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Cronaca

"Problemi di infiltrazioni e spazi insalubri in via Burla. E manca anche il riscaldamento"

Il dossier relativo all'attività di osservazione delle condizioni di detenzione svolta dall'Associazione Antigone Emilia Romagna e relativa alle visite effettuate nel corso del 2022, sottolinea le criticità della casa circondariale di Parma

Con il mese di dicembre si è conclusa l’attività di monitoraggio delle condizioni di detenzione condotta dall’Associazione Antigone Emilia Romagna con riferimento al 2022. Le visite effettuate dall’Associazione nel corso dell’anno appena terminato hanno riguardato la totalità delle carceri per adulti presenti in regione ovvero le case circondariali di Bologna, Ferrara, Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Forlì, Ravenna e Rimini, la casa di reclusione di Parma e la casa di lavoro di Castelfranco Emilia oltre che l’Istituto penale per i minorenni di Bologna. In riferimento alle carceri per adulti, l’Emilia Romagna si conferma essere una delle regioni, quantomeno del nord Italia, con il più alto tasso di presenze: al 31 dicembre 2022 erano 3407 i detenuti presenti in regione; tra questi 153 donne distribuite nelle 5 sezioni femminili presenti a Bologna, Modena, Piacenza, Reggio Emilia e Forlì e 1660 stranieri. In merito alla posizione giuridica ben 2561 detenuti erano condannati in via definitiva.

La Casa di reclusione di Parma, unico carcere di massima sicurezza della regione Emilia Romagna, visitata a dicembre 2022, ospita diversi circuiti: media sicurezza, alta sicurezza (AS3 e AS1), reparto SAI (Servizio di assistenza intensivo), 7 reparto "Crupi" (ove sono ristretti detenuti paraplegici) e 41 bis. I detenuti sono 684, di cui 228 stranieri, quasi esclusivamente concentrati in media sicurezza. "All'interno delle sezioni di media sicurezza e in particolare in quelle collocate all'interno del vecchio padiglione (sei sezioni) si riscontrano pessime condizioni strutturali - si legge nel dossier di Antigone ER - con problemi d'infiltrazione che rendono insalubri gli spazi e un generale clima di abbandono, in specie nelle tre sezioni dell'ala B del padiglione, ove continua a registrarsi la mancanza di riscaldamento, problema sollevato anche dal Garante regionale nelle settimane precedenti alla nostra visita. Nella sezione 3B, che appare destinata alla popolazione detenuta più marginale, abbiamo riscontrato almeno tre celle con infiltrazioni di acqua dal tetto e muffe diffuse: le celle sono state chiuse nel corso della nostra visita con il ricollocamento altrove dei detenuti lì alloggiati. A livello strutturale, anche le celle del reparto "Crupi", appaiono poco curate. Diversa la situazione dell'alta sicurezza ove pare esserci un clima maggiormente disteso e, in generale, una cura maggiore degli spazi. Buone invece le condizioni strutturali del nuovo padiglione dedicato alla media sicurezza, anche se mancano gli spazi per le attività, che vengono quindi svolte al vecchio padiglione. L'istituto ha visto l'arrivo di un direttore incaricato solo a settembre 2020 dopo un'assenza di circa dieci anni e manca la figura di un vice-direttore. Anche l'area educativa ha visto per alcuni periodi la presenza unicamente di uno o due operatori giuridico-pedagogici; di recente, sono stati assunti nuovi educatori per un totale di 6. Si segnala, infine, l’assoluta scarsità di opportunità di formazione professionale e lavoro, in particolar modo per la media sicurezza". 

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