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Cronaca

Settimana contro la violenza, Saccani agli studenti: "Siete la nostra speranza di cambiare"

Incontro conclusivo del progetto partito a ottobre in occasione della Settimana contro la violenza e le discriminazioni promossa dal Ministero. Sono stati 400 gli studenti di 12 istituti superiori coinvolti nell'attività dei laboratori

Costruire relazioni nuove fra i generi improntate al rispetto e alla valorizzazione delle differenze. Punta sui giovani la Provincia di Parma e su progetti che abbiano al centro una nuova cultura del vivere fra maschi e femmine, percorsi realizzati nelle scuole, con gli studenti e i loro insegnanti, alla ricerca di nuovi modelli.

Un esempio dei risultati che si possono ottenere e della capacità di ragazze e ragazze di disegnare un nuovo mondo lo si è avuto questa mattina, all’Auditorium del Carmine, nell’incontro conclusivo dei laboratori condotti dalla cooperativa Giolli col progetto promosso dalla Provincia “Di Maschere e volti”. Una mattinata in cui Massimiliano Filoni, attore e regista e Vanja Buzzini, musicista e attrice, hanno restituito alla platea di 400 studenti l’elaborazione creativa di quanto raccolto sul tema delle differenze, delle discriminazioni e delle violenze di genere. In particolare nei laboratori si è ragionato delle origini dei comportamenti e dei modelli precostituiti del maschile e femminile, maschere appunto.

“Una maschera nasconde, protegge, confonde, una maschera rivela” – dice Filoni prima di scandire alternandosi con Vania Buzzini frasi e concetti espressi nei laboratori secondo il metodo di lavoro del regista brasiliano Augusto Boal e conosciuto nel mondo con il nome di Teatro dell’Oppresso. E tutto si mette in fila: da come si cresce maschi e femmine a quello che si pretende da un uomo perché sia uomo e viceversa da una donna perché sia donna. Dai modi che si usano, ai vestiti che si portano, a come ci si atteggia. Dall’amore ai sentimenti che minano le relazioni come la rabbia e la gelosia, il possesso e la violenza.

“Violenza è ogni volta che non si può dire di no, violenza è quando ci trattano come oggetti” cita Buzzini che chiude questa prima parte con le note dell’arpa e la sua voce incredibile. La parola torna poi agli studenti per andare oltre questa fotografia delle relazioni di oggi “videogiochi di guerra”, e abbracciare la voglia di cambiare con le idee che possono modificare lo stato delle cose. E sono tante le voci che Filoni ancora raccoglie. “I media dovrebbero darci modelli positivi” spiega una ragazza. “La famiglia dovrebbe crescerci con nuovi modelli” aggiunge un altro. “Dobbiamo essere educati a conoscere i nostri desideri e sentimenti” sottolinea un’altra ragazza. “Abbiamo bisogno che la società tuteli di più le donne” è un’altra osservazione. “Ma cosa si può fare in concreto contro la violenza”chiede Filoni.

“Non lasciare che accada – dice un ragazzo – perché non esiste un uomo che non può pensare a quello che fa”. E ancora: bisogna applicare le leggi che ci sono e dare pene più severe, ma bisogna anche capire dagli autori delle violenze perché le compiono. “Siete la nostra speranza di cambiare – dice loro l’assessore alle Pari Opportunità Marcella Saccani - La Provincia ha scelto di compiere questo percorso per capire cosa pensate voi delle discriminazioni e della violenza sulle donne e vedere di costruire insieme idee e consapevolezza nuova. Se non puntiamo su di voi tutto resta uguale”.

L’incontro di oggi conclude il percorso lanciato dalla Provincia circa un mese, in occasione della Settimana contro la violenza promossa dal Ministero nelle scuole. Il 23 novembre alle 17 al Theatro del Vicolo si replica con la performance per la cittadinanza. Il progetto “Di maschere e volti”  è realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna e UNAR – Rete Nazionale Antidiscriminazione.

Le classi che hanno partecipato

Dalle 9.00 alle 11.00 la performance è stata presentata ai ragazzi e ragazze e insegnanti delle scuole: Gadda (3°C e 1°C), Canossa (3°), Itis Da Vinci (4° A e 4° B),Giordani (3° A), Bertolucci (4° E), Ipsia (3° ATL)

Dalle 11.30 alle 13.00 hanno partecipato ragazzi e ragazze  e insegnanti del Romagnosi (1°e 2°D),Marconi (3° N), San Vitale (2° H), Ulivi (gruppo interclasse e 4°C), Melloni (5° A e 5° B gruppo interclasse), Rondani (2° C).

Di Maschere e volti: i laboratori
Il laboratorio è stato condotto da Massimiliano Filoni, attore e regista di Giolli e Vanja Buzzini, musicista e attrice.
Il metodo di lavoro prescelto è quello elaborato dal regista brasiliano Augusto Boal e conosciuto nel mondo con il nome di Teatro dell’Oppresso ( TdO) che si caratterizza per la dimensione sociale e collettiva nell’avvicinare temi di interesse comune e nell’estendere al pubblico la possibilità di agire sulla scena insieme con gli attori.
Nei laboratori ragazze e ragazzi delle scuole superiori di Parma sono stati sollecitati a identificare le cause scatenanti per i comportamenti e gli atti violenti che gli uomini agiscono contro le donne. I giovani hanno affrontato l'argomento offrendo visioni dei ruoli e dei meccanismi sociali originali e per niente prevedibili.
Si è parlato di gelosia, rabbia, ossessiva ansia di controllo, paura di non essere all' altezza della compagna,  dover dimostrare al mondo di  essere in grado di incarnare le aspettative che la società prevede per i maschi: essere forti, vincenti, pieni di donne, pieni di soldi.
Con il Teatro ci si è messi in gioco, svelando i volti dietro alle maschere e incamminandosi su sentieri che possono portare le nuove generazioni  a costruire nuovi modelli di genere, nuove modalità di relazione tra generi.

Un appuntamento per tutti
Il 23 novembre alle 17 al Theatro del Vicolo si replica. L’esito dei laboratori sarà infatti presentato alla cittadinanza, una occasione per il pubblico di conoscere questo percorso ma anche, e soprattutto per continuare la discussione, arricchire la riflessione e vedere, grazie alle improvvisazioni delle attrici, in azione sul palco i punti di vista e le proposte d' azione suggerite dai presenti. Una forma di Teatro interattiva che mette a disposizione dei cittadini e delle cittadine "gli strumenti dell' Arte" per fare esercizio concreto di cittadinanza.

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