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Cronaca

Processo Ospedale Vecchio: le prime fasi progettuali spiegate in Tribunale

Martedì 19 sono stati ascoltati i periti tecnici Stanghellini e Copiello. I due hanno ripercorso le vicende burocratiche rispondendo alla domande della PM Del Monte. La prossima udienza si terrà il 2 febbraio

E' stata rimandata al 2 febbraio la prossima udienza del processo sull'Ospedale Vecchio, una complessa vicenda giudiziaria, che martedì 19 gennaio ha avuto una delle sue numerose puntate.

Ascoltati presso il Tribunale di Parma i periti tecnici Stefano Stanghellini e Sergio Copiello, che hanno risposto non come imputati, ma appunto come tecnici, alle domande della PM Paola Del Monte. Domande volte a ripercorrere tutto l'iter progettuale, dall'apertura del bando per l'individuazione del promotore privato per il project financing, poi individuato nell'Associazione Temporanea d'Impresa Pizzarotti Foglia, fino al dipanarsi delle varie fasi – quattro i progetti presentati - che avrebbero dovuto portare al restauro della struttura di via D'Azeglio. Nel corso dell'udienza Stanghellini e Copiello hanno elencato una serie di date e cifre a partire dal 30 giugno 2003, data in cui il Comune di Parma aveva pubblicato l'avviso per la selezione del finanziatore privato a cui cedere in concessione una parte della struttura, perchè si occupasse del restauro totale dell'edificio e per cui anche della creazione della Cittadella della Carta e del Cinema. C'è da aggiungere che l'edificio è sottoposto a vincolo dal 1979, in base a una norma stabilita nel 1935, quindi il bando prevedeva che almeno il 50% del complesso di via D'Azeglio dovesse essere destinato a una funzione pubblica e forniva alcune indicazioni di massima sull'uso del resto degli spazi.

In seguito all'aggiudicazione del bando l'ATI Pizzarotti Foglia presentò una serie di documenti tecnici dettagliati e il primo progetto, che prevedeva tra le altre cose, la realizzazione all'interno dell'Ospedale Vecchio di una struttura ricettiva, di abitazioni – nella zona Sud Est prospicente a via D'Azeglio - di attività commerciali – sotto i portici - e di un parcheggio interrato a uso pubblico in vicolo Santa Maria. Alla Cittadella era destinato invece la zona Nord Ovest, caratterizzata dalla forma a crociera, che si presta alla creazione e alla presenza di archivi.

Dalle risposte dei due tecnici è emerso che la Commissione del Comune di Parma si espresse nell'aprile 2004 evidenziando alcune criticità, soprattutto per quanto riguardava le destinazioni commerciali e residenziali. La giunta fece proprie queste osservazioni, incaricando il geometra O.T. di prendere contatto con l'ATI Pizzarotti Foglia e comunicare le osservazioni.

Di qui nasce la seconda versione del progetto, su cui poi si espressero nel 2005 il Comitato Tecnico Scientifico del Ministero dei Beni Culturali e la Soprintendenza, ritenendo che si trattasse di un'opera di ristrutturazione e non di restauro.

Insomma una lunga saga, che dovrebbe avere la sua prossima puntata il 2 febbraio con il controinterrogatorio dei due periti, che sono stati ascoltati come testimoni.

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