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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Prezzi alle stelle: una famiglia parmigiana spenderà 2.400 in più rispetto all'anno scorso

In dodici mesi incremento dell'8,6%

L’indice dei prezzi al consumo Nic, registrato a Parma a gennaio 2023, evidenzia un incremento pari a +8,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e del +0,3% rispetto a dicembre 2022.

Tale dinamica si inserisce nel più ampio quadro inflazionistico nazionale. La variazione dei prezzi registrata in Italia a gennaio, pur evidenziando un rallentamento rispetto ai livelli dell’anno precedente, registra comunque un incremento tendenziale pari a +10% (valore in linea con il dato rilevato nel 1984). La variazione dell’indice NIC nazionale, a gennaio 2023, è determinata dalla contrazione dei prezzi dei beni energetici, in particolare quelli regolamentati (-12% su base annua, -25,7% rispetto a dicembre 2022). Se da un lato la flessione del prezzo del gas è stata recepita dall’Autorità energetica, con la rimodulazione delle tariffe per la fascia di maggior tutela, dall’altro occorre evidenziare gli
incrementi congiunturali dei carburanti e le decisioni di policy sulle relative accise. Il Gasolio per mezzi di trasporto incrementa del 4,6% rispetto a dicembre 2022 e la benzina del 5,8%. Le previsioni economiche per il 2023 elaborate dalla Banca d’Italia, che vanno oltre l’inflazione acquisita fornita da Istat (+5,1%) e sviluppate all’interno del quadro di incertezza dovuto al proseguimento del conflitto russo-ucraino, stimano una variazione annuale dei prezzi pari a +6.5%. Sulla base di tale quadro previsivo, declinato a livello locale, sono state sviluppate le stime delle spese aggiuntive che i parmensi sosterranno nel 2023. Più in particolare è stata sviluppata la previsione di incremento di spesa per una famiglia formata da tre componenti (+2.394,25 euro) e per un nucleo nel quale il principale percettore di reddito è ultrasessantacinquenne (1.897,04 euro), quindi in particolare famiglie di anziani mono e bicomponenti.

"Nel 2022 l’inflazione a Parma si è attestata al 7,6%, al di sotto di quella nazionale e regionale, pari rispettivamente a 8,1 e a 8,4% -spiega Fabrizio Ghidini, presidente di Federconsumatori Parma-. Un dato comunque enorme, che pesa e peserà per molto tempo sui bilanci delle famiglie della nostra provincia, a partire da quelle meno abbienti. L’importante riduzione del costo del gas nel Mercato Tutelato, alla quale dovrebbe seguire quella delle tariffe nel Mercato Libero e dell’energia elettrica, sono certamente una buona notizia, ma non ci proiettano di certo al di fuori dell’emergenza. Si è allargata ancora di più la forbice dei redditi, a sfavore di quelli medi e bassi, di quelli dei giovani e delle donne. Quando saranno a disposizione dati precisi potremo verificare la dimensione raggiunta dalla riduzione del potere d’acquisto del reddito da lavoro dipendente dei residenti in provincia di Parma nel 2022. Una riduzione che, per parte nostra, stimiamo tra il 5 ed il 6%. Una cifra enorme, che si aggiunge a quanto perso negli ultimi 15 anni, nei quali l’Italia è stata fanalino di coda nell’evoluzione dei redditi in Europa. Non sono in vista azioni che possano, anche parzialmente, colmare un fossato che continua ad approfondirsi, e che assieme alla crescita del costo degli affitti e delle abitazioni incide negativamente sulla costruzione di nuovi nuclei familiari, sui dati di natalità e conseguentemente sull’invecchiamento della popolazione. 

La richiesta di Federconsumatori Parma: la ripetuta crescita di prezzi e tariffe è stata giustificata dalle imprese, grandi e piccole, con quanto accadeva sul fronte bollette e sui carburanti. Aumenti a volte giustificati, ma più frequentemente a carattere preventivo e decisamente superiori ai reali incrementi dell’energia e delle materie prime. Ora, con il ridimensionamento di quei costi, si deve necessariamente aprire una fase di rientro di quegli incrementi, pena confermarne la loro natura speculativa. Nessuno inoltre può escludere che, anche in questa situazione, si insista ancora negli adeguamenti di prezzi, listini e tariffe. La richiesta di Federconsumatori Parma è che su questi
aspetti scendano decisamente in campo i soggetti pubblici preposti: Prefettura, Provincia, Comuni, Camera di Commercio. A tutti questi soggetti avanziamo una semplice domanda: cosa intendete fare per evitare un ulteriore peggioramento della condizione materiale dei cittadini e delle famiglie della provincia di Parma?”

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