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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Debito e scandali, l'Audit: "Il Comune riveda il bilancio 2013"

"Molte restano ancora le questioni da accertare, a cominciare da quella di SPIP, il bilancio previsionale taglia servizi, prestazioni, posti di lavoro e alza le tariffe"

"Il nuovo capitolo dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica -esordisce la Commissione di Audit- sul precedente governo di Parma, denominata Public Money, apre un ulteriore squarcio su una forma di occupazione del potere a fini privatistici che ha esteso i suoi tentacoli in tutti gli ambiti in cui si esprime la vita della società civile: economia, editoria, impresa, servizi. Sull’altare di questo sistema di potere, che era sconosciuto alla maggior parte dei cittadini, sono state immolate nel corso degli anni le regole dello stato di diritto e la certezza della legge. È stato fatto scempio del patto di rappresentanza e con esso della sovranità dei cittadini e del loro potere di controllo sull’operato degli amministratori pubblici.

Ancor peggio: quel sistema di potere ha rubato i nostri diritti, alla casa, al lavoro, alla qualità della vita e dell’ambiente, alla scuola, alla cultura. Ha rubato la vita delle persone, che oggi si trovano consegnata una città al limite del default, in cui la speculazione edilizia, finanziaria, imprenditoriale ha favorito il crollo di interi comparti produttivi, la chiusura di piccole e medie imprese, la perdita di un migliaio di posti di lavoro e il ricorso massiccio alla cassa integrazione, la privatizzazione dei servizi, l’inaccessibilità per la maggioranza delle persone ai beni essenziali. Sull’altare della deregulation, di cui i precedenti amministratori andavano  tanto fieri, sono stati bruciati i diritti sanciti dalla Costituzione e al loro posto è stata istituita una fitta rete di privilegi, favori, protezioni, ricatti, condizionamenti.

Questo sistema esce smascherato dagli anticorpi ancora vivi e operanti all’interno delle istituzioni e dentro la società civile, che ha saputo contrapporre una forte mobilitazione popolare, che ha spazzato via la giunta Vignali. La cittadinanza è stata capace di imprimere una svolta significativa e restituire con ciò credibilità e senso alla politica stessa, attraverso la quale soltanto possono essere conquistati e conservati diritti, garanzie, tutele. Da un anno a questa parte la Commissione Audit di Parma ha chiesto con forte determinazione di procedere all’accertamento delle cause che hanno prodotto il debito pubblico di 867 milioni di euro, che venissero acclarate la sua composizione e le sue responsabilità, sollecitando la nuova Amministrazione comunale ad aprire un’indagine volta ad accertare i fatti, i contratti, le condizioni, gli atti che ne hanno determinato la formazione, e con essi i responsabili dentro la macchina comunale e quelli fuori, che si trovano nelle roccaforti del potere.

Molte restano ancora le questioni da accertare, a cominciare da quella di SPIP, che da sola ha accumulato un debito con le principali banche pari a circa un ottavo del debito complessivo, determinato dall’eccessiva disponibilità di danaro, dovuta alle erogazioni bancarie, che eccedevano il valore di mercato delle aree poste in garanzia. Rompere col passato è la ineludibile condizione di possibilità del rinnovamento stesso. Come è possibile procedere al riordino dei conti pubblici, omettendo l’accertamento delle responsabilità nella formazione del debito? Non farlo significa scaricare sui cittadini il ripianamento di un debito prodotto da tanto malaffare e non intraprendere strade alternative di uscita attraverso l’individuazione dei responsabili.

La prosecuzione dell’indagine della Magistratura, gli arresti “eccellenti”, gli avvisi di garanzia, la incredibile ragnatela del “sistema Parma” hanno confermato la giustezza delle richieste della Commissione Audit, evidenziando l’illegittimità di una parte di debito pubblico e dunque l’inaccettabilità del suo ripianamento attraverso una “politica di rigore”, cioè di “lacrime e sangue” per i cittadini incolpevoli. L’ omissione dei doverosi accertamenti da parte della nuova Amministrazione comunale ha comportato che venisse predisposto un Bilancio di previsione per il 2013 che taglia servizi, prestazioni e posti di lavoro, che alza tariffe, che impone tasse ai massimi livelli consentiti dalla legge. Particolarmente grave appare la scelta del competente assessorato di redigere un bilancio che si fonda su dati non sottoposti a quella indagine conoscitiva, ripetutamente richiesta dalla Commissione.

Apprendiamo ora con viva soddisfazione che la nuova Amministrazione ha deciso di costituirsi parte civile e che istituirà finalmente una commissione di indagine. Tale importante decisione, seppur tardiva e forzata dagli avvenimenti, comporta evidentemente che il presupposto su cui è fondato il Bilancio di previsione 2013 – i cittadini devono farsi carico del debito – debba cadere: il debito ha dei responsabili che sono stati in parte individuati, sui quali, insieme con coloro che ancora sono protetti dalle pieghe dell’anonimato, ricade l’onere del suo ripianamento.

Chiediamo pertanto alla Giunta comunale e ai consiglieri comunali che venga rinviata l’approvazione del Bilancio di previsione (usufruendo della proroga accordata dal Patto di stabilità), allo scopo di ridefinirne la linea strategica, relativamente ai tagli alla spesa sociale e alla politica di incremento delle tariffe e delle tasse, al modo di uscita dal “sistema partecipate”, all’individuazione dei debiti da liquidare, nella prospettiva di richiedere una moratoria sui debiti bancari. Il bilancio di un governo cittadino, che si vuole porre come alternativo ad una gestione privatistica della cosa pubblica, non può sostenere una politica di mera austerità, che è iniqua, inutile e dannosa".
 

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