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Cultura

"Morte di Galeazzo Ciano". La tragedia umana nel periodo fascista

Debutto di "Morte di Galeazzo Ciano" il 6-7-8 aprile al Teatro Due

La pièce, scritta negli anni '90 da Enzo Siciliano e portata in scena dal regista Franco Pannone insieme al figlio di Siciliano (Francesco, che nello spettacolo interpreta proprio la figura di Ciano), ha debuttato al Teatro Due il 6 aprile con le repliche del 7-8 aprile.

Una tragedia umana e storica quella riportata nello spettacolo in quanto Galeazzo Ciano, marito di Edda amata figlia di Mussolini e capo dell'Ufficio stampa e Ministro degli Esteri poi in epoca fascista, viene condannato a morte dal Duce stesso per i fatti del 25 luglio 1943 che videro molti luogotenenti del Duce deporlo con il ben noto “Ordine del giorno Grandi”.

La scena si svolge principalmente nel carcere degli Scalzi a Verona, dove viene condotto Ciano in attesa di sentenza.

Insieme a lui ruotano sul palco: Zenone Benini (Emanuele Vezzoli) amico di Ciano anche lui prigioniero, la guardia carceraria Pellegrinotti (Nicola Nicchi), Edda Ciano (Paola De Crescenzo) che viene e va dalle carceri preoccupata e indaffarata nella speranza di scarcerare il marito, Frau Beetz (Alice Giroldini) la spia mandata dai tedeschi per controllare Ciano e recuperare anche i suoi preziosi diari, la quale si innamora del prigioniero e infine Mussolini (Roberto Abbati) stesso.

Da una parte l'uomo affascinante e di successo, capace di affiancare Mussolini nella guida dell'Italia negli anni del fascismo e dall'altra la caducità della morte, l'uomo impotente e precario difronte alle decisioni calate sulla sua testa.  

Una "tragedia del potere" scrive infatti il regista Pannone, quella che si consuma sulla scena perché racconta il potere spogliato dalle sue vesti che, con le illusioni, i dubbi e i tormenti lo accompagna verso l' irrimediabile disfatta.

Lo spettacolo è arricchito da alcuni spezzoni di documentario che ritraggono Ciano in momenti di spensieratezza insieme alla moglie Edda, i bombardamenti della II° gerra mondiale e il crudo e tragico filmato dell'esecuzione.

Una studiata e ponderata scelta di elementi (musiche curate dal Goffredo Petrassi) che il regista ha saputo amalgamare restituendo allo spettatore uno spaccato umano nel periodo crudo e freddo del fascismo.

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