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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Zanzara tigre, al via la campagna di azione del Comune di Parma

Al via il programma che segue le indicazioni della Regione: monitoraggio puntuale e capillare dell’infestazione mediante il posizionamento di “ovitrappole”, disinfestazione di luoghi pubblici

L’arrivo dell’estate porta con sé anche problematiche tipiche della stagione, a volte assai poco piacevoli, come è il caso della zanzara tigre, divenuta uno dei fastidi più ricorrenti per chi si trova in città. Anche quest’anno, l’Amministrazione Comunale (Assessorato all’Ambiente) sta attivando un programma di contrasto ai danni di questo fastidioso insetto, seguendo le indicazioni contenute nel Piano della Regione Emilia Romagna (anno 2008) e tramite le azioni definite dalla Cabina di Regia attiva a livello provinciale.

Proprio in occasione dell’ultimo incontro della Cabina di Regia sono stati ribaditi i punti principali previsti dal programma. In primo luogo si prevede un monitoraggio puntuale e capillare dell’infestazione mediante il posizionamento di “ovitrappole” (contenitori in plastica riempiti con una soluzione acquosa e contenenti una bacchetta – listella di masonite – che viene prelevata ogni 15 giorni per la rilevazione del numero di uova di zanzara tigre)  I suddetti contenitori, 70 per il Comune di Parma, sono stati posati il 20 maggio nei siti individuati da uno staff tecnico formato da personale del Servizio Igiene Pubblica dell’Azienda USL di Parma e personale della Regione Emilia Romagna.

La seconda azione prevede la eliminazione delle larve di zanzara con prodotto larvicida, attraverso trattamenti di disinfestazione delle caditoie pubbliche in particolare in relazione ai siti sensibili e con priorità correlate ai risultati del monitoraggio, fino al mese di ottobre. Infine si procederà, solo nei casi in cui risulti necessario, a trattamenti per uccidere gli insetti adulti che potranno essere effettuati solo previo parere favorevole dell’Azienda USL e in caso di malattie infettive trasmesse da zanzara tigre o di infestazioni particolarmente intense in ospedali, scuole, case di riposo, parchi pubblici. Tale trattamento non viene esteso in quanto ha un effetto di breve durata, è tecnicamente più complesso (necessità di proteggere la popolazione, in particolare la fasce più sensibili, comporta il divieto di consumare frutta e verdura irrorata dai trattamenti, ecc..), costoso e non è selettivo (non esiste un prodotto che elimini la zanzara tigre adulta e non alteri anche tutti gli altri microrganismi). 

Cosa devono fare i cittadini 

Anche i cittadini sono chiamati a fare la loro parte: una ordinanza sindacale, già attiva dal 2010, nel periodo maggio - ottobre di ogni anno impone ai privati che dispongono di differenti tipologie di aree/terreni/proprietà una serie di accorgimenti quali, in particolare, di eseguire trattamenti larvicidi  nelle caditoie presenti all’interno delle aree private (il prodotto può essere acquistato a modico prezzo presso le farmacie o i punti vendita di prodotti fitosanitari, come il consorzio Agrario), di innaffiare poco e spesso per non creare avvallamenti stagnanti nel terreno, di svuotare regolarmente qualunque tipo di cisterna o contenitore a partire dal semplice sottovaso (lo sviluppo delle uova della zanzara tigre avviene in quantitativi di acqua molto ridotti). Per verificare il rispetto dell’ordinanza e assistere il cittadino nella migliore gestione dei propri spazi ed in vista della necessaria collaborazione che occorrerà in caso di eventuali focolai infetti, si sta attivando un tavolo di lavoro tra il corpo della Polizia Municipale e l’Azienda Usl di Parma.

Altri consigli utili per i cittadini sono di indossare abiti chiari, di evitare l’uso di deodoranti, lacche per capelli, dopobarba e creme profumati, utilizzare zanzariere alle finestre e diffusori di insetticidi per le abitazioni, applicare sulle parti scoperte del corpo sostanze repellenti, rispettando le istruzioni d’uso e previa consultazione di un pediatra per i bambini fino ai 12 anni. 

Quanto costa la lotta alla zanzara

Per l’estate 2013, i costi si aggireranno indicativamente attorno ai 30.000 euro. Per la cronaca,  nel 2012 (con un programma analogo) sono stati spesi 30,250 euro, nel 2011 la spesa era stata di euro 37.728, comprensiva di un progetto sperimentale con la Lipu, e nel 2010 l’importo aveva  sfiorato i 44.000 euro, ma con un numero maggiore di “ovitrappole” stabilito dalla Regione (90 anziché 70).

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