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Cronaca

"Ponte Nord, l'assassino torna sempre sul luogo del delitto"

La sera del 23 ottobre la cena di gala all'interno degli spazi inutilizzati. La protesta: "Chissà se durante la serata si parlerà dei tanti senzatetto che magari proprio sotto al Ponte Nord cercano rifugio in queste notti, o di come potevano essere costruite 250 case popolari con i 25 milioni di euro che son serviti a realizzare la struttura"

"Domenica 23 ottobre il Ponte Nord ospiterà una cena di beneficenza finanziata dall'associazione “Parma io ci sto”all'interno del programma Verdi Off. Vale la pena di spendere due parole sul luogo e sugli organizzatori dell'evento". Inizia così una nota firmata da Infopoint Barricate, Rete Diritti in Casa, No-TiBre, Casa Cantoniera Autogestita, Mercatiniera. "Un luogo divenuto il simbolo della devastante stagione di cemento debiti e speculazioni vissuta dalla nostra città dal 1999 al 2011 durante “l'era Ubaldi-Vignali”.Una stagione che ha lasciato in eredità quasi un miliardo di euro di debito, decine di cosiddette Grandi Opere inutili e spesso inconcluse, quartieri devastati e sventrati. Luoghi come la Ghiaia deturpati e violentati nella loro identità storica, zone verdi e parchi cittadini distrutti dalla furia cementificatrice che allora sembrava trovare ben pochi ostacoli.

Ricordiamo ad esempio come venne raso al suolo il grande complesso sportivo di via Piacenza, campi sportivi e verde pubblico sacrificati per fare spazio alla sede dell’Authority: operazione che ancora presenta un debito di circa 20 milioni di euro causati dalla mancata vendita di quella striscia di terreno abbandonata e che nei calcoli balordi di Ubaldi e del suo vicesindaco Buzzi doveva tappare tutti i buchi finanziari dell’operazione. L’assurdità e lo sperpero maggiore di quel piano di cementificazione fu però concepito con la costruzione del Ponte Nord. 25 milioni di euro finanziati con la legge 164/2004 e intascati dal costruttore Pizzarotti s.p.a.: un ponte che doveva essere persino “abitato”, in spregio alla legge Galasso che vieta costruzioni con usi permanenti sull’alveo dei fiumi.

I colpevoli principali di queste politiche dissennate, non smetteremo di ripeterlo, vanno ricercati tra i membri dell’Unione Industriali di Parma, che le hanno sostenute in ogni modo possibile, non ultimo con l’utilizzo in stile “rullo compressore” del loro giornale, in modo da denigrare chiunque si opponesse alle Grandi Opere e da esaltare il genio di Ubaldi e degli altri appartenenti alla combriccola di cementificatori che governò  Parma in quei lunghi 14 anni.

Oggi una associazione furbescamente chiamata “Parma io ci sto” è stata creata da quegli stessi industriali locali per interferire e manipolare a proprio vantaggio il percorso che porterà alle elezioni comunali di maggio 2017. E proprio costoro, coi loro becchi di ferri e loro facce di bronzo si apprestano ad organizzare domenica 23 ottobre una magnifica serata proprio al Ponte Nord: i colpevoli tornano sempre sul luogo del delitto..

Chissà se sarà presente il cavaliere del lavoro Paolo Pizzarotti, anche lui firmatario del manifesto di “Parma io ci sto”, che si appresta con la sua azienda a realizzare il contestatissimo 1° stralcio dell’autostrada Tirreno-Brennero, opera completamente inutile e dannosissima per quel poco di ecosistema che ancora resiste nella Bassa tra Sissa e Trecasali.

Chissà se durante la serata si parlerà dei tanti senzatetto che magari proprio sotto al Ponte Nord cercano rifugio in queste notti, o di come potevano essere costruite 250 case popolari con i 25 milioni di  euro che son serviti a realizzare il Ponte Nord. Un manufatto che è e resterà il simbolo della speculazione e dell’arroganza  cementicola, un'opera pensata, realizzata e sostenuta per perseguire gli interessi e i profitti di pochi ai danni della collettività e del bene comune". 
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