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Cronaca

L'incubo delle ragazze in via Emilia: tra violenze, stupri e minacce

Le quaranta giovani, poco più che ventenni, venivano quasi tutte da un'unica città: Calarasi. Il sistema delle ritorsioni era più fluido per gli sfruttatori che spesso erano i fratelli, i cugini e anche i compagni delle donne

Se non rispettavano un ordine imposto venivano picchiate, se provavano a fare uno 'sgarro' al protettore di turno le loro famiglie rischiavano conseguenze in patria. E il legame era molto forte, visto che in alcuni casi gli sfruttatori avevano legami di parentela con loro: erano i fratelli, i cugini ma anche i compagni. Le ragazze, appena arrivate a Parma, venivano smistate e fatte prostituire nella parte di strada a loro assegnato: c'era un tempo massimo per la prestazione ed un orario fisso di lavoro. I 'protettori' prendevano i soldi che le ragazze guadagnavano, le usavamo come un vero e proprio bancomat. Nel condominio di via Lago Scuro le ragazze vivevano insieme ai loro sfruttatori: erano costrette a consumare anche lì alcuni rapporti sessuali con i clienti come in una sorta di casa degli appuntamenti, o meglio casa dello sfruttamento sessuale. Venivano anche organizzate trasferte all'estero per soddisfare alcuni clienti e funzionava anche la risposta ad annunci messi online. 

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