Sigilli al nigth club "La Perla", gli inquilini del civico 112: "Siamo contenti"
Dopo gli esposti che hanno attivato le indagini per disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone, alcuni degli inquilini raccontano a Parmatoday la loro esperienza di fianco al locale a cui è stato imposto il sequestro preventivo
Tirano un sospiro di sollievo i residenti dello stabile al 112 di viale Mentana dopo che in settimana la Polizia Municipale ha messo i sigilli al night club “La Perla”.
“Dall’inizio dei lavori di ristrutturazione del locale – spiegano alcuni a Parmatoday – abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava. Ci siamo subito attivati per segnalare il problema al Comune. Anche se si sono mossi con una certa lentezza, anche perché a dire la verità erano molti gli uffici coinvolti e poi c’è stato l’avvicendamento vertice della Municipale, siamo soddisfatti di come si sono svolte le cose”.
“Il night club era entrato in attività nel periodo di Natale 2013 – e nonostante gli esposti ha continuato la sua attività fino all’apposizione dei sigilli”.
Gli inquilini raccontano del clima che si respirava, soprattutto nei fine settimana: risse in strada, rumori molesti, persone ubriache che schiamazzavano, senza contare la figura del proprietario del locale, che - secondo loro - si faceva spesso attorniare da ragazzi di origine africana tutti alti e ben piazzati a modi bodyguard. Inoltre la preoccupazione per quello che poteva accadere dentro al club "La Perla".
I residenti però non si sono scoraggiati, hanno raccolto immagini, video, voci e hanno consegnato tutto al Comune e alla Procura di Parma. Per anni hanno segnalato i problemi che il night club procurava alla loro quiete. Originali anche i metodi per non ascoltare più i rumori provenienti dal locale: “Qualcuno ha spostato la stanza da letto, qualcuno partiva nei fine settimana – affermano – insomma, ormai non bastavano neanche più i tappi. Passi per la musica interna alla quale uno prima o poi si abitua, ma per i rumori improvvisi in piena notte abbiamo dovuto attrezzarci”.
“Siamo contenti –concludono – speriamo di non doverci ritrovare nella stessa situazione con una nuova apertura”.