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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

L’assalto in banca a Soragna, clienti e impiegati in ostaggio per ore e poi la fuga con i soldi: arrestati a Napoli

Le indagini dei carabinieri di Fidenza hanno permesso di risalire ai presunti autori della rapina dello scorso 10 novembre alla Bper del paese in provincia di Parma. Si tratta di due napoletani

L'assalto in banca, i clienti e gli impiegati minacciati con un cutter e sotto sequestro per ore. Tutti chiusi all'interno di ufficio. Loro, i rapinatori, col cappello in testa e la mascherina in viso, prendono i soldi e scappano a bordo di un'auto con la targa contraffatta. Quarantacinquemila euro e quasi cinque mesi di indagini. Ma quando forse hanno creduto di averla fatta franca, sono stati presi. 

I carabinieri della Compagnia di Fidenza, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, di 27 e 26 anni, residenti in provincia di Napoli, ritenuti i presunti autori della rapina aggravata commessa il pomeriggio dello scorso 10 novembre ai danni della Banca Popolare dell'Emilia Romagna di Soragna. 

I due devono difendersi dall’accusa di concorso in rapina aggravata dall’aver agito armati di cutter e con i volti travisati da cappello e mascherina chirurgica, oltre che di sequestro di persona per aver trattenuto contro la loro volontà impiegati e clienti dell’istituto di credito, ed altresì di porto di armi e concorso in falso per aver alterato la targa del veicolo utilizzato per la fuga.

L’indagine, condotta dai carabinieri dell’Aliquota Operativa coadiuvati dalla Stazione carabinieri di Soragna, è partita immediatamente dopo la rapina avvenuta, come detto, il 10 novembre 2022 ai danni della BPER di Soragna. 

Al momento dell’ingresso in banca c’erano tre dipendenti e cinque clienti, fatti accomodare in un ufficio, sotto la stretta vigilanza di uno dei due rapinatori, mentre l’altro, con il direttore, si occupava di prelevare i soldi, attendendo l’apertura temporizzata delle casseforti. 

Durante la rapina, gli autori hanno evidenziato esperienza e molto sangue freddo, facendo rispondere regolarmente i dipendenti al telefono dell’istituto di credito ed "invitandoli", con la minaccia del taglierino, a non insospettire gli interlocutori.

Visto il protrarsi del tempo per l’apertura delle casseforti, hanno fatto eseguire le operazioni previste per l’ora di chiusura, ovviamente trattenendo all’interno impiegati e clienti. Aperte tutte le casseforti ed impossessatisi di oltre 45mila euro, hanno intimato ai presenti di aspettare 15 minuti prima di dare l’allarme, al fine di evitare di legarli ed imbavagliarli, dileguandosi a bordo di una Lancia Y con targhe alterate. 

L’indagine è partita dalle testimonianze dei presenti, i quali - sebbene i rapinatori fossero con il volto coperto - sono riusciti a fornire ai carabinieri particolari del viso e dei capelli, rivelatisi fondamentali per la completa identificazione degli autori. 

Inoltre l’esame dei sistemi di videosorveglianza presenti in provincia di Parma, ha consentito di ricostruire il tragitto del veicolo e dei due presunti responsabili, ripresi prima dell’ingresso in banca a volto scoperto.

In questo modo si è risaliti all’individuazione del mezzo utilizzato, noleggiato qualche giorno prima in provincia di Napoli e all’identificazione dei due. A marzo uno dei due indagati è stato controllato dai carabinieri della Stazione di Soragna, mentre a bordo di un'altra vettura noleggiata circolava nel comune, il che può essere considerato un elemento di conoscenza del territorio da parte di soggetti provenienti da area geografica completamente diversa. 

Il 24 marzo scorso, l’Ufficio Gip del Tribunale di Parma, concordando con le risultanze investigative e con le richieste della Procura della Repubblica di Parma, ha emesso a carico dei due la misura cautelare della custodia in carcere poiché ritenuti i presunti responsabili di tutti i reati contestati.  Rintracciati a Napoli dai carabinieri di Fidenza che nella fase della cattura sono stati supportati dai colleghi della città campana, sono stati associati al carcere di Napoli Poggioreale in attesa dell’interrogatorio dinanzi al Gip, cui potranno esporre la propria linea difensiva.

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