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Economia

Banca Monte, nessuna garanzia: i lavoratori si mobilitano

I sindacati: "Vignali e Bernazzoli ci hanno scritto che non sono stati in grado di far partecipare al tavolo Intesa Sanpaolo e si nascondono dietro questo 'rifiuto' per cercare di sfuggire dalle loro responsabilità"

banca-monte-tavoloA distanza di parecchi mesi dalla comunicazione della cessione del pacchetto di controllo di Banca Monte Parma e in prossimità del passaggio di proprietà tra Fondazione e Intesa Sanpaolo, non è stata ancora fornita alcuna garanzia ai lavoratori; nessuna tutela occupazionale, nessuna garanzia per l’eventuale mobilità, nessuna salvaguardia su professionalità e applicazioni contrattuali.

"In questa situazione - si legge in una nota di Cgil, Cisl, Uil e Fabi - il Sindaco di Parma e il Presidente della Provincia, dopo aver tergiversato per diversi mesi sulla nostra richiesta di sottoscrizione di una lettera congiunta del tavolo interistituzionale (da loro stessi suggerita per sollecitare la partecipazione al confronto di Intesa Sanpaolo e per riaffermare le principali garanzie, fondamentali per i lavoratori di Banca Monte Parma), ci hanno inviato una lettera con la quale informano che non sono stati in grado di “far partecipare al tavolo Intesa Sanpaolo, fino alla chiusura delle operazioni di acquisizione delle azioni” e si nascondono dietro questo “rifiuto”, per cercare di non adempiere all’impegno da loro assunto con il sindacato e di sfuggire dalle loro evidenti responsabilità.

Banca Monte Parma e i lavoratori di Banca Monte Parma sono un patrimonio della città e delle comunità locali, come Vignali e Bernazzoli da sempre sostengono?? Se così è, il loro ruolo istituzionale impone che non si sfilino e che, quel ruolo, lo esercitino con i fatti, facendosi carico di ascoltare i cittadini e di tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori, anziché assecondare aprioristicamente la “volontà” di Intesa Sanpaolo.
Intesa Sanpaolo, che rifiuta il confronto, nei fatti, è già “presente” all’interno della Banca e condiziona già pesantemente le scelte attuali; anche per questo non è possibile attendere ancora e pretendiamo che Sindaco e Presidente della Provincia non si nascondano dietro a un dito e facciano la loro parte, in modo concreto.

Se l’ingresso di Intesa Sanpaolo, così come ha affermato il presidente di Banca Monte, Salvatori, pone in condizione di assoluta sicurezza la Banca, così non è, almeno per il momento, per le lavoratrici e per i lavorato-ri della banca che rischiano pesanti ricadute.
E la Fondazione Monte di Parma? Il presidente Greci ha firmato accordi di vendita con Intesa Sanpaolo che non contengono tutele per i lavoratori (e, alla luce dei fatti, forse nemmeno per la Banca); e, adesso, sta anche cercando di ridimensionare l’azione di responsabilità nei confronti di coloro che con le loro scelte strategiche sciagurate hanno causato questa situazione. Prima ha chiesto il rinvio della delibera dell’azione di responsabilità ed ora, anziché richiedere l’avvio dell’azione verso tutti coloro che hanno depauperato un patrimonio della città e messo a serio rischio le prospettive future delle lavoratrici e dei lavoratori, vorrebbe rivolgerla esclusivamente all’ex d.g. Menchetti, salvaguardando l’ex presidente Guareschi e gli altri amministratori coinvolti. Per finire, l’8 giugno, il Direttore Generale Martini ci ha comunicato che la banca non intende procedere all’erogazione del Premio Aziendale (VAP) relativo all’anno 2010; nello stesso tempo è emerso che, invece, la Banca sarebbe intenzionata ad erogare, attraverso il Sistema Incentivante, somme discrezionali di importo molto rilevante a dirigenti e alti funzionari …
In questo modo gli Amministratori della Banca, sconfessando quanto da loro stessi dichiarato nella relazione allegata al Bilancio 2010: “…i ringraziamenti sono d’obbligo nei confronti degli aventi diritto, in primo luogo il Personale … la tenuta della Banca è dovuta all’ottimo lavoro svolto con dedizione, costanza, professionalità dalle nostre Risorse”, vorrebbero che a pagare fossero i lavoratori; quei lavoratori che “ci hanno messo la faccia tutti i giorni” e hanno garantito il mantenimento della fiducia della clientela, come testimoniano l’andamento di raccolta e impieghi e il risultato di gestione positivo. Nello stesso tempo, vorrebbero coprire gli imperdonabili errori, per non dire la malagestione, di vertici aziendali strapagati (solo tre di loro, e le loro buonuscite, sono costati almeno quanto l’importo complessivo del VAP –negato-  a tutto il Personale) …e le loro stesse responsabilità.

La Perdita di 60 mln non è stata provocata dai lavoratori (che anzi hanno incrementato la loro produttività e contenuto i danni), ma dovuta ad accantonamenti straordinari su crediti per oltre 80 mln, alle prescrizioni di Bankitalia in ordine al contenimento degli impieghi e alla riduzione del “rating” che ha inciso sulla raccolta; non può essere per nessuna ragione imputata ai lavoratori.   

Tutto ciò è inaccettabile e inqualificabile. I lavoratori non sono disposti a pagare in termini di diritti, garanzie e salario le conseguenze di situazioni di cui i colpevoli sono altri. Considerata la gravità di quanto sta accadendo abbiamo deciso di avviare immediatamente una fase di mobilitazione di tutto il Personale, per conquistarci quello che ci vogliono negare; metteremo in campo una serie di iniziative, anche di forte risonanza pubblica, di cui daremo pronta informazione nei prossimi giorni con apposite comunicazioni".

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