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Cronaca

Vaccino Astrazeneca, oggi la decisione dell'Ema: si va verso il sì

Ecco tutte le ipotesi possibili

Oggi è il giorno della verità sul vaccino AstraZeneca: giovedì 18 marzo la direttrice esecutiva dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) Emer Cooke dal quartier generale di Amsterdam renderà note le risultanze delle indagini sui sette casi di trombosi del seno cerebrale o trombosi venosa cerebrale (7 eventi, 6 dei quali hanno colpito donne di età compresa tra i 20 e i 50 anni con tre decessi) e sul presunto collegamento con l'immunizzazione.

L'Ema va verso il sì perché ritiene che i benefici della vaccinazione siano enormemente superiore agli eventuali rischi. Quella dell'Ema sarà una sentenza positiva che implicitamente raccomanderà ai 16 governi che le hanno sospese di riprendere le immunizzazioni. Il giudizio potrebbe lasciare qualche incertezza poiché gli esperti del Comitato per la sicurezza dei medicinali (Prac) — queste erano le attese registrate ieri sera a Bruxelles — potrebbero aggiungere alcuni paletti alla decisione. Per spiegare perché bisogna fare un passo indietro e ricordare come è iniziata la vicenda. 

Tutto parte quando il Paul-Ehrilch-Institut di Berlino comunica di aver notato "un accumulo impressionante di una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena del seno) in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca". Quanti casi? "Al momento sono stati riportati 7 casi di trombosi venose cerebrali su 1,6 milioni di vaccini somministrati in Germania", dice il ministro della Salute tedesco Spahn in conferenza stampa: "Si tratta di un rischio molto basso. Ma se dovesse rilevarsi un collegamento con il vaccino, sarebbe superiore alla media", sostiene. A rischio parrebbero le donne tra i 20 e i 50 anni. Una trombosi di questo tipo "significa che l’incidenza annuale è di circa 1 su 100.000", spiega Peter Berlit della Società tedesca di neurologia.

Ieri l'istituto ha pubblicato un documento che spiega che in alcuni casi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca si è verificata una forma di grave trombosi venosa cerebrale in connessione con una carenza di piastrine del sangue (trombocitopenia) e sanguinamento in prossimità temporale alle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca.

Benché non sia stata dimostrata alcuna correlazione di causalità con la somministrazione del vaccino, il Paul Ehrlich Institut rileva che il numero di segnalazioni è a livello statistico significativamente più alto del numero di trombosi venose cerebrali che normalmente si verificano nella popolazione non vaccinata. In particolare, si legge nel documento, "ci saremmo aspettati circa un caso", ma "ne sono stati segnalati sette". L'anomalia non riguarderebbe il numero di trombosi in sé (che secondo l'Ema è sostanzialmente in linea con quello della popolazione generale) ma un particolare di trombosi del seno venoso cerebrale associata a trombocitopenia. 

L'ipotesi più probabile è che arrivi un giudizio positivo ma accompagnato dall'indicazione degli eventi avversi (un totale di 11 casi su 5 milioni di vaccinati) per i quali non è possibile né escludere né dimostrare un collegamento con la vaccinazione. Per questo l’Ema potrebbe decidere di inserire nel foglietto illustrativo del farmaco l’eventualità di effetti collaterali, sebbene tanto rari da non avere rilevanza statistica.

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