Vaccini, Pizzarotti: "Prima le fasce deboli, poi gli uffici amministrativi"
Il sindaco sul caso di una ragazza con la sclerosi multipla: "Ma possibile che in Italia debba spesso funzionare alla rovescia?"
"Al governo chiedo che l'accesso al vaccino segua una procedura organizzativa chiara e legata allo stato di necessità delle persone". Così sulla sua pagina Facebook il sindaco di Parma Federico Pizzarotti che segnala il caso di una studentessa con residenza a Parma da 3 anni, a cui è stata diagnosticata la sclerosi: il padre ha scritto una lettera al sindaco, chiedendo quando sarà fatto il vaccino covid a persone con invalidità. "Buongiorno sindaco - è scritto nella lettera al sindaco - si sta parlando di fare i vaccini per il covid ai docenti universitari e alle forze dell'ordine, ho una figlia studentessa con residenza a Parma da 3 anni e che purtroppo gli è stato diagnosticato di avere la sclerosi gli è cambiata la vita totalmente, le chiedo ma quando le faranno il vaccino per il covid? Spero si sia parlato dei vaccini per le persone con invalidità".
"Questo genitore ha pienamente ragione - scrive Pizzarotti - sono dalla sua parte: sono pronto a fare una battaglia di giudizio e di merito. Ma possibile che in Italia debba spesso funzionare alla rovescia?". "Parto dalle recenti parole del presidente Draghi: ognuno faccia la propria parte per chiudere la stagione terribile del covid. Facciamola davvero, però. La campagna vaccinale è doverosamente partita dalle fasce di età più anziane perché colpite dal virus - spiega Pizzarotti -. Deve però continuare liberando dal rischio contagio le fasce più deboli della società, come una ragazza affetta da sclerosi, e quelle a stretto contatto con moltitudini di persone: dottori, forze dell'ordine o insegnanti di asilo ed elementari".
"Soltanto dopo, ma soltanto dopo - scandisce il sindaco di Parma - dovrebbero essere vaccinati i vari uffici amministrativi: universitari, ospedalieri, degli enti pubblici e delle varie istituzioni, i cda delle multiutility e, infine, tutte quelle categorie non direttamente a contatto col pubblico". "Allora chiedo- argomenta -: che ratio si sta seguendo? Vengono vaccinate prima le categorie legate ai 'servizi essenziali'? Se così è credo sia un problema: un conto sono i servizi essenziali, che in fase di lockdown devono rimanere aperti, un altro sono le categorie di lavoratori che più di altre vivono a contatto col pubblico. 'Servizi essenziali' e "contatto col pubblico" non sono strettamente sinonimi".
"Noi sindaci - mette in chiaro -, pur essendo la massima autorità sanitaria dei territori, al momento ci siamo responsabilmente 'tirati fuori' dalla campagna vaccinale pur essendo nel quotidiano a contatto con decine e decine di persone. Lo abbiamo fatto consapevoli che esistono categorie più fragili e più a rischio di noi. Riusciamo in una situazione di pandemia a correggere il tiro e a dimostrarci un Paese serio, responsabile ed efficiente?" Pizzarotti ha voluto infine ringraziare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per essere stato "in fila per il vaccino in attesa del suo turno con estrema responsabilità. E' di questo che ha bisogno l'Italia: della serietà, dell'esempio e del messaggio potente del Presidente della Repubblica". (Adnkronos)