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Cronaca

Nel parmense calano gli straneri ma aumentano i decessi

Nel Parmense calano i nati, aumentano i decessi (ma notevolmente meno che nel resto d'Italia) e rallenta la crescita degli stranieri rispetto al periodo 1995-2013. Tutti i dati demografici resi noti dall'Ufficio Statistica della Provincia.

La popolazione del Parmense, dopo la battuta di arresto del 2014, fa registrare un leggero aumento, per il secondo anno consecutivo, di circa 1.500 individui pari a +0,3%, arrivando a 446.987 persone al 1° gennaio 2016.

Questo attivo è dovuto al saldo migratorio positivo (di 2.736 persone fino ad ottobre dell’anno scorso, in crescita rispetto al corrispondente periodo del 2014), che compensa e  supera i dati negativi: calo delle nascite del 2% rispetto all’anno precedente (-76 bambini), che proseguirà quasi certamente anche nei prossimi anni, per il calo progressivo delle donne in età feconda, e aumento della mortalità  (3,9% rispetto al gennaio-ottobre del 2014).

Il ritmo di crescita degli stranieri però è molto rallentato: si è passati da un aumento annuo a due cifre dal 1995 fino al 2010, e che a volte arrivava vicino al 20%, al + 1,3% di quest’anno, pari a 760 persone.

Un picco di mortalità

Se nel parmense la popolazione cresce, il quadro regionale e nazionale è invece quello di un calo della popolazione, che era sempre aumentata dagli anni ’50 in poi, salvo casi molto lievi e sporadici. Tra le cause, oltre a un calo delle nascite e del saldo migratorio attivo, vi è soprattutto un picco di mortalità, con un + 9% sia a scala regionale che a scala nazionale, e in Francia, Spagna, Inghilterra e Galles; nella nostra provincia invece i decessi sono aumentati solo del 3,9% rispetto allo stesso periodo gennaio – ottobre del 2014, meno dell’anno precedente (+4,9%). L’aumento è quindi spiegabile con l’invecchiamento complessivo della nostra popolazione.

I dati comunali

A livello comunale la popolazione complessiva diminuisce, nell’ultimo anno, in 29 comuni su 45. In particolare, i decrementi maggiori si registrano nei centri della fascia montana: Valmozzola (-2,5%), Corniglio (-2,4%), Varsi e Bore (-2,2%), ma anche in alcuni di pianura: Mezzani, con una perdita dell’1,6% di popolazione in un anno, Polesine Zibello con -1,1% e Colorno con -0,8%. 

Di contro, a parte Terenzo, che con una crescita di sole 17 persone fa registrare un aumento dell’1,4%, gli incrementi percentuali più significativi si registrano per Parma (+0,9%), Collecchio (+0,8%) e Salsomaggiore (+0,7%).

Gli stranieri

I nati stranieri sono in diminuzione, 40 bambini in meno rispetto all’anno scorso (-3,9%), un calo che non si era mai verificato in questa misura.

La popolazione straniera residente si avvicina  alla soglia delle 60 mila persone (precisamente 59.903 al 1° gennaio 2016, il 13,4% della popolazione complessiva).

Crescono le acquisizioni della cittadinanza italiana: erano state 1.150 nel 2013, sono state invece 1.947 nel 2014 (ultimo anno disponibile). Il dato è destinato ad aumentare ancora in futuro, con il raggiungimento del 18° anno di età da parte di quote sempre più ampie di persone nate in Italia da genitori stranieri.  

Le più alte percentuali di crescita della popolazione straniera le troviamo in diversi comuni montani o dell’alta collina (Tornolo, Terenzo, Pellegrino, Compiano); sono numeri bassi in valore assoluto, ma che in realtà demograficamente in crisi possono rappresentare un sostegno significativo.

La più alta incidenza degli stranieri sulla popolazione totale si registra nei comuni di Langhirano (20%), Calestano e Colorno (intorno al 18%-19%).

In generale la Montagna presenta valori percentuali più bassi; in alcuni casi, però, anche qualche comune montano raggiunge percentuali di presenza straniera piuttosto alte: ad esempio, Tizzano Val Parma (12,4%), Palanzano (10,2%) e Solignano (9,4%).

Per quanto riguarda le cittadinanze più numerose, al primo posto troviamo i Rumeni (tra le poche nazionalità in crescita rispetto al 2015), seguiti a breve distanza dai Moldavi (diminuiti, invece, dell’1,2% nell’arco dell’ultimo anno); in generale i cittadini dell’Est Europa si confermano il gruppo più numeroso tra gli stranieri.

Per varie delle principali nazionalità si registrano dei cali; tra le diminuzioni più forti si confermano, come l’anno scorso, quelle dei Marocchini (-3,4%) e dei Tunisini (-3,7%). 

In crescita, tra le prime dieci nazionalità presenti nel nostro territorio, oltre ai Rumeni, gli Indiani +4,4%. In generale sembra che la componente dei cittadini provenienti dal continente asiatico sia in crescita: Pakistan +13,4%, Cina +8,8%.

Gli stranieri raggiungono, nella fascia di età 25-34 anni una percentuale di circa il 27% rispetto alla popolazione complessiva; rilevante (25%) anche la quota di stranieri nella fascia 0-4. 

Cominciano ad avere qualche consistenza le persone straniere con 65 anni e oltre: sono ora 1.976 mentre erano solo 114 nel 1997.

Gli anziani

Le persone con 65 anni e oltre, hanno raggiunto il livello di 103.476 con una crescita dello 0,7% rispetto al 2015, del tutto analoga a quella registrata l’anno scorso.

I “grandi anziani” (da 75 anni in avanti) continuano ad aumentare e raggiungono il numero di 55.610; nell’ultimo anno si registra una crescita abbastanza consistente (1,7%) leggermente inferiore all’aumento del 2015 (+1,9%). 

Le persone con 80 anni e oltre nella nostra provincia sono 33.895, il 7,6% della popolazione complessiva (erano il 7% nel 2006). 

All’1.1.2016, inoltre, nella nostra provincia ci assestiamo, per il terzo anno consecutivo, sopra i 200 ultracentenari, 209 per la precisione. In leggero calo, quindi, rispetto al massimo storico di 220 registrato nel 2014.

Le fasce di età scolare

Tra le fasce di età scolare, crescono:

-    quella collegata alla scuola primaria, età 6-10 (588 unità, +2,7% rispetto all’anno precedente, ma +16,9% rispetto al 2009)

-    quella della scuola media, età 11-13 (195 residenti in più, +1,7% nell’ultimo anno e +11,2% rispetto al 2009)

-    quella della scuola superiore, età 14-18 (390 persone in più, +2,1% nell’ultimo anno, ma +10,5% se consideriamo come anno base il 2009).

L’unica classe di età in calo rispetto al 2009 è la 0-2 (-5,2%): il calo delle nascite degli ultimi anni si è già trasmesso su questa fascia di età, e nei prossimi anni farà sentire i suoi effetti anche sulle classi di età scolari successive.

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