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Cronaca

Unioni Civili, la Camera approva la fiducia al ddl. Le riflessioni delle associazioni LGBT cittadine

Via libera definitivo alla Camera per il testo di legge Cirinnà sulle unioni civili. Passa la legge con la fiducia del governo. Un passo storico? Commenti dalle associazioni LGBT di Parma.

Incassa la fiducia del governo e ottiene il via libera il testo di legge Cirinnà sulle unioni civili.

Il decreto legge passa alla Camera con 372 favorevoli e 51 contrari, sponda governativa dei verdiniani e Forza Italia mentre si sono astenuti Movimento 5 stelle e Possibile di Pippo Civati.

"Un traguardo storico" annuncia il Pd insieme ad alcune associazioni LGBT nazionali che ieri hanno accolto i promotori del testo (Cirinnà, Boschi e Concia) fuori da Montecitorio.

Il ddl aveva infuocato la battaglia politica degli scorsi mesi riguardo al matrimonio per le coppie omosessuali e soprattutto alla Stepchild adoption.

L'appovazione della legge da parte della maggioranza deriva proprio dallo stralcio della stepchild dal ddl, in dissenso a questa scelta la deputata Michela Marzano ha lasciato il PD in "quanto trionfalismo per una legge già vecchia".

Nella legge la possibilità di adozione del figlio del partner viene lasciata nuovamente all'interpretazione del giudice.

Intanto le associazioni cattoliche insieme al Carroccio e parte della destra hanno annunciato di voler richiedere un referendum abrogativo sulla legge appena passata.  

Ma cosa prevede allora il Ddl Cirinnà?

L'unione civile sarà iscritta nel registro comunale e dovrà avvenire davanti ad ufficiale di stato (sindaco o ufficiali comunali) e alla presenza di due testimoni.

E' possibile per le coppie etero e omosessuali maggiorenni, senza interdizzioni per infermità mentale, senza legame di parentela con il partner e senza condanne per omicidio.

I coniugi devono rispettare i diritti e doveri applicati dal codice civile in materia di matrimonio.

A livello assistenziale vengono riconosciuti alla coppia i diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione e separazione dei beni, subentro nel contratto di affitto, la convivenza non dà diritto però alla pensione di reversibilità.

I partner possono regolare rapporti partrimoniali tramite contratti di convivenza con un atto pubblico o scrittura privata autenticata da un notaio.  

In caso di separazione il contratto di convivenza potrà essere sciolto per: accordo delle parti; recesso unilaterale; matrimonio o unione civile tra i conviventi o tra un convivente ed altra persona; morte di uno dei contraenti. La risoluzione del contratto di convivenza determina lo scioglimento della comunione dei beni. Resta in ogni caso ferma la competenza del notaio per gli atti di trasferimento di diritti reali immobiliari comunque discendenti dal contratto di convivenza.

Il commento delle associazioni LGBT cittadine a Parmatoday:

Il commento di Elena Antelmi, presidente dell'associazione cittadina LGBT, OTTAVO COLORE- Riguardo al DDL mi sento di dire un NO, il decreto non è completo. Ovviamente sono entusiasta che finalmente, dopo anni di lotte, di promesse e aspettative deluse, finalmente il mio paese sia riuscito ad uscire dalla "lista nera dei paesi incivili" che ancora non riconoscevano in alcun modo le coppie omosessuali e non prevedevano alcuna tutela per i figli delle coppie omogenitoriali. Ora, dopo l'approvazione di questo decreto, ovviamente prevale la gioia di aver finalmente ottenuto un riconoscimento, la soddisfazione da parte delle coppie omosessuali di potersi finalmente sentire riconosciute e legittimate dallo stato, di aver "cominciato ad esistere" finalmente per il proprio paese. Quello che ovviamente ha molto deluso è il fatto che alla approvazione finale sia arrivata una legge mutilata, in cui è stata tagliata una delle parti fondamentali che riguardava la tutela dei figli delle coppie omogenitoriali che tuttora sono rimasti senza diritti e senza tutele esattamente come prima del Cirinnà. Ma, come giustamente stanno dicendo un po' tutti in questi giorni, ora abbiamo qualcosa, abbiamo una legge che esiste e che si può migliorare, che si deve migliorare, ma sarà sempre più facile che partire da zero. Rimane l'amaro in bocca per tutto il dibattito "senza filtri" che c'è stato in questi mesi in cui si discuteva il decreto, dibattito molto pesante, spesso inopportuno, in cui non si discuteva sulla legge ma ancora sul fatto che fosse "giusto o sbagliato", "naturale o innaturale" che due persone dello stesso sesso potessero amarsi e avere una famiglia. Rimane l'amaro in bocca a pensare alle poche, se non nulle, tutele che ancora hanno i figli di famiglie arcobaleno in Italia, le difficoltà che le persone transessuali hanno nel nostro paese per colpa di una legge ambigua e inadeguata che rende difficilissimo ottenere il cambio di sesso all'anagrafe, di poche tutele legali nel caso di offese pubbliche e discriminazioni di stampo omofobo.

Detto questo, ieri è stato un giorno bellissimo per l'Italia, oggi possiamo festeggiare ma domani bisogna ripartire, resistere e non smettere di lottare, perché la strada che il nostro paese deve fare in ambito di diritti civili è ancora lunga.

Elisabetta Ferrari, presidente dell'associazione AGEDO di Parma - 

11 maggio 2016, il testo sulle unioni civili è ampiamente passato alla Camera. Certo l'approvazione del testo è un fatto importante perchè porterà tantissime coppie a vedere riconosciuti giuridicamente molti diritti sociali, dato che in Italia prima non esisteva niente per le persone omosessuali e quindi verranno risolti importanti problemi pratici che le coppie dello stesso sesso si trovano ad affrontare ma come dice Michela Marzano non parliamo di rivoluzione o di svolta epocale: questa legge nasce già "vecchia" in quanto corrisponde a quella approvata in Francia nel lontano 1999 mentre abbiamo al contrario una società che è in continua evoluzione. Non si parla di famiglia ma di "specifiche formazioni sociali, di fatto si crea una discriminazione nei confronti delle persone perché omosessuali e quindi per tale motivo impossibilitate ad accedere all'istituto matrimoniale. Risulta evidente la grave frattura con la nostra Carta Costituzionale, art. 3. Si sono accolte, nel corso dell'iter legislativo gravi e mortificanti modifiche al testo iniziale, un testo già di suo molto al ribasso rispetto alle promesse fatte in precedenza da questo governo, come l'esclusione dell'adozione dei figli o figlie da parte del genitore non biologico della coppia, quindi la fortissima discriminazione delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno, le nostre e i nostri nipoti, che vengono non solo ignorati ma restano senza tutela alcuna nella dignità dei loro affetti più profondi. Questa legge sancisce anche l'esclusione dall'obbligo di fedeltà che è come certificare che queste coppie sono inaffidabili e non possono costruire un solido e continuativo rapporto familiare e genitoriale. I nostri figli e figlie escono dall'invisibilità ma rimangono comunque cittadine e cittadini di serie B. Continueremo a rivolgerci ai e alle giudici per ottenere quello che la legislazione non ci ha dato per ottenere il riconoscimento al diritto fondamentale alla vita delle persone omosessuali e ai diritti per i loro bambini e bambine. Vigileremo affinchè i Decreti Attuativi della legge sulle unioni civili vengano resi possibili in breve tempo, senza lungaggini di sorta. Questa legge approvata, pur con vistosi limiti, cambierà il nostro Paese, da qui noi associazioni ripartiremo con ancora più determinazione e con la volontà che i diritti sono un bene comune e devono appartenere a TUTTE le persone altrimenti sono privilegi. Le cose cambiano ma c'è subito molto da lavorare.

ARCIGAY Parma con il commento del segretario nazionale Gabriele Piazzoni - E' un passo storico ma non è la legge che volevamo in quanto è una legge con ancora tanti "buchi" e non dà la piena uguaglianza di diritti, c'è ancora tanta strada da percorrere ma è sicuramente una svolta. Un passo storico che fà cadere un muro, quel muro della totale indifferenza dello Stato verso le persone omosessuali. Sono 30 anni che chiediamo il riconoscimento dei diritti di coppia e questa legge, se pur non accogliendo in pieno le nostre richieste, è un primo passo che ci permetterà con maggior facilità di portare avanti la battaglia per la piena uguaglianza. 

Un pezzo di comunità è rimasta indietro, le famiglie omogenitoriali che non hanno visto tutelati i propri figli, la politica su questo ha preferito rimandare ai tribunali e noi infatti da domani saremo ancora in pista per combattere ancora per il matrimonio egualitario fino a quando non ci sarà più alcuna discriminazione e per il pieno riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali e le tutele dei propri figli.

Vogliamo cogliere la nomina a Ministro per le pari opportunità alla ministra Boschi come una volontà del governo di porre l'attenzione su questa questione e quindi su di una riforma delle adozioni in cui, dal nostro punto di vista devono essere inserite le coppie omosessuali. 

Pagina che si chiude senza trionfalismi o si festeggia all'obbiettivo raggiunto?

Il passo storico c'è stato, la comunità Lgbt vorrà festeggiare per il primo e importante risultato, è la più grande vittoria ottenuta da tutto il movimento italiano. Dopo 40 anni di lotte festeggiare è importante ma bisogna ricordarsi che la strada è ancora lunga e da domani saremo di nuovo pronti per raggiungere la piena uguaglianza.

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