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Università, finanziamento triennale dell'Airc per una ricerca sugli inibitori delle Efrine Kinasi

L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha assegnato ad un gruppo di ricerca dell’Ateneo di Parma coordinato dal prof. Massimiliano Tognolini un finanziamento triennale di 260.000 euro per l’ottimizzazione di ligandi del sistema Eph-ephrin

L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha assegnato ad un gruppo di ricerca dell’Ateneo di Parma coordinato dal prof. Massimiliano Tognolini un finanziamento triennale di 260.000 euro per l’ottimizzazione di ligandi del sistema Eph-ephrin come potenziali farmaci a bersaglio molecolare. Il sistema Eph-ephrin svolge un ruolo di primaria importanza nella regolazione e nello sviluppo embrionale, tanto che la sua assenza provoca malformazioni congenite o aborti. La sua presenza negli individui adulti è molto più limitata, tuttavia si può trovare un’espressione molto elevata in un’ampia varietà di tumori solidi. In questi casi esiste una correlazione diretta tra la quantità di Eph kinasi ed efrine presenti e l’aggressività tumorale.
 
Recentemente, il gruppo di ricerca guidato dal prof. Angelo Vescovi (Università degli Studi di Milano-Bicocca), ha dimostrato che un’alterata attivazione di una di queste proteine (EphA2 in particolare) promuove significativamente la proliferazione delle “cellule staminali tumorali”.
 
In questo contesto, il gruppo di ricerca del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli studi di Parma coordinato dal prof. Massimiliano Tognolini e dal prof. Alessio Lodola è impegnato da alcuni anni nella ricerca di piccole molecole in grado di interferire con l’attività di queste proteine. Durante una prima fase esplorativa svolta tra il 2009 e 2011, grazie ad un precedente finanziamento regionale dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, era stato possibile scoprire una piccola molecola, l’acido litocolico, in grado di interferire con l’attività del sistema Eph-ephrin. Tuttavia la scarsa potenza e la presenza di effetti collaterali non ne rendevano possibile l’impiego. Ciononostante, grazie al contributo del Ministero della Ricerca (Futuro in ricerca), è stato possibile sintetizzare molecole più potenti e con una promettente efficacia in vitro, ma non in grado di essere assorbite e distribuite nell’organismo.
 
L’attuale progetto, in collaborazione con la prof. Anna Maria Cantoni (Dipartimento di scienze medico veterinarie dell’Ateneo di Parma) e il prof. Marco Rusnati dell’Università degli di Brescia, si propone di superare gli ultimi limiti che impediscono la somministrazione orale di questi composti con lo scopo di valutarne l’efficacia antitumorale in vivo.

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