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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Banca Monte, lavoratori e sindacati alla città: "Salvate i posti di lavoro"

Dopo il mancato accordo con il management di Intesa Sanpaolo che ha varato il taglio di almeno 100 lavoratori, rsa e sindacati scrivono alle istituzioni affinchè intervengano a tutelare un bene del territorio

I rappresentanti dei lavoratori di Banca Monte e le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisle Uil, hanno scritto una lettera aperta alle istituzioni per fare il punto della situazione dopo l'acquisizione dell'istituto da parte di Intesa Sanpaolo.

"Questa operazione - si legge nella nota - era nata nell’ottica di consentire il miglioramento degli standard patrimoniali  e della qualità del servizio della banca - grazie all’apporto di competenze, esperienze e mezzi economici da parte di Intesa Sanpaolo - con la promessa di un aiuto concreto alla crescita del tessuto economico e sociale nelle tre province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Tutto questo non sta avvenendo. Anzi, l’operazione si sta  traducendo in licenziamenti per i lavoratori (quasi il 20% del personale), nel taglio dei loro fondamentali diritti e nel rischio di un impoverimento dei nostri territori". 

"Intesa Sanpaolo - continua la nota - ha rifiutato ogni apertura con le Organizzazioni Sindacali, mantenendo un’impostazione e proposte inaccettabili, mai modificate per tutto l’arco del confronto e basate solo sui licenziamenti collettivi (almeno 100 persone su 600) e sui pesanti tagli al costo del lavoro ed ai diritti economici e normativi dei lavoratori di Banca Monte Parma.
E’ stato pertanto impossibile arrivare ad un accordo tra le Parti,nel corso della procedura contrattuale che si è esaurita il 15 novembre.
La perdita di posti di lavoro e dei diritti sarebbe una drammatica conseguenza per chi, come dipendente della banca, in questi anni ha offerto la propria serietà e competenza agli utenti – famiglie, artigiani, commercianti, imprenditori – nonostante i danni provocati dai vecchi management e CdA".

"Sarebbe una scelta altrettanto drammatica per i cittadini tutti, se rapportata alle conseguenze che potrebbe avere per il tessuto economico-sociale della zona. Significherebbe, in sostanza, cancellare l’esistenza di una “vera” Banca locale che sia attenta alle esigenze di chi vive in questo territorio; l’attuale strategia di Intesa Sanpaolo, per Banca Monte, non sembra essere sensibile a questa necessità".

I rappresentanti dei lavoratori della Banca chiedono:
-    perché Intesa Sanpaolo vuole licenziare i lavoratori di Banca Monte Parma, quando, dopo l’ultimo accordo per la riorganizzazione sottoscritto pochi mesi fa, Intesa Sanpaolo respinge, a livello di Gruppo, la richiesta di esodo volontario di più di 700 lavoratori  e ha programmato di assumerne altri 1.000 nel 2013?
-    perché Intesa Sanpaolo vuole applicare un trattamento differente tra lavoratori dello stesso Gruppo, che lavorano nella stessa Città - è il caso, ad esempio, delle filiali di Banca Monte e delle vicine filiali di Carisbo Gruppo Intesa nelle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia - colpendo in modo punitivo quelli di Banca Monte Parma, venendo così meno ai principi fondamentali di integrazione nel Gruppo e della Responsabilità Sociale e cancellando, a chi rimane, i diritti contrattuali economici e normativi?

"A queste domande - conclude la nota - pretendiamo una risposta dalle Istituzioni locali, dal Comune e dalla Provincia di Parma, dalla Camera di Commercio, dalla Diocesi di Parma, dalle associazioni degli industriali, degli artigiani, del commercio e dell’agricoltura, dai rappresentanti della politica locale e soprattutto, dalle Fondazioni di Parma e di Piacenza e Vigevano, che siedono in Consiglio di Amministrazione , come “ago della bilancia” nelle decisioni , esprimono i due attuali Vice-Presidenti della Banca e hanno un ruolo fondamentale nella difesa degli interessi del territorio, a partire dalla tutela del posto di lavoro per le lavoratrici ed i lavoratori, vera ricchezza e forza sana della banca, e, più in generale,  per garantire gli interessi dei cittadini, clienti e utenti dei servizi dell’istituto di credito, al quale non possono sottrarsi.

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