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Cronaca Cortile San Martino / Strada Burla

Carcere al collasso: 629 detenuti e mancano i materiali per le pulizie

Visita in via Burla per il garante regionale detenuti. La capienza del carcere è di 382 posti, ne sono occupati quasi il doppio. Mancano gli agenti e i detenuti pericolosi sono 127 di cui 56 al 41bis

Alla prima visita nel carcere di Parma, Desi Bruno, garante regionale dei detenuti, sottolinea una particolare criticità, aldilà del cronico sovraffollamento italiano accompagnato dalle guardie penitenziarie sottorganico: la compresenza di reclusi in condizioni assai diverse. Ovvero 56 detenuti in regime di 41 bis, 71 in 'alta sicurezza', 83 tossicodipendenti. E la sezione per paraplegici (unica struttura in Italia), con dieci persone, senza che le strutture dedicate alla riabilitazione siano utilizzabili.

Chiuso da tempo anche il Centro diagnostico-terapeutico, in passato usato anche da altri istituti penitenziari. Al carcere di via Burla, Desi Bruno è stata accompagnata dal direttore dell'istituto Anna Albano e dal comandante della polizia penitenziaria, Andrea Tosoni. Rinchiusi 629 detenuti, tutti uomini (capienza regolamentare 382, 'tollerata' a 616): il dato conferma il sovraffollamento, ma qui il garante ha rilevato una situazione meno drammatica che in altri istituti, anche per una buona manutenzione (lavori di ristrutturazione, misure igieniche).

Altrettanto evidente la carenza di agenti: a una pianta organica di 479 elementi, ne corrispondono 418 assegnati e 366 effettivamente in servizio; peggiore la situazione degli educatori (nove in organico, quattro assegnati, tre in servizio). La carenza di personale di polizia risulta però più grave perché tanti detenuti richiedono livelli di sorveglianza massimamente incisivi. Oltre a preannunciare una verifica all'Ausl di Parma su tempi e forme della riapertura delle strutture sanitarie, il garante sottolinea come i continui tagli ai finanziamenti stiano determinando inedite difficoltà nel garantire elementari condizioni di pulizia delle celle e degli spazi comuni. E ha lanciato un appello alla società civile locale per una raccolta di materiali da pulizia. Poi, fuori dall'istituto, ha anche incontrato la Consulta Carcere di Parma, che riunisce le associazioni di volontariato.

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