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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Prove invertite a Medicina: il commento dei medici parmigiani

Pioggia di ricorsi annunciati dopo la notizia dell'errore nell'inversione delle aree tematiche nella prova di accesso alla specializzazione e la possibile ripetizione, ora scongiurata, che a Parma avrebbe riguardato almeno un migliaio di persone

Con un comunicato arrivato nella tarda serata di ieri il Ministero dell’Istruzione pone fine a giorni di incertezza per migliaia di giovani medici sulla possibilità di annullare le prove di accesso alla specializzazione del 29 e 31 ottobre scorsi.  “A seguito di un confronto avuto con l’Avvocatura dello Stato e del verbale della Commissione si è deciso di procedere, dunque, con il ricalcolo del punteggio dei candidati neutralizzando le due domande per Area che sono state considerate non pertinenti dal gruppo di esperti. “Questa soluzione - spiega Giannini attraverso un comunicato diffuso - è il frutto di un approfondimento che ho richiesto da sabato convocando la Commissione nazionale e interpellando l’Avvocatura dello Stato per tutelare gli sforzi personali e anche economici dei candidati e delle loro famiglie a seguito del grave errore materiale commesso dal Cineca”. Un caso che ha generato polemiche e prospettava un alto numero di ricorsi e che con questa soluzione non manca di determinare discrepanze tra chi aveva risposto correttamente a queste due domande, perdendo 2 punti, e chi invece otterrà un premio di 0,60 avendo risposto in maniera errata. Un caso che probabilmente non si chiuderà con la soluzione trovata dal Ministero, sottolineano molti giovani medici che si sono riuniti sui social network per esprimere le proprie perplessità su un sistema che sarebbe dovuto essere innovativo e trasparente, basato sulla meritocrazia, ma che invece ha rivelato falle difficilmente sanabili a pochi mesi di distanza dall’emanazione del successivo bando.

A essere coinvolti nell’errore commesso dal Cineca che nelle prove d’accesso aveva invertito due aree tematiche, sono circa 12 mila giovani medici, che nell’incertezza sulla probabile ripetizione dell’esame a distanza di pochi giorni, il 7 novembre prossimo, hanno espresso posizioni contrastanti. “C’è chi difende a spada tratta il nuovo sistema chiudendo gli occhi sulle gravi falle che ha dimostrato di avere e chi invece quasi rimpiange l’impianto precedente, dominato da un sistema baronale dove l’unica possibilità per avere accesso era farsi raccomandare o lavorare duramente per dimostrare il proprio valore e sperare di accedere. Sino all’avvento della nuova modalità, la selezione era in mano ai poteri forti locali. La spinta delle associazioni di giovani medici per promuovere la meritocrazia negli ultimi anni è andata proprio in senso opposto, per liberarsi dal ricatto morale dei poteri forti in favore di una selezione più corretta”, commenta un giovane medico parmigiano che ha partecipato al concorso. La situazione su Parma è difficilmente analizzabile numeri alla mano, si calcola che ad aver effettuato la prova di ammissione siano stati almeno un migliaio di parmigiani, ma a causa dell’assegnazione della sede in diverse città della regione, non è noto con esattezza il numero delle persone coinvolte. Ciò che è certo è che le anomalie emerse dalla prova di ammissione con la nuova modalità sono di rilievo e mettono in luce un grave problema di carenza di vigilanza, come dimostrato dalle numerose foto postate sui social network dai candidati durante l’esame, nonostante il divieto di tenere con se i telefoni. Foto che mostrano aule in alcuni casi con computer molto vicini l’uno con l’altro, o altre realtà in cui invece era garantita una distanza adeguata. Casi come quello di Verona in cui per un misterioso black out i candidati sono stati fatti uscire dall’aula per un’ora per poi rientrare e sottoporsi alle stesse domande. O casi in cui, confrontando i punteggi affissi fuori dalle aule, si notano realtà con punteggi medi quasi massimi e altre più verosimili. Falle nel sistema di vigilanza ma non solo, come sottolineato da chi ha effettuato le prove dell’ultima sessione, con domande non indirizzate a mettere in luce le reali attitudini professionali del futuro specializzando ma quesiti apparentemente capziosi, su nozioni apprese in alcuni casi al primo anno e che salvo una specializzazione particolare è arduo ricordare, soprattutto per un giovane medico che ha alle spalle molti anni di studio. A fronte di ciò anche la totale assenza di una bibliografia, con ulteriori problemi logistici dati dall’assegnazione della sede con scarso preavviso, con data e ora comunicati in Emilia Romagna appena due giorni prima, costringendo in molti a spostamenti significativi non programmati.

L’errore commesso dal Cineca è stato quello di invertire le domande relative all’area clinica con quelle sull’area dei servizi, paventando sin da subito, attraverso un comunicato del Ministero, la possibilità di ripetere le prove del 29 e del 31 a distanza di una settimana, generando sconforto e amarezza tra i candidati, che si sono schierati inevitabilmente su posizioni opposte davanti a una “guerra tra poveri” per 5.500 posti a fronte di 12 mila concorrenti. Questo un altro dei problemi che determina un aggravarsi della situazione, il basso numero di borse di studio a fronte dell’alto numero di candidati. “Occorrerebbe esaurire questa sacca di persone che genera ulteriori discrepanze, arginabili trovando fondi statali per erogare un maggior numero di borse di studio e permettere agli specializzandi di lavorare, rendendo un servizio migliore al sistema sanitario nazionale”. Un divario tra concorrenti e numero di borse che è cresciuto negli anni portando alti livelli di competizione e a una lotta per la sopravvivenza su una prova che mette in gioco il futuro professionale di molti. Proprio da Parma la proposta inviata al Ministro Carrozza di spalmare tra tutti i candidati gli importi già previsti delle borse, in modo da raddoppiare il numero di specializzandi per ogni sede universitaria, stabilita sulla base dell'attuale concorso.

A questa soluzione potrebbe aggiungersi, propone un giovane medico parmigiano, la possibilità di revisionare il sistema di accesso alle scuole seguendo il principio della distribuzione tra tutti i concorrenti su un ciclo equivalente alla durata degli anni di specializzazione, con una revisione annuale degli importi mensili. Secondo l’allarme lanciato dalla Federazione nazionale medici e odontoiatri, entro il 2025 si rischia di vedere andare in pensione il 48% dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale a fronte di scarse previsioni di ricambio. Trovare i fondi per un maggior numero di borse di studio, invece, comporterebbe un vantaggio sia in termini economici, dato il costo minore di un medico specializzando rispetto a uno strutturato, e anche in termini sociali e sanitari, con uno sgravio sul lavoro e nei turni per chi è di ruolo. Davanti all’errore del Cineca e alla possibilità di ripetere le due prove in un’unica data con un preavviso di pochi giorni le preoccupazioni di chi era già partito in viaggio, chi ha avuto un bambino, chi era all’estero ed era tornato unicamente per effettuare la prova. Una soluzione, quella del Ministero, sulla quale ha influito probabilmente anche l’annunciata serie di ricorsi in massa e che sarebbe stato impegnativo risarcire, ma che secondo alcuni, non sarebbe una garanzia dello svolgimento trasparente della prova nella prossima sessione.

“I tempi per elaborare un concorso migliore c’erano – commenta un giovane medico parmigiano che ha partecipato alla prova nelle quattro date previste -, ora occorre stabilire un sistema di vigilanza esterno, garanzie di pari condizioni per il concorso in tutta Italia e quesiti con una bibliografia tenendo conto delle vere attitudini professionali di un medico che sceglie una specializzazione piuttosto che un’altra e non definizioni nozionistiche che sembrano avere l’obiettivo di dimostrare come non possa funzionare un sistema alternativo a quello baronale rimasto in piedi sinora”. Perché invece non seguire il modello spagnolo? Propongono alcuni giovani medici. Un esame unico per tutti che si svolge nello stesso giorno e alla stessa ora nelle diverse città spagnole su quesiti di medicina generale presentati in gran parte come casi clinici dove sul voto incide in parte minore anche la media accademica ma non il voto finale di laurea e dove successivamente, in base al punteggio in graduatoria, sarà possibile accedere in modo pubblico alla scelta della scuola di specializzazione.

In segno di protesta domani 5 novembre alle 10,00 i giovani medici scenderanno in piazza per difendere i propri diritti davanti alla sede del Ministero. Aperta per l’occasione anche la pagina fb “Manifestazione Medici Concorso Specializzazione 2014”. A prescindere dai possibili strascichi legali della vicenda e ai diversi pareri sulla soluzione trovata dal Ministero, i giovani medici chiedono a gran voce maggiore trasparenza e un sistema innovativo che garantisca davvero la meritocrazia, favorendo anche l’erogazione di un numero più alto di borse di studio per garantire un futuro a quanti intendono accedere alle scuole di specializzazione e offrire un servizio sanitario migliore per il Paese.

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