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Cronaca

Suini neri: delegazione croata in visita a Parma per l'allevamento

Una delegazione dalla Croazia in visita a Parma dal 1 al 3 maggio. Un’occasione per uno scambio di informazioni sulle tecniche di allevamento e di trasformazione delle carni di due popolazioni suine locali

Sarà l’occasione per uno scambio d’informazioni e per un confronto sul Suino nero locale e il Suino Nero di Slavonia, la visita di una delegazione croata a Parma prevista dal 1 al 3 maggio 2015. La visita - rende noto un comunicato diffuso - è resa possibile dal sostegno del Consorzio di Valorizzazione del suino Nero di Parma, della Provincia di Parma e del Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie dell’Università di Parma e dell’associazione degli allevatori del suino nero della Slavonia. La due giorni permetterà di scambiare informazioni sulle tecniche di allevamento e di trasformazione delle carni delle due popolazioni suine locali: i confronti sono già stati avviati, a livello scientifico, dalle relazioni fra Alberto Sabbioni del Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie di Parma e Sven Menčik della Facoltà di Medicina Veterinaria di Zagabria.

Nel corso del soggiorno a Parma la delegazione croata visiterà tre allevamenti di suino Nero di Parma (San Paolo di Brianti a Santa Lucia di Medesano; Antica Corte Pallavicina a Polesine Parmense; Sulsenti Riccardo a Lesignano dè Bagni), potendo così valutare la morfologia degli animali, le strutture di allevamento, i protocolli per la marcatura dei soggetti. Altri aspetti studiato dalla delegazione saranno le modalità di taglio e lavorazione delle carni per la preparazione di salumi, osservando alcune tecniche usate dai norcini locali. E’ prevista la degustazione di specialità tradizionali della Croazia e del nostro territorio, in modo da creare un’occasione per lo scambio di opinioni relative alla strutturazione della filiera, alle modalità di lavorazione della carne e di stagionatura dei prodotti. La delegazione sarà composta da Sven Menčik della Facoltà di Medicina Veterinaria di Zagabria, da Dominik Knežević Presidente dell’associazione degli allevatori del suino Nero della Slavonia (Croazia), da Željko Mahnet del Dipartimento per lo sviluppo e il miglioramento dei suini presso l’Agenzia di Agricultura della Croazia, da Dino Galvagno chef e giudice di Master Chef Croazia e da alcuni allevatori del suino Nero della Slavonia.

IL SUINO NERO DELLA SLAVONIA - Il Suino Nero della Slavonia è una delle due razze autoctone suine della Croazia. È stata creata nella seconda metà del XIX secolo, come incrocio tra razze (Mangalitza, Berkshire, Poland China e, in misura minore, Large Black). La razza è stata creata nella parte orientale della Slavonia (parte continentale della Croazia) vicino alla citta di Osijek, nella tenuta del conte Leopold Pfeifer; per questo, quindi, viene chiamata anche suino di Pfeifer o maiale Fajferica. In questa zona è anche diffusa la maggior parte degli allevamenti. Alla fine del XIX secolo la razza è stata premiata in numerose mostre, e nell’anno 1873 è stata riconosciuta e premiata con la medaglia d’oro dell’Esposizione per la qualità della carne all’Università di Vienna per la sezione zootecnica dei suini. Gli animali sono allevati al pascolo e nel bosco, con una integrazione alimentare di mais durante i mesi invernali. In un numero ridotto di casi l’allevamento del suino nero della Slavonia avviene per la maggior parte all’aperto, con il periodo finale dell’ingrasso al chiuso. L’allevamento comprende diverse categorie, in base alla tipologia dei soggetti: lattonzoli (fino a 20 kg, con una età al massimo di 90 giorni), magroncelli (30-50 kg), magroni (fino a 85 kg), grassi (fino a 130 kg, 150 o anche 180kg, di età fra 13 e 16 mesi), scrofe e verri. Prima di tutto è una razza rustica e resistente alle malattie. Dal 1990 al 1997 la situazione nazionale ha impoverito la specie autoctona, e ha visto una maggior attenzione verso specie più interessanti a livello economico, mentre le razze locali sono state sottovalutate, oltre che trascurate. Grazie all’interesse di un sempre maggior numero di allevatori, negli ultimi anni il numero di capi è in crescita (alla fine dell'anno 2014 vi erano 145 allevatori iscritti all’Agenzia Agricola Croata, con più di mille scrofe riproduttrici).

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