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Cronaca

Sgominato traffico internazionale di auto rubate: 5 arresti, 2 latitanti

26 persone indagate, 40 auto sequestrate. Maxi operazione della Polizia Stradale di Parma che ha azzerato la rete criminale che si occupava di ripulire le automobili e rivenderle sul mercato. Al centro una concessionaria di Fidenza

Nell’ambito dell’attività specialistica della Polizia Stradale sul tema della prevenzione e della repressione del furto e del successivo riciclaggio nazionale ed internazionale di veicoli, nonché la falsificazione dei documenti connessi (carte di circolazione, certificati di proprietà dichiarazioni di vendita ecc….), la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Parma, coordinata dalla Squadra compartimentale di Bologna, ha svolto sotto la direzione della Procura della Repubblica di Parma - dott. Roberta Licci complesse indagini, avviate nell’anno 2010, che hanno permesso di smantellare un sodalizio criminoso dedito al riciclaggio d’autovetture.

Questi i fatti. Nel quadro della collaborazione istituzionale con gli Uffici Pubblici deputati alla trattazione delle pratiche automobilistiche, personale della Sezione di Parma ha acquisito dal Conservatore del P.R.A. una denuncia contro ignoti con la quale si segnalava il deposito presso quell’ente di un documento riportante dati non congrui a quelli censiti.

Il conseguente controllo dei certificati, operato dal personale specializzato appartenente a questo Organo investigativo, permetteva dapprima di far emergere la falsità dei documenti utilizzati per la richiesta della formalità (perché provento di furto in bianco presso Uffici della ex MCTC e del PRA Campobasso e di Napoli) e successivamente di procedere al sequestro del corrispondente veicolo, in via di immissione sul mercato parmense da parte di un salone automobilistico di questa provincia; mezzo anch’esso provento di delitto perché di origine furtiva.

Le verifiche svolte permettevano di ricostruire l’ingegnoso sistema utilizzato dai criminali che, dopo aver acquisto il bene provento di delitto, ne avevano sostituito i dati identificativi (numero di telaio e targhetta del costruttore) ed applicato targhe e documenti apocrifi compilati con dati “copiati” da altri veicoli regolarmente in circolazione ed in possesso dei legittimi titolari.

Di più. Con l’uso di false carte d’identità riportanti i dati degli ignari detentori delle auto originali, i beni riciclati venivano immessi in circolazione e ceduti a terze persone esse pure inconsapevoli della provenienza illegale.

L’ attività di controllo e di verifica svolte all’interno dell’esercizio commerciale “Gnani & Pizzi” con sede in Fidenza, ditta che, all’esito delle indagini è risultata essere la porta attraverso la quale transitavano i veicoli di illecita provenienza prima di essere reimmessi sul mercato, ed ove è stato sequestrato il veicolo di cui sopra si è detto, confermavano che tale esercizio era utilizzato come anello terminale di una più complessa attività delinquenziale.

Infatti, presso la concessionaria, peraltro assai nota in ambito provinciale e munita di tutte le autorizzazioni commerciali necessarie per operare sul mercato dei veicoli nuovi ed usati, il personale operante individuava e sequestrava alcune decine di autovetture in via di cessione o già vendute ad ignari acquirenti parmensi, transitate nell’arco di un semestre e rivendute.

Le investigazioni compiute, anche attraverso l’ausilio di strumenti tecnici, permettevano di pervenire all’individuazione ed al sequestro di 40 autovetture riciclate con le modalità predette (di esse 25 circolanti sul territorio della provincia di Parma), per un valore di mercato di oltre € 700.000,00 e di sequestrare circa 100 documenti contraffatti.

L’organizzazione criminale dedita a tali traffici, che aveva posto le basi in questa provincia, veniva smantellata identificando tutti i partecipanti dei quali erano altresì delineate le rispettive mansioni (promotori, intermediari, falsario, “venditore”) nonché dei soggetti che a vario titolo avevano preso parte al fatto criminale.

Grazie alle indagini è stato altresì interrotto un ulteriore traffico internazionale di alcuni altri veicoli, posto in essere sempre dalle medesime persone, rubati in Italia ed illecitamente esportati in Spagna ove erano venduti, con la compiacenza della criminalità locale, tramite annunci posti sulle riviste specialistiche di alcune città iberiche. In queste circostanze tre soggetti intenti a trasportare i veicoli all’estero, sono stati sottoposti a fermo di p.g. sussistendo gravi indizi in ordine al delitto di riciclaggio.

A conclusione delle investigazioni il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Parma dott. Roberta Licci ha ottenuto dal GIP del Tribunale di Parma 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui 5 già eseguite, mentre 2 soggetti si sono allo stato sottratti alla cattura e le ricerche sono in corso. 26 persone che, a vario titolo, collaboravano con l’organizzazione sono state denunziate in stato di libertà.

Da ultimo si pone evidenza sul grave danno patrimoniale cagionato, non solo ai soggetti cui i veicoli sono stati rubati, ma anche a coloro che, pur restando di fatto proprietari di un bene lecitamente acquistato, se ne vedevano spogliare giuridicamente perché, con la falsa documentazione utilizzata, la proprietà passava ad altri. Nondimeno la ricaduta sui costi delle polizze assicurative per il rischio del furto che si riverbera sulla collettività: infatti tra gli indici utilizzati dalle compagnie assicurative al fine valutare l’aumento dei premi RCA ricade anche il passivo derivante dal risarcimento del danno per i furti di veicoli.

 

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