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Economia

Bonifica Parmense, le nuove regole per l’irrigazione hanno fatto risparmiare il 22% alle imprese agricole

E intanto arrivano anche risultati più che soddisfacenti sulla qualità delle acque nei canali del Consorzio

La fornitura di acqua per l’irrigazione rappresenta un’attività particolarmente impegnativa per il Consorzio di Bonifica. In questo periodo, caratterizzato da profondi cambiamenti climatici, diventa sempre più complesso garantire a tutto il territorio della Provincia di Parma la quantità di acqua richiesta dalle coltivazioni del territorio; inoltre occorre monitorare la qualità della risorsa idrica in modo da garantire il rispetto degli standard per uso irriguo e per la vita del ricco ecosistema dei nostri canali. Risulta quindi evidente come la corretta gestione dell’acqua, con particolare attenzione alla quantità e alla qualità distribuita rappresenti un impegno strategico nella politica ambientale dell’Ente a fronte dei cambiamenti climatici e delle gravi conseguenze, quali ad esempio la siccità che nelle aree a sud dell’asta del fiume Po si ripresenta periodicamente da almeno un decennio come evento non più a carattere straordinario, ma strutturale. In questi ultimi anni, il Consorzio si è dotato di un “Sistema di Gestione Ambientale”: un modello organizzativo che si fonda su regole, strumenti e modalità di lavoro e che si prefigge l’obiettivo di migliorare progressivamente le prestazioni dello staff e quindi dell’Ente nelle attività quotidiane che consentono di centrare obiettivi più generali di azione nel rispetto ambientale. Il raggiungimento di buone performance in questo campo passa quindi da un sempre più attento monitoraggio e dalla definizione delle aree di criticità e degli obiettivi di miglioramento.

Un aspetto fondamentale è rappresentato dalla qualità delle acque irrigue. Questo monitoraggio, pur non di competenza legale del Consorzio, rappresenta per lo stesso un punto focale nella politica di qualità ambientale dell’Ente. I 1500 km di canalizzazioni del comprensorio parmense sono quasi sempre a cielo aperto e possono subire contaminazioni improvvise in grado di rendere localmente l’acqua non più adatta all’uso per l’irrigazione delle colture del territorio. Questo rischio si può acuire soprattutto nei periodi di emergenza idrica, nei quali viene a mancare il contributo di prelievo direttamente dai fiumi e dai torrenti. In questo particolare frangente temporale i canali, oltre che dai pozzi del Consorzio, vengono prevalentemente alimentati dai depuratori urbani o da quelli delle grandi aziende. Grazie alle politiche e alle metodologie di lavoro introdotte dal Sistema di Gestione Ambientale si è evidenziato come questo aspetto rappresenti un punto di criticità da affrontare prontamente con nuove idee e strategie preventive. Per questo motivo, sono stati attivati contatti proficui e protocolli operativi con gli stessi gestori del servizio idrico integrato e dei depuratori e per poter acquisire in tempo reale i dati della qualità delle acque immesse nella nostra rete.

La Bonifica Parmense si è dotata inoltre di una capacità autonoma di monitoraggio grazie a “Bonifica Lab” (un laboratorio di analisi sempre più approfondite) che ha lo scopo di tenere sotto controllo la qualità delle nostre acque anche col supporto di società e consulenti esterni di provata esperienza. Ad oggi la campagna di monitoraggio secondo la più classica e riconosciuta Tabella Giardini viene realizzata controllando 51 parametri indicatori, rappresentativi della qualità ecologica, della qualità per l’uso irriguo e dell’idoneità per la vita dei pesci. Questa attività ha permesso non solo di controllare eventuali zone sensibili o punti nei quali si erano evidenziati sversamenti illeciti di sostanze nocive per la qualità dell’acqua, ma ha anche consentito al Consorzio di dotarsi di un insieme di dati tali da dare un significato statistico ai prelievi effettuati e monitorare eventuali alterazioni di inquinanti durante gli anni. E il risultato di queste campagne di misurazione, raccolte in diversi rapporti annuali, è decisamente positivo; non solo non ci sono significativi superamenti dei limiti degli agenti inquinanti, ma anche la tendenza statistica frutto delle comparazioni statistiche non mostra un aumento neanche sensibile di questi valori. Gli inquinanti industriali e chimici, i metalli pesanti e pesticidi hanno livelli di gran lunga inferiori ai limiti di legge. Occorre segnalare uno sforamento dei limiti dei colibatteri; in questo caso la motivazione dei valori riscontrati, più che alle acque dei depuratori, potrebbe derivare da alcune migliorabili tecniche di fertilizzazione dei campi ancora basate sull’utilizzo dello stallatico.

Un annoso problema soprattutto in prospettiva immediata e di medio lungo periodo oggetto delle analisi del Sistema di Gestione Ambientale del Consorzio è anche quello legato alla disponibilità irrigua. In un contesto storico in cui l’acqua per l’irrigazione diviene sempre più scarsa è importante che, grazie alla proficua sinergia tra Consorzio, aziende agricole e le loro associazioni, si stabiliscano linee guida condivise e metodologie virtuose per garantire la possibilità a tutti di poter usufruire della pratica dell’irrigazione. A tal proposito, proprio nel corso del 2020, il Consorzio ha emanato un nuovo Regolamento Irriguo che ha fatto proprie le più recenti normative regionali che puntano, come detto, a favorire un uso oculato e consapevole dell’acqua al fine di risparmiare e impiegare in modalità sempre più efficiente la risorsa idrica. Col nuovo regolamento si è stabilito che il calcolo della bolletta si basi sul volume di acqua erogata al campo e non più semplicemente sulla superficie e sulla coltura irrigata. Vengono favoriti quindi i metodi irrigui attenti all’ottimizzazione dell’acqua e si tiene anche in debito conto delle situazioni in cui le portate prelevate sono inferiori a quelle nominali a causa della scarsa disponibilità irrigua. Prima dell’inizio della stagione irrigua si è proceduto, con la collaborazione degli agricoltori e delle loro associazioni ad un censimento degli appezzamenti da irrigare e alla stesura di un calendario di massima. Questo ha consentito una migliore gestione degli invasi portando l’acqua soltanto dove serve e quando serve. Il risultato giunto alla fine della stagione irrigua 2021 è sostanzialmente positivo, come sottolinea la presidente della Bonifica Parmense, Francesca Mantelli: “Grazie all’ottimizzazione delle attività irrigue, il Consorzio è stato in grado di garantire un numero di irrigazioni superiore di quasi il 90% rispetto all’anno precedente, con un aumento della superficie irrigata di più del 40%. A fronte di questi aumenti, dovuti anche all’estate particolarmente siccitosa, l’unico valore che ha subito una sostanziale diminuzione è quello dell’importo medio delle bollette, calato del 22%. Questo testimonia come il tema del risparmio idrico e dell’utilizzo intelligente dell’acqua in agricoltura non abbia solo innegabili ricadute ambientali, ma si traduca in un sostanziale risparmio anche per l’agricoltura”.

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