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“Verdi, il volto musicale dell’Italia”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

"Verdi, il volto musicale dell'Italia. Forma e significato dell'immagine di Giuseppe Verdi nella stampa periodica dall'Ottocento a oggi" è il titolo della mostra organizzata dalla Casa della Musica di Parma e dal CIRPeM (Centro Internazionale di Ricerca sui Periodici Musicali) - e inserita nel programma ufficiale nazionale delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi - che si inaugura presso la Casa della Musica il prossimo 25 maggio alle ore 11.

Attraverso la galleria di una sessantina di ritratti che provengono da giornali e riviste che vanno dal 1846, quando la notorietà di Verdi cominciò a uscire dai confini italiani, fino al 2001, in cui si celebra il centenario della morte, la mostra racconta come la figura, e il volto di Verdi in particolare, siano stati utilizzati in una progressiva messa a fuoco della rappresentazione simbolica del personaggio.

Tre le sezioni: "La vita (1846-1900)", racconta di come fin dalla metà degli anni '40 dell'Ottocento Verdi inizi a essere identificato con la musica italiana tout-court: dapprima, come colui che più di tutti ne regge le sorti sulle spalle, poi, semplicemente come l'immagine della "Italian Music". Alla fine del secolo egli rappresenta ormai "la gloria vivente d'Italia", come leggiamo nella copertina di una Tribuna Illustrata della Domenica, ed è probabilmente l'italiano contemporaneo più famoso nel mondo. "La morte (1901)", cui i giornali del tempo danno un risalto straordinario, è salutata come quella "dell'ultimo rappresentante dell'italianità e di un secolo di idealismi, di dolori, di battaglie". Nell'ultima sezione, "La memoria (1902-2001)", la sua immagine di musicista e uomo di teatro è ormai indissolubilmente legata all'identità nazionale e alla sua capacità di rappresentarla nel mondo. Nel 1913, per il primo centenario della nascita, si celebra non solo il musicista, ma soprattutto il simbolo che rappresenta il collegamento fra l'Italia del re e l'Italia del popolo, come Giorgio Bocca scriverà nel 2001. «In questa fase - scrive Marco Capra, curatore della mostra insieme a Raffaella Carluccio - viene maturando la sua connotazione oggi più tipica, fondata sui due ritratti che Giovanni Boldini eseguì nel 1886: il grande ritratto a olio conservato a Milano nella Casa di Riposo per Musicisti, e il piccolo pastello conservato nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Quest'ultimo, in particolare, diviene nella seconda metà del Novecento il marchio identificativo di Verdi. Non vi sono molti altri casi in cui i tratti fisici e simbolici distintivi di una persona si siano alla fine concentrati in modo così efficace in una sola, riconoscibile e condivisa rappresentazione iconografica. Quella del volto musicale dell'Italia». La mostra, a ingresso libero, è aperta da lunedì a giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 18, il venerdì dalle 9 alle 13, il sabato dalle 10 alle 18 e domenica dalle 14 alle 18, ed è corredata da un catalogo edito da Grafiche Step Editrice a cura di Marco Capra e Raffaella Carluccio.

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