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Finisce al Tardini il sogno del Parma: crociati in lacrime fermati da due traverse

Alla fine Ranieri consola Vazquez a centrocampo. El Mudo tra i più affranti al termine di una gara stregata in cui Bonny e Zanimacchia hanno colpito una traversa a testa 

E’inconsolabile, Franco Vazquez a centrocampo. E’ con la maglia sulla testa a nascondere le lacrime che non riesce a trattenere. Ranieri a fine gara prova a rincuorarlo, così come il team manager Alessio Cracolici, Ansaldi e Valenti. A turno tutti i compagni vanno ad abbracciare il dieci che stavolta non ha brillato ma ha lasciato sul campo tutto quello che aveva. Come i suoi compagni: glielo riconosceranno i tifosi a fine partita con cori e applausi come se la festa fosse del Parma. 

L’avventura del Mudo a Parma termina con uno 0-0 che costa l’eliminazione ai crociati. In finale dei playoff ci va il Cagliari, in virtù del 3-2 dell’andata e di due traverse colpite da Bonny e da Zanimacchia. La partita del Parma è un’illusione che dura più di 100’: tanto è durato il sostegno del Tardini, incessante. Lo stesso che era esploso al gol non gol di Bonny, al minuto 75’, prima convalidato da Orsato poi tolto dal Var. Quello che aveva sussultato per la traversa di Zanimacchia all’84’. Entusiasmo spentosi in un boato di delusione per come è andata a finire. Un triste epilogo: il Parma ripartirà dalla Serie B anche l’anno prossimo. Per vincere. 

Rispetto alla partita di andata, Pecchia lascia in panchina Cobbaut e Zanimacchia e si affida a Circati e Man. Il Parma ha bisogno di vincere, non può permettersi di fare calcoli. Ranieri, memore dei disastri del primo tempo all’andata, protegge la difesa a quattro del Cagliari con Makoumbou e due mastini come Deiola e Kourfalidis. Nandez e Luvumbu larghi con il doppio intento di limitare Benek e Man e impensierire Coulibaly e Delprato, sono quelli che danno più fastidio. Nel primo tempo vanno dentro, dettano il movimento, chiamano la sovrapposizione dei terzini e mettono nei guai i crociati che, all’inizio, avevano approcciato in maniera discreta la partita, anche se la tensione, mascherata fino a un certo punto dall’entusiasmo del Tardini, ha marcato i volti dei crociati e segnato le gambe degli undici di Pecchia che passa i primi 25’ con le braccia larghe invitando i suoi alla calma. 

In effetti la gestione di troppi palloni è apparsa approssimativa, gli spazi che dovrebbero essere stretti si allargano il Cagliari capisce che può andare e si prende piano piano il campo. Pecchia lascia l’iniziativa agli avversari che però affondano piano, gestiscono e provano a creare superiorità con l’avanzata dei mediani, bravi a guadagnare spazio e a buttarsi dentro quando il gioco si sviluppa sugli esterni e confluisce al centro. Lapadula ingaggia un duello d’altri tempi con Circati che, malgrado l’età (13 anni di differenza) gli lascia le briciole. Una volta se ne va, al 35’, e segna. Ma era partito prima del lancio finendo in fuorigioco. Il Var l’ha pizzicato annullando l’esultanza che aveva spento l’entusiasmo del Tardini. Il Parma del primo tempo è contratto, timoroso. Il tempo per ragionare l’avrebbe pure, visto che Ranieri attende quando i crociati hanno il pallone, ma sono diversi i palloni che vengono maltrattati da Vazquez, faro spento nei primi 45’, e compagnia assorbiti dalla tensione. Pecchia prova a cambiare gli esterni, ma Man e Benek passano i primi 45’ a trovare il modo per complicarsi la vita. Più il romeno, per la verità. Non trova mai la giocata giusta, non salta l’uomo. Sembra giocare una partita parallela contro sé stesso e il peso della maglia e delle aspettative che lo schiacciano. E il Parma finisce per essere tutto o quasi nelle proteste per  un contrasto in area tra Sohm e Dossena: il difensore del Cagliari lo sposta con vigore senza toccare il pallone, lo svizzero cade, ma per Orsato non è rigore. 

Ranieri cambia gli ammoniti: fuori Dossena e Kourfalidis all’intervallo, dentro Goldaniga e Di Pardo. Nandez va a giocare in mezzo, galleggia tra Lapadula e la mediana. Pecchia risponde chiamando Zanimacchia dalla panchina per Circati e affida la fascia all’ex Cremonese portando Benek e Sohm ad attaccare lo spazio creato da Vazquez, troppo timido. Il possesso dei crociati è pensato per far uscire la difesa di Ranieri, che nel frattempo ha chiamato anche Altare per mettersi a tre dietro. Pecchia soffre, il piano gara di andarsela a giocare senza un centravanti non sta funzionando. I palloni arrivano in area, ma non li spezza nessuno. Sono entrata Mihaila e Camara per Man e Bernabé, ma il Cagliari ha la palla per chiuderla. Il cross di Di Pardo attraversa tutta l’area di rigore. La partita è sul filo, il Cagliari la vuole controllare e gli va bene che il pallone di Bonny, appena entrato, sbatte sulla traversa e balla sulla linea un paio di volte. Orsato prima convalida, poi il Var cancella. Inutile l’esultanza sfrenata del Parma. Ranieri trema, il Tardini ribolle. Zanimacchia colpisce la traversa, Chichizola è decisivo due volte: una su Luvumbo che spara centrale, una su Viola che mira l’incrocio dei pali e trova una grande opposizione. A fine gara resta solo lo splendido tributo dei tifosi che sotto la curva omaggiano i calciatori, applaudendoli come se avessero vinto. Questo è lo sport a Parma. 

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