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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Tamponi e vaccini per i profughi: l'iter anti Covid per chi scappa dalla guerra

Sono quasi 300 le persone arrivate dall'Ucraina: molti si sono messi in salvo grazie alla rete parentale. La dottoressa Giordano spiega la presa in carico dal punto di vista sanitario

Donne con bambini, ragazzi accompagnati da amici italiani. Scappano dalle bombe di Kiev, attraversano il confine varcadolo da Leopoli. Fuggono da una guerra che si portano dentro. Forse per sempre. I profughi arrivati a Parma sono quasi 300, molti di questi sono in città e sul territorio provinciale perché hanno sfruttato la rete parentale. Parma ha aperto le sue braccia e ha accolto diverse persone costrette a ricominciare da zero, causa una guerra folle che miete vittime tra i civili e rade al suolo città.

Una volta in città, di loro si prendono cura i sanitari. Rosanna Giordano, medico del Dipartimento di Sanità Pubblica di Parma, ci spiega in che modo si svolge l'iter sanitario di presa in cura dei profughi. "Dal punto di vista sanitario,le persone che stanno arrivando sul nostro territorio verranno gestiti seguendo un paio di passaggi fondamentali. Noi dell’Ausl riceviamo elenchi delle persone presenti naturalmente da diverse fonti, quindi c’è una collaborazione con la Questura, la Prefettura e i sindaci del territorio che hanno una maggiore conoscenza della situazione che riguarda gli arrivi. Da questi elenchi viene attribuito a queste persone il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), rilasciato dalla Struttura di Sanità Pubblica e serve per poter poi accedere a tutte le prestazioni sanitarie. Noi prendiamo in carico le persone che arrivano e come prima cosa effettuiamo tamponi di screening per la ricerca di SARS-CoV-2 perché bisogna naturalmente accettare la presenza di positivi e, nel caso ce ne fossero, isolarli e permettere loro di fare la quarantina, isolando eventuali contatti. Chi è positivo avrà la possibilità di fare la quarantena nei covid-hotel a disposizione dell’Ausl, tranne se il soggetto non sia domiciliato e usufruisca già di un’abitazione o di un luogo nel quale svolgere correttamente l’isolamento.

Il secondo passaggio, se non è stata effettuata nessuna dose di vaccino, è quello di proporre un ciclo vaccinale. Nel caso di presenza di ciclo vaccinale base, suggerire una dose booster, per avere completezza del ciclo vaccinale. Alle persone alle quali è stato attribuito il codice STP è riservato l’accesso a tutte quante le prestazioni  mediche: possono quindi effettuare visite e controlli con la presa in carico in toto dal punto di vista sanitario. Quelle che sono arrivati sono persone che hanno fatto leva sulla rete parentale, o si sono mossi per mezzo di conoscenze, sono un po’ sparsi su tutto il territorio. Molti altri ne arriveranno". 

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