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Cronaca

Sfratto. Diritti in Casa: "Attivista aggredita da un carabiniere"

Una giovane di 29 anni denuncia: "Ho cercato di entrare per aiutare un uomo ma un carabiniere mi ha spinto due volte contro una scala". I carabinieri di Fornovo smentiscono. La sua versione confermata dall'inquilino che ricostruisce l'episodio

Uno dei tanti sfratti. Come per altre situazioni simili anche stamattina la Rete Diritti in Casa si è recata sul posto per cercare di arrivare ad una mediazione con il padrone di casa e l'ufficiale giudiziario, in attesa di una soluzione per la famiglia che vive all'interno dello stabile. Alla fine lo sfratto è stato rinviato al 7 dicembre ma qualcosa stamattina è andato storto.

LA RICOSTRUZIONE DELL'INQUILINO SUL POSTO

La Rete Diritti in Casa denuncia un'aggressione ai danni di un'attivista. "Ad un certo punto la situazione è precipitata -dichiara l'attivista in una nota- perchè uno dei due uomini che vivono nell'appartamento ha detto che si sarebbe suicidato ed ha tolto dal blister alcuni psicofarmaci. Gli ha presi in mano e ha detto che quella quantità sarebbe stata sufficiente ad ucciderlo. A quel punto, allarmata dalla situazione di emergenza, ho cercato di avvicinarmi all'uomo che aveva in mano le pastiglie per tentare di parlarci".

"Mi trovavo fuori dell'appartamento e stavo entrando -prosegue l'attivista- A quel punto un carabiniere mi ha spinta due volte con violenza e mi ha sferrato una ginocchiata nello stomaco. Sono finita contro una scaletta. Tutto questo è avvenuto davanti ad alcuni testimoni. Tra l'altro dietro di me c'erano le scale e la situazione mi esponeva ad ulteriori rischi. Ho riportato la lussazione della spalla. Il medico mi ha dato 10 giorni di prognosi per la lussazione".

I CARABINIERI DI FORNOVO: NESSUNA VIOLENZA. I carabinieri di Fornovo, per bocca del Comandante Maurizio Cardinali, smentiscono la notizia. Fanno sapere che non ci sarebbe stata nessuna violenza. La versione della giovane di 29 anni è stata confermata dal fratello della persona sfrattata questa mattina a Fornovo, presente in piazza per il corteo per chiedere il blocco degli sfratti e da altre persone presenti.

IL TESTO INVIATOCI DALLA RETE DIRITTI IN CASA
"Stamattina in via Nazionale a Fornovo. Era in corso uno sfratto, sono arrivata come attivista della Rete Diritti in Casa. Fuori c'era una macchina dei carabinieri (forse di Fornovo) due si sono aggiunte nel corso dello sfratto. C'era anche un'auto della Municipale con tre agenti. Alcuni carabinieri sono rimasti nelle macchine. Dentro c'erano 3 carabinieri, tra cui uno che aveva atteggiamenti come da responsabile. Aveva sui 50 anni: è lui che mi ha aggredito. Era l'unico che parlava e lo faceva in modo provocatorio. Il fratello dell'inquilino, che vive nell'appartamento, aveva in mano una quantità letale di pastiglie, il suo medico aveva certificato che ha problemi che lo potrebbero portare al suicidio. C'era il certificato medico che stabiliva che la persona ha tendenze autolesioniste. Quando il fratello dell'uomo un attimo prima aveva detto allarmato ai carabinieri che voleva buttarsi dalla finestra, la risposta dei carabinieri è stata: "Eh va be..lo raccoglieremo" in tono ironico.  Ad un certo punto l'uomo ha detto che si sarebbe suicidato ed ha tolto dal blister una scatola di psicofarmaci. Il carabiniere sui 50 anni, quello che sembrava il responsabile ha detto: "Prendili, che tanto c'è il medico". Sul posto infatti era presente il medico legale. A quel punto, allarmata dalla situazione di emergenza, ho cercato di avvicinarmi all'uomo che aveva in mano le pastiglie per tentare di parlarci. Mi trovavo fuori dell'appartamento e stavo entrando. Non ho avuto nessuna ingiunzione a non entrare. L'uomo ha detto: "Le sto prendendo, se prendo tutte queste pastiglie muoio".  A quel punto il carabiniere, presunto responsabile, mi ha spinta due volte con violenza e mi ha sferrato una ginocchiata nello stomaco. Sono finita contro una scaletta. Tutto questo è avveuto davanti ad alcuni testimoni. Tra l'altro dietro di me c'erano le scale e la situazione mi esponeva ad altri rischi. L'ufficiale giudiziario, invece, si trovava era sul pianerottolo della casa a parlare con il padrone di casa. La Rete Diritti in Casa sottolinea che non si può affrontare il dramma degli sfratti usando violenza e repressione ma con politiche sociali degne che tuteli il diritto alla casa per tutti e non solo i privilegi dei palazzinari.


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