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Economia

Il grido dall'allarme delle imprese parmensi: "Prezzi delle materie prime raddoppiati e bollette triplicate"

Maurizio Caprari, segretario generale del Gruppo Imprese Artigiane di Parma: "Gli aumenti esponenziali erodono il fatturato delle aziende parmensi, alcuni prezzi sono decuplicati, i materiali per l'edilizia ormai scarseggiano"

"Gli aumenti esponenziali delle materie prime (dal ferro all'acciaio, dal grano alla carta) le difficoltà di reperimento dei materiali (soprattutto nel settore edile) e l'aumento dei costi energetici (con bollette triplicate rispetto all'anno scorso) stanno mettendo a serio rischio la tenuta di tantissime imprese di Parma e provincia. La ripresa c'è stata un pò in tutti i settori ma l'aumento della materie prime (nell'ordine del 50%) in molti casi, non può essere riassorbito ed erode il fatturato delle aziende". 

Maurizio Caprari, segretario generale del Gruppo Imprese Artigiane di Parma, che rappresenta numerosi imprenditori dei settori dall'alimentare all'edilizia, dalla grafica al commercio, dalla moda all'impiantistica del nostro territorio fa il punto della situazione. 

Quali ripercussioni avete notato in seguito all'aumento del costo della materie prime per le aziende a Parma e provincia? 

"Abbiamo registrato i primi aumenti delle materie prime già dalla scorsa estate: non è quindi un flash ma una situazione ormai stabile. La percentuale di aumento dipende dal settore: i prezzi di ferro, rame e acciaio sono cresciuti del 40%. Anche per il materiale edile si sono registrati aumenti nell'ordine del 30, 40%. Tutti i settori sono stati intaccati da questo aumento esponenziale dei costi. Per quanto riguarda carta e cartone possiamo parlare di un aumento del 50%, per materiale elettronico del 40%. E' stato toccato anche il mondo agricolo, per esempio con l'aumento del prezzo del grano.  E' un fenomeno globale e traversale". 

Dove viene scaricato l'aumento dei costi? 

"Da qualche parte i costi vanno scaricati. L'aumento viene rilasciato dove possibile: spesso si verifica l'aumento del costo del prodotto finito. Se il fornaio compra la farina e la farina subisce l'aumento, aumenta il prezzo finale del pane. Per quanto riguarda invece le nostre aziende, per esempio le metalmeccaniche, sono loro ad assorbire l'aumento. Se per esempio compro acciaio - con un prezzi maggiore del 40% - per lavorarlo e produrre delle macchine, devo assorbire io il costo perchè l'acquierente vuole la macchina al prezzo pattuito". 

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Poi ci sono gli aumenti del prezzo dell'energia, in che percentuale incidono sui costi delle aziende e in questo scenario quante imprese nel parmense sono in difficoltà? 

"Con la riapertura di tutte le attività da una parte c'è stata una grande ripresa ma la marginalità è erosa il fenomeno dei costi energetici. Rispetto all'anno scorso per alcune aziende le bollette sono triplicate: per esempio per quelle di trasformazione della carne e del del latte che usano molta energia elettrica. Per queste imprese il costo dell'energia elettrica incide tantissimo sui costi complessivi, per circa il 60%, considerando il vertiginosi aumenti di questi mesi. Il lavoro ora ma non c'è marginalità perchè l'aumento dei costi erode il fatturato delle imprese, non c'è spazio per investimenti e innovazione". .

Parliamo delle difficoltà di approvvigionamento: spesso non è una questione di prezzo è che le materie prime non sono fisicamente reperibili, dall'acciaio agli imballaggi...

"Nel settore elettronico i cosidetti cip, che vengono dalla Cina hanno subito grossi ritardi per mancanza di approvigionamento. Il prezzo dei noleggi di container sono decuplicati: oggi prendere a noleggio un container dalla cina costa dieci volte in più. Visto il boom dei cantieri per il bonus 110% si fa ormai fatica a trovare i materiali edili. I ponteggi, ormai, dobbiamo comprarli all'estero. Se gli aumenti sono avvenuti a 360 gradi per quanto riguarda la reperibilità dipende dai settori". 

Quali misure potrebbero essere prese per contrastare questa escalation? 

"Sono dinamiche mondali, dal punto di vista dell'Europa andrebbe rivista una certa politica economica: le aziende europee andrebbero sostenute maggiormente. Il Pnrr, per esempio, è un ottimo strumento che è stato messo in campo. Credo che bisognerà poi riconsiderare la questione del magazzino: fino ad oggi, per risparmiare sui costi, molte aziende non tenevano materiale in magazzino ma tendevano ad utilizzare subito quello che arrivava. Ora ci siamo accorti che chi invece, per esempio, aveva il materiale per la coimbentazione in magazzino prima della crisi, ha risparmiato il 40% di aumento dei costi". 

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