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Cronaca

Sul web il grido d’allarme dei commercianti di Parma: “Ora basta”

Intanto diventa virale il video sul web dei ristoratori: “Noi siamo Parma”

“Questa incertezza ha demolito completamente le nostre attività”. Il grido d’allarme di Ferruccio Bottoni, storico Mastro birraio dell’Highlander Pub in via La Spezia, è quello dell’intero comparto produttivo di Parma, in apnea come nel resto del Paese per via delle restrizioni. Quello della ristorazione resta forse il reparto più colpito dalle norme anti-Covid. La pandemia ha messo in ginocchio intere famiglie, costringendo gestori storici di numerose attività a essere ingoiate dal morso fagocitante del virus. Negli ultimi giorni, con un video intitolato ‘Noi siamo Parma’, molti  volti noti della ristorazione locale, si sono riuniti per far passare un messaggio: ritornare a lavorare in sicurezza.

“E’un grido d’allarme per la nostra situazione – spiega Ferruccio Bottoni, che assieme a Sebastiano Cavallo e il suo studio di video maker, ha ideato e confezionato l’iniziativa alla quale hanno aderito in molti – ed è un modo per denunciare la situazione di molti. Sfruttando il web, vogliamo farci sentire per un po’ in giro. Le manifestazioni ci sembravano un po’ fine a se stesse, abbiamo voluto evitare assembramenti e con il nostro messaggio puntiamo a toccare la sensibilità delle istituzioni, sperando che la situazione sanitaria non peggiori. Siamo uniti,  vogliamo far capire che siamo un’altra cosa rispetto a chi ci vede solo come potenziali untori. Siamo accoglienza, svago, in periodi come questi qualche ora di leggerezza, staccare la mente, fa bene.  Noi vogliamo tornare a lavorare in sicurezza. Abbiamo risposto a tutte le richieste dello Stato, ci siamo muniti di tutto quello che ci è stato indicato, ma queste misure di protezione non sono state mai utilizzate da noi, non abbiamo mai avuto la possibilità di adottarle, perché a parte qualche giorno di zona gialla, con degli orari tra virgolette anche impossibili, dato che le nostre attività sono soprattutto serali, non abbiamo avuto la possibilità di adottarle.  Dobbiamo comunque ringraziare la clientela che ha risposto alla nostra chiamata, ma questa è sopravvivenza e non vuol dire lavorare per poter giustamente pagare poi le spese. Dell’attività e le spese private, perché ci sono anche le spese private. Non solo dobbiamo mantenere l’attività, che è già con le ginocchia a terra, ma anche le nostre famiglie”.

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