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Cronaca

Asili, penalizzati figli dei detenuti. Cgil: "Rischio esclusione"

Dopo l'approvazione in Consiglio il sindacato ribadisce la contrarietà al regolamento che abbassa i punti per chi ha un genitore in carcere: "Il requisito dell'anzianità di residenza è limitante e non inclusivo"

Ieri in Consiglio comunale è stato approvato il nuovo regolamento per l'accesso alle scuole dell'infanzia, con i voti favorevoli della maggioranza. Già quando la bozza del testo era girata in Commissione aveva suscitato alcune critiche, nei due punti che riguardavano i nuclei monogenitoriali, per intendersi anche le ragazze madri, e i figli dei detenuti. Il primo punto è stato modificato, dopo le pressioni della minoranza mente il secondo è rimasto. I punti scendono da 40 a 24. Solo il consigliere di Parma Unita Roberto Ghiretti in Consiglio comunale ha sottolineato questo punto. "Non mi va giù, è un brutto segnale" ha dichiarato durante il suo intervento in Consiglio. Ora anche la Cgil sottolinea che si tratta di "un'ulteriore penalizzazione".

CGIL: "ULTERIORE PENALIZZAZIONE'. "Apprendiamo dai quotidiani locali che il Comune di Parma ha approvato a maggioranza il regolamento per l'accesso alle scuole d’infanzia per l'anno 2013, in merito al quale la Cgil provinciale aveva già espresso le proprie perplessità ed alcune contro-proposte. A tale proposito, la segreteria confederale riconferma di ritenere limitante e non inclusivo aver comunque, seppur ridimensionandone gli effetti, confermato il requisito dell'anzianità di residenza come criterio di accesso al servizio. La Cgil osserva inoltre che non sono stati risolti i problemi di quelle famiglie che anche in passato sono state costrette a portare i figli in due strutture diverse.

Quanto all’aver ridimensionato il punteggio per i nuclei monogenitoriali in cui il genitore risulta detenuto, il sindacato crede che questo rappresenti una ulteriore penalizzazione per bambini che già vivono una situazione difficile e che rischiano di essere esclusi dal servizio con pesanti conseguenze dal punto di vista educativo e della socializzazione".

"L'unica nota positiva che val la pena di sottolineare per un regolamento che consideriamo limitante è l'aver regolamentato l'accesso per tutti i lavoratori assunti con rapporti di lavoro anche atipici, che prima venivano esclusi. Rimane la convinzione che rispetto a servizi così “sensibili” come quelli educativi sia necessario aprire un confronto più ampio anche con le parti sociali, per poter individuare un sistema che possa dare risposta al vero nodo, che è quello di arrivare ad un forte ridimensionamento delle liste di attesa sia per quanto riguarda i nidi che sulla scuola dell'infanzia".
 

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