o investitori, ma anche con riverberi negativi per ciò che concerne piccole e medie imprese, con ingenti perdite economiche e danni d’immagine difficilmente quantificabili. 

Nel settore del contrasto al financial cybercrime, il fenomeno dei “money mules” rappresenta senz’altro una delle modalità più frequenti e consolidate per realizzare frodi online: con la funzione di “teste di legno” cibernetiche, personalità di dubbia moralità si prestano ad essere l’ultimo anello della catena attraverso il quale i criminali monetizzano i proventi del reato. La diffusione di questa modalità e il numero dei soggetti che si prestano a svolgere tale funzione criminale sono in costante crescita e rappresentano ormai una realtà criminale quasi endemica in tutto il mondo.

Anche il 2022, inoltre, è stato caratterizzato dalla crescita dell’interesse per le Cryptovalute: i cittadini italiani, anche con bassa scolarizzazione informatica, sono sempre più frequentemente attratti dagli investimenti in Cryptovalute, con la speranza di realizzare i facili e veloci guadagni pubblicizzati.

Quello delle Cryptovalute costituisce un mondo eterogeneo e virtuale, peraltro, non dissimile da quello reale. In tale contesto sono realizzate attività investigative finalizzate a fermare i tentativi di phishing verso i Wallet che le contengono: i truffatori informatici agganciano le vittime attraverso richieste di natura tecnica, su chat ufficiali o semi ufficiali, con la promessa di risolvere i loro problemi gestionali previa cessione delle chiavi private, che permettono la movimentazione delle Crypto (cd. SEED), in realtà queste consentono ai malfattori di prendere il pieno possesso del Wallet e di impadronirsi del contenuto.

Forte anche l’impegno per contrastare il fenomeno del riciclaggio perpetrato attraverso la conversione delle somme frodate in Cryptovalute, sono state infatti coordinate dal Servizio Polizia Postale diverse attività investigative che hanno visto truffe informatiche ad alto contenuto tecnico conosciute come le BEC, le CEO fraud, Vishing, phishing tentare di realizzare i proventi criminali inviando le somme sottratte tramite bonifico bancario ad exchange di cryptovalute non collaborativi con la Polizia, convertendo la valuta ufficiale in Bitcoin o Ethereum. Tale procedimento consente facilmente lo spostamento e spacchettamento delle somme, in attesa di fare cashout.

Per tale ragione è stata intensificata la collaborazione con le grandi società di Exchange di Crypto per i report operativi e per il congelamento delle somme sottratte, così come è stata intensificata anche l’analisi delle transazioni Crypto con la collaborazione degli specialisti di Europol.

La mancanza di confini geografici in Internet consente sempre più frequentemente la formazione di gruppi criminali con nazionalità eterogenee ed è questo che caratterizza ormai quasi l’intero panorama dei reati commessi attraverso le nuove tecnologie.

In Italia sono state frodate 156 grandi, medie e piccole imprese, per un ammontare complessivo di oltre 20 milioni di euro di profitti illeciti, dei quali oltre 4 milioni sono stati recuperati in seguito all’intervento della Polizia Postale e delle Comunicazioni.

In merito ai fenomeni di phishing, smishing e vishing, tecniche utilizzate per carpire illecitamente dati personali e bancari, per operare sui sistemi di home banking, sono state identificate ed indagate 853 persone (+9% rispetto all’anno precedente).

Frodi Informatiche

2021 2022* Variazione percentuale

Persone indagate 779 853 +9%

Somme sottratte € 33.258.422 € 38.678.134  +16%

* - dati rilevati il 22/12/2022

FINANCIAL CYBERCRIME – ATTIVITÀ DI POLIZIA GIUDIZIARIA

OPERAZIONE “PERUGIA 1” - Il Centro Operativo per la sicurezza Cibernetica della Polizia Postale per l’Umbria, sotto la direzione del Servizio Polizia Postale in collaborazione con i C.O.S.C. di Milano, Napoli, Bologna e Ancona, ha dato esecuzione a 5 ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emesse dalla Procura della Repubblica di Perugia,  nei confronti di alcuni cittadini italiani e stranieri originari del Marocco e della Costa d’Avorio per il reato di truffa attraverso dei raggiri effettuati mediante l’impiego di messaggi telefonici o di chiamate.

La tecnica utilizzata era sostanzialmente quella di carpire informazioni riservate dal punto di vista economico attraverso messaggi via cellulare: gli indagati, dopo aver individuato le ignare vittime ed aver accertato in capo a questi ultimi la titolarità di conti correnti, inviavano un SMS che, apparentemente proveniente dall’Istituto di Credito, anticipava una chiamata telefonica motivata da un accesso abusivo all’home banking da parte di ignari malfattori.

Dopo pochi minuti l’utente riceveva realmente una chiamata - da un finto operatore - nel corso della quale veniva comunicata la presenza di un virus installato sul dispositivo mobile; a quel a quel punto il finto l’operatore, seguendo una procedura ormai ampiamente consolidata, chiedeva alla vittima di spegnere e riaccendere il dispositivo al fine di formattare il sistema e ripristinare le nomali funzioni dell’apparato.

Tale operazione consentiva però l’installazione sull’applicazione bancaria del dispositivo - telefono o computer - di un dispositivo elettronico per mezzo del quale si rendeva possibile l’accesso al conto corrente della vittima.

I soldi prelevati venivano poi fatti confluire dagli indagati su carte di debito in modo da averne una immediata disponibilità. Attraverso questa tecnica è stato stimato un danno causato di circa 50mila euro.

Nel corso dell’esecuzione delle misure sono stati recuperati e sottoposti a sequestro circa 16mila euro di cui 8mila in contanti di vario taglio, unitamente a carte di credito e dispositivi informatici che saranno sottoposti a successiva analisi tecnica.

Operazione “SIM SWAP” - Nella giornata del 22 marzo 2022 personale della Sezione Operativa di Ferrara, coordinata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica dell’Emilia Romagna, ha eseguito 2 provvedimenti di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessi dal Tribunale di Bologna, nei confronti di 2 soggetti italiani, operanti sul territorio nazionale, dediti alla frode informatica effettuata attraverso la tecnica c.d. “SIM SWAP”.

L’attività nasce dalla denuncia di una vittima del ravennate, alla quale i due soggetti hanno sottratto la somma di circa 75.000 euro.

Tale somma è stata distolta con diversi bonifici a favore di conti correnti aperti presso banche italiane ma soprattutto estere.

Le attività di perquisizione eseguite contestualmente ai sopra citati provvedimenti hanno permesso di confermare, oltre al modus operandi, come l’attività criminale posta in essere fosse attuale e ancora in corso in quanto gli indagati sono stati trovati in possesso oltre all’attrezzatura informatica, di migliaia di dati relativi alle credenziali di accesso a conti correnti con la relativa indicazione dell’Istituto di Credito.

COMMISSARIATO DI P.S. ONLINE

L’uso crescente delle nuove tecnologie ha reso necessario lo sviluppo e il potenziamento di nuovi strumenti di comunicazione che consentissero alla Polizia di Stato di mettersi in contatto diretto con gli utenti del web.

In tale ottica, il portale del Commissariato di PS online ha permesso al cittadino, abituato ormai a utilizzare la rete internet per svolgere le principali attività quotidiane, di rivolgersi agli agenti della Polizia Postale in qualsiasi momento e ovunque si trovi. Attraverso il computer, l’utente può segnalare comportamenti che giudica illeciti e chiedere aiuto per superare difficoltà e problematiche, anche nei casi in cui potrebbe essere fonte di disagio rappresentarle di persona.

La facilità con cui il cittadino ha interagito con la piattaforma dedicata, ha reso possibile raccogliere le segnalazioni di quegli utenti che, mossi da spirito altruistico e di collaborazione, si sono rivolti alla Polizia Postale in un’ottica di sicurezza partecipata - nella sua declinazione online - fornendo utili evidenze su fenomeni emergenti potenzialmente lesivi, così contribuendo, in termini di efficace prevenzione, ad evitare che altri internauti potessero cadere nelle trappole della Rete.

L’esigenza di innalzare al massimo i livelli dell’azione preventiva ha imposto di introdurre una nuova sezione, dedicata agli alert, dove vengono raccolti e pubblicati gli “avvisi agli utenti” che, proprio perché costantemente aggiornati e facilmente raggiungibili, costituiscono un efficace strumento di autotutela messo a disposizione del cittadino.

Tra i fenomeni riscontrati con maggior frequenza nell’anno 2022 annoveriamo, a titolo esemplificativo, i furti di account social, le estorsioni a sfondo sessuale, il phishing ai danni di correntisti di istituti bancari, le proposte di falsi investimenti online, nonché falsi siti di vendita di quei prodotti che, in un determinato contesto temporale, risultano essere maggiormente richiesti sul mercato.

Le segnalazioni che richiedono l’intervento tempestivo del Commissariato di PS online sono molteplici. Emblematico è quanto avvenuto lo scorso 18 marzo, quando è giunta la richiesta di aiuto di una figlia preoccupata per la madre, vittima di una truffa sentimentale.

In particolare, la donna è stata contattata attraverso un noto social network da un uomo dalle maniere gentili che ha iniziato a corteggiarla con insistenza fino a farla innamorare. Dopo aver conquistato la fiducia della donna, il truffatore, confidandole di avere una figlia gravemente malata, che necessitava di cure molto costose alle quali non riusciva a far fronte, le ha richiesto un sostanzioso aiuto economico. La vittima, particolarmente colpita dalla triste vicenda, ha iniziato a inviare a più riprese ingenti somme di denaro sino a dilapidare il suo intero patrimonio.

Tutti i tentativi esperiti dai familiari della donna per farle capire di essere caduta vittima di un raggiro, sono risultati vani.

A quel punto, a seguito della segnalazione, il poliziotto del Commissariato di PS online, contattando la donna, è riuscito a farle comprendere che la persona che credeva essere il suo amato era in realtà un abile truffatore.

Grazie a questo intervento, la donna, oramai consapevole di quanto le era accaduto, ha interrotto la relazione e trovato il coraggio di sporgere denuncia.

Sul sito, inoltre, giungono segnalazioni da parte di utenti che si trovano in situazioni di pericolo o che minacciano gesti estremi; in tali circostanze, ai poliziotti della sala operativa del Commissariato di PS online è richiesto un tempestivo e coordinato intervento che coinvolge gli uffici territoriali delle Questure interessate dall’evento.

Lo scorso 19 gennaio, ad esempio, il personale del Commissariato ha gestito una segnalazione proveniente da un ragazzo che aveva manifestato l’intenzione di togliersi la vita dopo essere stato vittima di un’estorsione sessuale.

Il poliziotto che ha preso in carico la segnalazione ha immediatamente contattato telefonicamente il giovane che si è mostrato inizialmente reticente, timoroso e particolarmente spaventato, rifiutando di fornire indicazioni utili alla sua localizzazione.

Intuendo il suo grave disagio, e nonostante la ritrosia dimostrata dal ragazzo, l’operatore è riuscito ad instaurare un rapporto di empatia e fiducia col suo giovane interlocutore convincendolo a non commettere gesti estremi.

Il poliziotto ha intrattenuto il ragazzo al telefono per consentire agli operatori della Sala di esperire tutti gli accertamenti necessari per identificarlo e, una volta geolocalizzato, con l’ausilio di una pattuglia è stato possibile prestargli l’assistenza necessaria.

Gli interventi finalizzati alla prevenzione di intenti suicidari da parte di utenti dei vari social network, segnalati attraverso il Commissariato di P.S. online sono stati 64.

L’analisi delle oltre 100.000 segnalazioni ricevute dal sito del Commissariato di PS online nell’anno 2022, ha evidenziato che in molti casi gli internauti sconoscono e/o non adottano quelle piccole e necessarie accortezze di cyber hygiene che consentirebbero loro di prevenire e limitare la maggior parte degli attacchi informatici e il perpetrarsi di attività delittuose.

Per questo motivo, è stata introdotta sul sito una specifica sezione con cui vengono veicolate al cittadino pillole di sicurezza informatica, funzionali a ridurre al minimo i rischi legati all’uso di dispositivi informatici.

La popolarità del sito è avvalorata dal numero degli accessi che sono stati, nel periodo di riferimento, oltre 42.200.000.

Nella costante ricerca di nuove e incisive strategie di comunicazione per fornire ad un’utenza sempre più ampia, si è passati da una comunicazione verso il cittadino a una interazione con il cittadino.

ATTIVITA’ DI PREVENZIONE

La Polizia Postale se da un lato svolge un’incisiva attività di repressione dei reati informatici, dall’altro lato svolge un’importante azione preventiva a tutela dei minori, soprattutto per quanto concerne il fenomeno del cyberbullismo e di tutte le forme di prevaricazione online, fenomeni che destano grande allarme sociale.

Tra le iniziative educative si riporta il coinvolgente format teatrale itinerante e in streaming #cuoriconnessi che ha coinvolto oltre 270mila studenti sul territorio nazionale.

Di rilievo è anche la campagna educativa itinerante di sensibilizzazione e prevenzione sui rischi e pericoli legati ad un uso non corretto della rete internet da parte dei minori denominata Una vita da social.

L’iniziativa, arrivata quest’anno alla sua X edizione, ha coinvolto oltre 2milioni e 8oomila studenti, attraverso il truck didattico multimediale della Polizia Postale, e ha proseguito la sua attività itinerante in Italia e all’estero.

Il progetto si cala nella filosofia dei giovani interlocutori, interagendo con un linguaggio comunicativo semplice ma esplicito, adatto a tutte le fasce di età, coinvolgendo così dai più piccoli ai docenti ai genitori, con la finalità di combattere la violenza e la prevaricazione dei giovani bulli.

L’impegno profuso dagli specialisti della Polizia Postale nell’azione di sensibilizzazione e informazione ha consentito, nell’anno appena trascorso, di realizzare incontri con docenti e genitori in oltre 2.800 istituti scolastici e di coinvolgere oltre 820mila studenti.

ATTIVITA’ DI FORMAZIONE INNOVAZIONE E RICERCA NEL SETTORE DELLE TECNOLOGIE ICT E DI REALIZZAZIONE DEL CERT MINISTERO DELL’INTERNO

Nel corso dell’anno 2022, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha proseguito nell’attività di collaborazione con diverse Istituzioni Scientifiche ed Enti di Ricerca volta ad individuare e valorizzare nuove tecniche e metodologie di lavoro nel contesto info-investigativo. In tal senso, di significativa rilevanza è la pianificazione di percorsi formativi di settore, con particolare riferimento alle tecnologie emergenti (5G, blockchain, IoT, AI) ed al complesso mondo dei sistemi criptati ed al loro dilagante utilizzo criminale.

Di assoluta importanza è stata l’attività di progettazione ed alta formazione specialistica finalizzata all’avvio del CERT (Computer Emergency Response Team) – Ministero Interno. Tale costituendo organismo, che opererà sotto l’egida della nuova Direzione Centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica, sarà chiamato a svolgere un’efficace attività di presidio e risposta interdipartimentale contro incidenti informatici, coordinando le attività di contenimento e ripristino, per la prevenzione e la gestione degli attacchi cibernetici, delle reti e dei sistemi informativi del Ministero dell’Interno.

Si è dato avvio ad una formazione specialista di altissimo profilo a beneficio degli operatori già impegnati nello specifico contesto.

Si riportano, infine, le attività di maggior rilievo svolte da questo Centro per la Sicurezza Cibernetica.

Questo Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica  ha posto in essere un’attività d’indagine finalizzata all’identificazione di un sodalizio criminale dedito a perpetrare frodi informatiche in danno alla clientela dell’istituto di credito Intesa San Paolo.

Il sodalizio, radicato principalmente nella provincia di Salerno e Torre del Greco (NA) era operante su tutto il territorio nazionale e,  attraverso diverse tecniche di phishing, ha cagionato un danno patrimoniale di oltre 350.000,00 euro.

Gli indirizzi internet utilizzati per le frodi sono risultati essere associati ad utenze telefoniche attivate da persone straniere mentre i conti correnti utilizzati per ricevere i proventi delle frodi risultano attivati presso l’istituto di credito estero “Banca Revolut” con sede in Lituania.

Ad oggi sono stati accertati 22 conti, la maggior parte di questi attivati con documenti falsi.

Il denaro è stato poi nuovamente trasferito dai conti Revolut a favore di Iban associati a carte Postepay Evolution che risultano attivate con documenti d’identità genuini.

All’A.G. felsinea è stata inoltrata informativa a conclusione dell’indagine con la richiesta di emissione di 16 provvedimenti restrittivi da eseguire nei confronti dei soggetti di spicco del sodalizio criminale.

Di rilievo le indagini  inerenti  al fenomeno conosciuto come Man in the Middle Attack.

Nel caso di specie, ignoti, il 20 luglio 2022 dopo essersi introdotti abusivamente in almeno uno dei sistemi informatici di posta elettronica in uso rispettivamente all’azienda italiana e alla partner commerciale tedesca coinvolte, carpivano le informazioni utili per frapporsi ai pagamenti in corso. Dopo aver registrato ad hoc domini all’apparenza identici al fornitore tedesco, gli attaccanti si sostituivano a quest’ultimo nelle comunicazioni elettroniche fornendo le false coordinate bancarie con cui traevano in inganno la querelante, ottenendo il dirottamento del bonifico di 1.316.000 euro verso altro IBAN polacco. Verosimilmente il sistema informatico violato sarebbe quello dell’azienda tedesca, atteso che gli account creati fittiziamente erano simili a quelli in uso a quest’ultima. 

A seguito delle attività di indagine intraprese, l’importo del bonifico fraudolento veniva “congelato” da Bank of New York (banca intermediaria nella disposizione di pagamento) e il 27 luglio 2022 Credito Emiliano confermava il riaccredito dell’ammontare di 1.315.972,00 USD.

Ignoti, dai primi di marzo 2022, dopo essersi introdotti abusivamente su almeno uno dei sistemi informatici di posta elettronica in uso rispettivamente al Comune di Bologna e ad una società incaricata di effettuare alcune opere di restauro, carpivano le informazioni per inserirsi nei pagamenti in corso. Gli attaccanti, sostituendosi nelle comunicazioni alla società incaricata ai lavori, indicavano false coordinate bancarie con cui traevano in inganno la querelante (Comune di Bologna), ottenendo il dirottamento del bonifico effettuato verso altro IBAN italiano, riferibile all’istituto di pagamento Olinda Sas che offre servizi esclusivamente on line. Questo Centro, intervenuto tempestivamente, svolgeva una laboriosa attività di indagine,  che consentiva di effettuare il c.d. recall della somma di danaro carpita fraudolentemente. A seguito delle attività intraprese l’importo veniva riaccreditato al Comune di Bologna.

er quanto concerne il fenomeno conosciuto come smishing.

Nel caso in esame i malfattori si sono avvalsi della tecnica del cosiddetto “spoofing”, generando comunicazioni via internet in modalità “voip” (voice over internet protocol) tramite servizi offerti da società estere che veicolano la telefonata o il messaggio di testo sull’utenza bersaglio (quella della vittima) facendo apparire come chiamante il numero di fantasia scelto dall’utilizzatore del servizio e nel caso di specie quello di Banca Intesa San Paolo. Il tempestivo intervento da parte del personale del C.O.S.C. Emilia Romagna consentiva di impedire la monetizzazione delle somme frodate. Successivamente, a seguito di provvedimento emesso dall’A.G. felsinea, poi convalidato dal G.I.P. del locale Tribunale, veniva restituita la somma di oltre 100.000 euro.

Per quanto concerne le indagini inerenti le truffe mediante investimenti operati nelle piattaforme di trading on line non accreditate dalla CONSOB, si segnalano le attività di indagine di rilievo:

Nel caso di specie il denunciante veniva a conoscenza di una piattaforma di scambio (cd. Exchange) per un nuovo token (riferibile ad altre monete virtuali che non siano bitcoin o ethereum) nel mondo delle criptovalute chiamato TEFI. La piattaforma è un bot (applicazione programmata per effettuare determinati compiti) della famosa applicazione di messaggistica istantanea Telegram. In quel momento, il prezzo di tale token era di 0.045$ (dollaro americano). Nel tempo, il denunciante,  si accorgeva che il token era raddoppiato,  decideva pertanto di investire.

L’investitore non era in grado di comunicare precisamente l’ammontare del denaro da lui investito: una cifra di circa 36.000,00. Le transazioni fornite in denuncia, venivano sviluppate ed analizzate da personale di questo C.O.S.C. La complessa attività di indagine consentiva alla vittima del raggiro di rientrare in possesso di un importo prossimo all’intera cifra frodata.

Si segnala la truffa subita nell’ambito del gruppo Telegram  “Crypto Italia Support” nella quale veniva pubblicizzata la piattaforma UEFA FOOTBALL Hedge Fund, un progetto che offriva per gli iscritti un rendimento fisso del 2,5%  al giorno con rischio minimo di perdita.

Attraverso il citato gruppo Telegram, il querelante contattava il referente per il mercato italiano investendo una somma  circa 145.487,49 $ in moneta virtuale USDT.

Convinto dai rendimenti, il denunciante promuoveva il progetto ad altre persone (circa trenta), che, a loro volta, investivano complessivamente la somma di 82.889,3.

Nel momento in cui il querelante decideva di ritirare le somme investite, realizzava che il proprio profilo era stato bloccato e risultava impossibile ritirare il denaro.

La Truffa “UEFA Football” ha visto coinvolte più di 50.000 mila vittime italiane ed ha generato profitti per più di mezzo miliardo di dollari.

Il C.O.S.C. felsineo  riusciva a ricostruire i movimenti di danaro e, grazie all’emissione di un provvedimento di Sequestro Preventivo d’Urgenza, successivamente convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Bologna, la somma frodata al denunciante veniva interamente restituita.

Nell’ambito dell’attività di contrasto alla pedofilia e alla pedopornografia on line di questo Centro, si segnalano  le seguenti attività:

A seguito di un’articolata attività di indagine, Operazione “K9” venivano deferite all’A.G. 9 persone per divulgazione di materiale pedopornografico sulla nota piattaforma social KIK, di cui,  due,  tratti in arresto per la detenzione di ingente quantitativo di file e video realizzati mediante lo sfruttamento sessuale di minori degli anni 18 .

Grazie alle segnalazioni di alcuni utenti di una nota piattaforma social, inoltrate tramite il portale del Commissariato di P.S. on-line, la Polizia Postale e delle Comunicazioni Emilia Romagna ha avviato un’attività di indagine conclusasi con la denuncia per istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia di un forlivese del ‘99.

L’uomo, che sulla pagina del suo profilo millantava di essere un insegnante, attraverso la creazione di diversi account richiamanti il nome di fantasia “Carmine Smith”, si divertiva a pubblicare dei post nei quali si vantava di compiere abusi sessuali su bambini, ostentando un atteggiamento sprezzante nei confronti della Polizia.

Un cittadino reggiano, di anni 44, veniva arrestato per detenzione di ingente quantità di immagini e video pedopornografici.

Nell’ambito dell’attività di contrasto ai reati commessi attraverso i Social Network, gli investigatori del C.O.S.C. di Bologna hanno eseguito un monitoraggio costante dei principali social network più in uso agli adolescenti per prevenire fenomeni di pericolo  che potevano mettere a rischio l’incolumità psico-fisica dei minori, come le challenge o le risse organizzate sui social e poi registrate e postate on line.

L’attività si è anche concentrata su indagini relative alle c.d. romantic scam (truffe romantiche).

Le attività di monitoraggio hanno permesso di identificare e denunciare uno youtuber responsabile di aver caricato sulla nota piattaforma di condivisione di contenuti multimediali alcuni video incitanti pratiche suicidarie.

La vicenda ha avuto inizio qualche tempo fa, quando i genitori di una giovane ragazza minorenne si sono rivolti alle forze di polizia denunciando che la loro figlia, dopo aver visionato un video su youtube, avevo tentato di suicidarsi.

L’utente segnalato riportava come nickname “Creepy Ryan” e risultava essere piuttosto attivo sul proprio canale, al quale erano iscritti 783 utenti e dove erano presenti una cinquantina di video dal contenuto c.d. “creepypasta”. Si trattava di storie create ad hoc per impressionare il pubblico e ottenere il maggior numero di followers. I video erano caratterizzati dalla brevità del racconto e dalla capacità di appassionare i fruitori.Il fenomeno è relativamente recente e siè diffuso attraverso siti internet,blog,forum, e altre piattaforme social.

Le indagini, effettuate dalla Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Ravenna, e coordinate dal C.O.S.C. di Bologna hanno permesso di identificare lo youtuber.

Nei suoi confronti è stato emesso dalla Procura ravennateun decreto di perquisizione che, una volta eseguito, ha consentito di acquisire importanti fonti di prova e denunciare il soggetto per istigazione al suicidio.

Il canale youtube, e,in particolare, il video dal titolo “ 9 modi per suicidarsi” sono stati oggetto di sequestro e oscurati.

Lo scorso gennaio, la dipendente  Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Ravenna, riceveva nei propri uffici una donna di 50 anni vittima di un truffa romantica.

La donna alla fine del 2020, navigando su “Instagram”, aveva conosciuto una persona, il sedicente Martin, norvegese, con il quale aveva intrattenuto un’amicizia poi evoluta in una relazione sentimentale connotata dallo scambio di foto intime ed esplicite.

La denunciante, affettivamente  coinvolta, nel tempo, trasferiva al sedicente Martin alcune migliaia di euro su carte ricaricabili di cui non era in grado di fornire gli estremi. La donna, non disponendo di importanti possibilità finanziarie e viste le continue richieste di denaro, decideva di interrompere il rapporto. A questo punto l’uomo, pur di non perdere il contatto, le rivelava di essere, in realtà, un ivoriano dedito a questo tipo di truffe ma di essersi innamorato realmente di lei.

La donna, convinta della genuinità dei sentimenti dell’uomo,  decideva di continuare il rapporto sentimentale.

L’ivoriano, presentatosi come Alain Koffi Kouamé, riusciva a convincere la Signora  a raggiungerlo in Costa d’Avorio.

La donna sarebbe dovuta partire per la Costa d’Avorio  ed era  già provvista di visto d’ingresso in corso di validità, biglietto aereo e prenotazione alberghiera.

La denunciante, che aveva contattato nostri uffici a seguito di una segnalazione effettuata dalla sorella, veniva quindi sensibilizzata riguardo all’estrema pericolosità nell’intraprendere un simile viaggio.

La donna realizzava così di essere vittima di una truffa romantica e, grazie all’opera di convincimento degli operatori della specialità,  cancellava ogni account sui social assicurando che avrebbe interrotto ogni comunicazione con il truffatore e non avrebbe intrapreso il  viaggio in Costa d’Avorio.

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