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Protesta degli specializzandi di Medicina: "Riformare il concorso"

Nuova protesta degli specializzandi per chiedere una riforma del concorso per le specializzazioni mediche favorendo a un numero maggiore di laureati di migliorare la propria formazione. Mobilitazione al Maggiore in sostegno di quella nazionale a Roma

A quasi quattro mesi dall’ultima mobilitazione, gli specializzandi di Medicina tornano a protestare davanti all’Ospedale Maggiore di Parma per ribadire il diritto alla specializzazione medica chiedendo un aumento delle borse disponibili. “Vogliamo specializzarci”, il motto degli striscioni della protesta che vedrà oggi in Piazza Montecitorio a Roma il maggiore afflusso di studenti con una mobilitazione senza sigle a favore di una riforma del concorso per le specializzazioni mediche. Secondo quanto sostenuto da molti studenti di Medicina che oggi dal primo pomeriggio aderiranno alla protesta, l’iniziativa punta a difendere il sistema sanitario nazionale, perché dando possibilità solo a un numero esiguo di medici di specializzarsi si potrebbe arrivare a difficoltà del sistema di garantire i servizi attuali, aggravando il fenomeno di spostamento verso il privato, con conseguenti costi aggiuntivi per gli utenti. Lo stallo riguarda il capitolo di spesa per il finanziamento dei contratti di formazione specialistica per l’anno accademico in corso, da qui le richieste presentate dal Comitato pro riforma che punta sulla necessità di reperire risorse aggiuntive per incrementare il capitolo di spesa per la formazione medica specialistica a finanziamento ministeriale

Protesta specializzandi medicina al Maggiore

Il Comitato nell’avanzare le richieste per favorire la specializzazione medica individua possibili soluzioni come “Attingere alle risorse, cronicamente inutilizzate, del Fondo Sociale Europeo in mano alle Regioni. In tal proposito, la regione Campania, proprio utilizzando tali risorse, ha stanziato sino a 10 milioni di euro da destinare alla formazione post laurea di area sanitaria per il corrente anno accademico. Se le altre regioni ne seguissero l'esempio, si potrebbe arrivare a un consistente aumento dei posti messi a bando – sottolineano in una nota gli organizzatori -. Fare ricorso al “contributo di solidarietà” ( sui pensionati e pensionandi titolari di pensioni Enpam superiori ai 4800 euro mensili), i cui ricavati andrebbero a finanziare il capitolo di spesa relativo ai contratti di formazione delle scuole di specializzazione e molte altre voci di spesa riguardanti il mondo dei giovani medici.

Attingere al fondo "Garanzia per i giovani", uno stanziamento europeo per ogni Stato dell'Unione a vantaggio dell'occupazione giovanile. Proprio il 15 gennaio all'Italia sono stati destinati a tal fine ben 530,18 milioni di euro. E' notizia di questi giorni la volontà del nuovo Premier Matteo Renzi di estendere tale fondo anche ai giovani fino ai 29 anni, fino a 1,7 miliardi di euro come risorse a disposizione. Basterebbe destinare una percentuale inferiore al 4% di questo denaro ai giovani medici, ovvero 75 milioni, per finanziare ulteriori 3000 borse di specializzazione per quest'anno, arrivando al soddisfacente totale di 6500 borse (più eventuali borse regionali). Programmare attentamente il numero di nuovi accessi al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia affinché il numero di laureati sia proporzionale al numero di contratti di formazione specialistica. Ricordiamo che a fronte di 10 mila immatricolazioni in medicina (14 mila nel 2013 a causa dei ricorsi al Tar) i contratti di formazione specialistica sono attualmente 3300. Questo comporterà per oltre 5000 medici ogni anno l'impossibilità di divenire specialisti completando l'iter formativo. Il titolo di specialista è indispensabile per lavorare in conto e per conto del Ssn e , stante attuali norme di accreditamento istituzionale di molte Regioni, anche presso le strutture sanitarie private".

"Chiediamo quindi che gli ingressi a medicina siano regolati in modo da permettere ai laureati (circa il 90% di chi supera il test) di poter completare il percorso formativo specializzandosi”. Il Comitato chiede anche che si divulghi in tempi rapidi il regolamento del prossimo concorso di specializzazione indicando le modalità di svolgimento della prova. Tra le richieste della mobilitazione prevista per oggi anche l’emanazione del “decreto attuativo sulla revisione degli ordinamenti e delle regole di attivazione e monitoraggio delle Scuole di Specializzazione. Nel decreto legge L'Istruzione riparte, approvato definitivamente al senato lo scorso 7 novembre è stato infatti stabilito che entro il 31 marzo 2014 il Miur è chiamato a riorganizzare classi, tipologie e durata dei corsi di formazione specialistica riducendone in alcuni casi la durata, rispetto a quanto previsto dal DM 1 agosto 2005, con osservanza dei vincoli previsti dalla normativa europea. “I precedenti decreti del Miur, che hanno aumentato la durata dei percorsi formativi senza aumentare il capitolo di spesa, hanno prodotto questa drastica riduzione del numero di contratti di formazione specialistica, tagliando il futuro alle nuove generazioni di medici, impedendo loro un accesso al Ssn e di fatto costringendoli a cambiare Paese a discapito del SSN stesso. È necessario – concludono gli aderenti alla mobilitazione - garantire ai giovani medici e ai futuri medici la possibilità di una formazione post-laurea adeguata. Serve a noi, serve al nostro Paese, serve a voi”.

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