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Cronaca

Infanzia, Tagesmutter addio: arriva il progetto 'Una casa in più'

Il progetto non verrà confermato dall'amministrazione comunale. Al suo posto 'Una casa in più', una proposta sperimentale che coinvolge sia l'assessorato ai Servizi educativi che quello al Welfare

Il progetto Tagesmutter non verrà confermato dall'amministrazione comunale. Al suo posto il progetto 'Una casa in più', una proposta sperimentale che coinvolge sia l'assessorato ai Servizi educativi che quello al Welfare. “Questi servizi aggiuntivi – ha sottolineato il vicesindaco Nicoletta Paci, con delega ai Servizi Educativi – sono strumenti per offrire una maggior flessibilità alle famiglie per il sostegno e la cura dei propri figli laddove ci sono situazioni lavorative e di gestione famigliare particolarmente difficoltose”.
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Sono fondamentalmente due le proposte in cui si articola il progetto “Una casa in più”:

- indirizzare le famiglie con bambini tra i 4 e i 36 mesi  verso quelle tipologie di servizi che si sono consolidati negli anni e che si caratterizzano per essere  integrativi al Nido d’Infanzia, mirati a fornire un sostegno sociale al ruolo genitoriale, sia relativamente alla cura ed educazione dei piccoli che al bisogno di conciliazione dei tempi famiglia lavoro (educatrice domiciliare, spazio bimbi, NidononNido, ecc.);

- offrire ai genitori con bambini tra i 3 e i 6 anni uno strumento di supporto all’organizzazione famigliare, per conciliare in maniera più efficace i compiti di cura con il lavoro, soprattutto quando quest’ultimo impegna i genitori con modalità “non ordinarie” (orari disagevoli, forme contrattuali atipiche, ecc.), anche attraverso l’erogazione di un voucher di conciliazione, in presenza di determinati requisiti. Tale strumento potrà eccezionalmente essere rivolto anche a famiglie con figli minori di 3 anni quando si presentino condizioni particolarmente gravose per la gestione delle responsabilità famigliari e professionali.

A. Per la fascia di bambini più piccoli la normativa regionale in materia di servizi educativi ( L.R.1/2000 successivamente modificata nella legge n.6/2012) prevede varie forme, tra le quali i Servizi Domiciliari definiti anche “piccolo gruppo educativo” che permettono di dare risposta a esigenze di particolare flessibilità.  Il progetto “Una casa in più”, facendo riferimento ai servizi educativi attualmente presenti  a Parma - Educatrice Domiciliare e in modo particolare all’esperienza triennale del servizio sperimentale denominato NidoNonNido  -  intende promuovere lo sviluppo del servizio di Piccolo Gruppo Educativo, così come previsto dalla normativa, muovendo proprio da una possibile riconversione di questi servizi.

Questo servizio si caratterizza – come dice la legge regionale  - per il fatto che “privilegiando il rapporto personalizzato di piccolo gruppo, valorizza una peculiare intimità del contesto in cui ha sede il servizio indipendentemente dal luogo ove questo venga organizzato (residenza dell’educatore, altra struttura dedicata, luoghi di lavoro). I piccoli gruppi educativi organizzano la loro proposta educativa accogliendo fino a un massimo di sette bambini”. Trattandosi comunque di servizi educativi a tutti gli effetti, dovranno essere integrati nella rete complessiva dei servizi,  anche attraverso la funzione di coordinamento pedagogico.

Il Piccolo gruppo educativo potrà organizzarsi secondo i criteri definiti dalla normativa, cioè accoglienza di meno di cinque bambini per il quale è richiesta la presenza minima di un educatore affiancato da una figura (anche senza titolo, reperibile nei casi di necessità); accoglienza da cinque a sette bambini per la quale è richiesta la presenza minima di un educatore affiancato per almeno al 50% del periodo di apertura e con la reperibilità per il restante periodo da un’altra figura, anche senza titolo.

Il Servizio potrà essere a gestione privata, previa autorizzazione al funzionamento e il Comune può attivare una convenzione con uno o più gestori.  Oppure, nel caso l’Amministrazione possa mettere a disposizione spazi propri, dovrà essere espletata una gara per la concessione e gestione di Piccoli gruppi educativi prevedendo la presentazione di un progetto organizzativo ed educativo e il relativo canone di concessione. Deve comunque essere rilasciata l’autorizzazione al funzionamento.

Per avviare il nuovo servizio domiciliare “Piccolo gruppo educativo” da settembre 2013 sarà pubblicato entro marzo un avviso pubblico (bando) per la gestione di questo servizio in strutture proprie e/o nelle due di proprietà del Comune.

B. Per quanto riguarda invece la fascia di età 3-6 anni il progetto “Una casa in più” si propone di offrire uno strumento di conciliazione  basato sull’impegno di persone che sentono, per inclinazione personale e per esperienza, di poter svolgere alcune funzioni legate alla cura e all’accoglienza temporanea di bambini.

L’obiettivo che ci si è posti è quello di rafforzare la disponibilità dei servizi e/o degli interventi di cura a bambini per favorire i genitori nella conciliazione tra tempi di vita e di lavoro e soprattutto di potenziare i supporti atti a consentire alle donne la permanenza, o il rientro, nel mercato del lavoro, dopo una gravidanza; e sostenere i genitori quando sono impegnati in lavori caratterizzati da orari disagevoli, forme contrattuali atipiche, ecc.).

In particolare le famiglie che potranno accedere al servizio sono quelle che presentano esigenze particolari di accudimento di un figlio per qualche ora al giorno o qualche giorno la settimana per impegni legati a lavori saltuari, a chiamata, flessibili o per incarichi  temporanei (periodi di tempo limitati di qualche mese o qualche settimana); oppure  orari disagevoli di lavoro (nella primissime ore del mattino prima delle ore 7,30 o la sera dopo le 18,30,  o impegni  in attività organizzate per turni); o anche  lavoro nei giorni festivi e prefestivi.

Il servizio potrà inoltre essere attivato per  famiglie in difficoltà su segnalazione del Servizio Sociale Territoriale anche in deroga ai parametri reddituali previsti; o per una famiglia appena  trasferita nel Comune di Parma che non ha potuto accedere ai servizi educativi essendo le iscrizioni già chiuse, per bambini rimasti fuori dell’offerta di servizi educativi.

Solo in casi eccezionali famiglie con un bambino di età inferiore ai 3 anni potranno accedere a questa tipologia di servizio per esempio se vi sia la necessità per la madre o il padre di riprendere il lavoro già nei primi mesi di vita del bambino o  nei casi in cui il bambino nasca oltre il termine previsto per fare domanda per i servizi educativi; (impossibilità di fare domanda al nido); oppure si tratti di una famiglia appena trasferita nel Comune di Parma che non è riuscita ad accedere ai servizi educativi essendo le iscrizioni già chiuse; o ancora il bambino sia rimasto fuori dall’offerta  educativa del Servizi per l’infanzia del Comune di Parma per mancanza di posti disponibili, a fronte della presentazione di regolare domanda; sia presente un fratello più grande già seguito dal progetto di conciliazione; e infine se la famiglia viene segnalata dai Servizi sociali.

Per questa tipologia di servizio il Comune può erogare a famiglie che si trovino nelle situazioni indicate e con un ISEE tra € 7.500,00 e 28.000,00 un “contributo di conciliazione”
 Il contributo di conciliazione,  ha un valore pari a
• 70% della spesa sostenuta mensilmente per un numero massimo di  100 ore di sostegno per le famiglie con ISEE compresa tra 7.000,00 € e  10.000,00
• 50% della spesa sostenuta mensilmente per un numero massimo di  100 ore di sostegno per le famiglie con ISEE compresa tra 10.000,00 € e  20.000,00
• 40% della spesa sostenuta mensilmente per un numero massimo di  100 ore di sostegno per le famiglie con ISEE compresa tra 20.000,00 € e  28.000,00
In tutti i casi il contributo non potrà essere superiore a 300,00 € mensili. Il costo orario, rimborsabile nelle percentuali sopra indicate, non potrà essere superiore a 6,00 €  per ora d’intervento. I Contributi verranno assegnati fino all’esaurimento dello stanziamento destinato alla copertura finanziaria dell’iniziativa di conciliazione.

- Le persone interessate a svolgere compiti di cura ed accoglienza, possono iscriversi ad uno specifico Albo, se in possesso dei requisiti richiesti (ad. es. 25 anni di età; diploma di scuola media superiore o secondaria di secondo grado; avere un’ottima conoscenza della lingua italiana; essere in possesso di competenze tecniche e relazionali, attestate tramite certificati di frequenza a corsi di formazione della durata di almeno 250 ore su temi legati alla cura dell’infanzia, rilasciato da un soggetto accreditato per la formazione oppure essere in possesso di una attestato di frequenza a specifici corsi di formazione attivati dal Comune di Parma; ecc.)

Requisiti devono avere anche le abitazioni, messe a disposizione dai soggetti interessati all’iscrizione all’Albo (essere a norma rispetto alle disposizioni vigenti in materia di sicurezza degli impianti; avere locali ed arredi idonei per la sicurezza dei bambini ospitati; garantire le norme sanitarie che regolano la tutela della salute di tutti i bambini inseriti nella comunità infantile.). Al fine di favorire il passaggio dal precedente Progetto Tagesmutter al nuovo progetto “Una casa in più” è stato previsto un periodo di proroga fino alla fine di marzo 2013, dell’accreditamento dei Soggetti che oggi offrono il servizio di “Tagesmutter” e risultano iscritti nell’apposito Albo presso il Comune di Parma.

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