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Economia

Emergenza energetica, i sindacati: "Grande attenzione alle ricadute occupazionali e sociali"

Rispetto all'eventualità che vengano aperte crisi aziendali e relative richieste di procedure di cassa integrazione, i sindacati confederali chiedono che, come avvenuto durante la crisi pandemica, vengano attivati tavoli di confronto permanenti ed aperti

Le ricadute occupazionali e sociali dell'emergenza energetica in corso preoccupano fortemente le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil, che pur esprimendo apprezzamento per l'attivazione tempestiva di un tavolo provinciale, doveroso e opportuno nell'attenzionare il fenomeno con una visione complessiva certamente strategica, ritengono necessario sollecitare azioni e risposte mirate, nella fattispecie al mondo del lavoro.

C'è infatti, nel merito, un tema, che è quello dell'energia ai legata ai cicli produttivi e di conseguenza all'organizzazione del lavoro, che non investe soltanto le imprese - e non si parla unicamente di quelle cosiddette energivore - ma, a partire dai costi delle bollette, impatta in modo trasversale i lavoratori di tutti i settori, come quello alimentare, la grande distribuzione, il commercio al dettaglio, fino al lavoro pubblico; da qui un richiamo ad una maggiore responsabilizzazione delle multiutilities energia e gas partecipate dalle amministrazioni locali, che non si limiti alla sola rateizzazione delle bollette.

Rispetto all'eventualità, che in una fase come quella attuale risulta molto probabile, che vengano aperte crisi aziendali e relative richieste di procedure di cassa integrazione, i sindacati confederali chiedono che, come avvenuto durante la crisi pandemica, vengano attivati tavoli di confronto permanenti ed aperti, anche per restringere al massimo la possibilità di un utilizzo improprio degli ammortizzatori sociali. Una misura che dovrà affiancare provvedimenti atti a calmierare le bollette energetiche sia delle imprese che individuali, ad esempio utilizzando il fondo crediti di dubbia esigibilità (ipotesi su cui CGIL, CISL e UIL territoriali avevano già espresso parere positivo), monitorandone e valutandone l'appropriatezza della distribuzione.

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