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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Agromafie, giro di 60 miliardi di euro: il Parmesan danneggia l'export

E' quanto denunciano Coldiretti ed Eurispes nel primo rapporto sulla contraffazione agroalimentare. Oltre al Parmesan (il più diffuso al mondo), c'è anche il finto prosciutto di Parma venduto in Spagna

Avere un nome che richiama l'Italia é sinonimo di successo nel mercato alimentare: il giro d'affari dell'"italian sounding" supera i 60 miliardi di euro l'anno (164 milioni di euro al giorno), cifra 2,6 volte superiore al valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari (23,3 miliardi di euro nel 2009).

E' quanto stimano Coldiretti ed Eurispes nel primo rapporto sulle agromafie, che si sofferma anche sulla contraffazione di prodotti agroalimentari. Sempre più spesso, la pirateria agroalimentare internazionale utilizza denominazioni geografiche, marchi, parole, immagini, slogan e ricette che si richiamano alla Penisola per prodotti che non hanno nulla a che fare con l'Italia, "con effetti sulle esportazioni di prodotti made in Italy e sulla bilancia commerciale, in costante deficit nell'ultimo decennio (3,9 miliardi di euro nel 2009)".

Ma, secondo le stime Eurispes-Coldiretti, per giungere ad un pareggio della bilancia commerciale del settore agroalimentare italiano, ad importazioni invariate, sarebbe sufficiente recuperare quote di mercato estero per un controvalore economico pari al 6,5% dell'attuale volume d'affari dell'italian sounding. Si citano numerosi esempi: se il Parmesan è il più diffuso in tutto il mondo, c'é anche il Romano prodotto nell'Illinois con latte di mucca anziché di pecora, il prosciutto di Parma venduto in Spagna senza alcun rispetto delle regole del disciplinare, o la Fontina danese e svedese molto diverse da quella della Val d'Aosta, l'Asiago e il Gorgonzola statunitensi o il Cambozola tedesco.

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