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Economia

La crisi idrica non molla la presa nel Nord

Laghi ai minimi storici per il periodo, temperature sopra la media e poche precipitazioni rischiano di allungare la coda della stagione più siccitosa di sempre anche ai mesi autunnali rischiando di pesare sugli scenari futuri

La grave crisi idrica che ha pesantemente caratterizzato i mesi primaverili e soprattutto quelli estivi appena trascorsi sta proseguendo la sua lunga coda anche nel corso di questo inizio di stagione autunnale nel distretto del fiume Po. La quasi totalità della pianura Padana resta saldamente ancorata ad indicatori idro-meteo-climatici del tutto negativi sotto le medie e le scarse precipitazioni cadute nella prima decade di Ottobre, per lo più in maniera disomogenea sul territorio, non hanno inciso in maniera sufficiente per stravolgere o almeno invertire gli equilibri preesistenti.

Questi i valori attuali delle portate del fiume Po nelle stazioni di riferimento: Piacenza 297 mc/s, a fronte di un valore della media del periodo che dovrebbe invece misurare 770 mc/s; Cremona 387 mc/s, invece di 961 mc/s); Boretto (RE) 447 mc/s, invece di 1015 mc/s); Borgoforte (MN) 502 mc/s, invece di 1126 mc/s; Pontelagoscuro (FE) 498 mc/s, invece di 1213 mc/s.

Le piogge all’orizzonte sono previste solo in chiusura del mese, mentre le temperature registrate nella prima decade di ottobre risultano al di sopra anche di 2/3 gradi nei valori massimi rispetto alle medie del periodo. Oltre a questo va segnalato come il gap idrico accumulato da inizio anno abbia, al contempo, inciso sull’impoverimento delle falde sotterranee che hanno così assorbito quasi tutte le piogge più recenti confermando un generale scenario idrologico – sia del Grande Fiume che quello dei suoi affluenti – assai deficitario.

L’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici, riunitosi per la diciassettesima volta insieme alle Regioni del distretto, alle Agenzie di monitoraggio Arpa e ai portatori di interesse (UTILITALIA, TERNA, ANBI, CNR, CREA, ISPRA, PROTEZIONE CIVILE) per chiudere la stagione estiva, in sostanziale concomitanza con il termine della stagione irrigua, ha fotografato un contesto che presenta ancora un livello di severità idrica piuttosto alto ed in particolare nelle aree di Piemonte e Lombardia dove la “magra estrema” non accenna ad attenuarsi. L’unica nota positiva è rappresentata dalla conclusione delle derivazioni per l’irrigazione delle colture a beneficio del comparto agricolo e la previsione di piogge che ci si augura possano contribuire a mitigare l’impatto negativo che la siccità perdurante di quest’anno rischia di portare come elemento di condizionamento anche del prossimo.

Situazione assai deficitaria anche quella dei laghi alpini che nell’area lombarda presentano livelli di riempimento ai minimi storici con altrettanta minima quantità dei flussi di risorsa idrica rilasciata. Le riserve stoccate sono pesantemente sottodimensionate: Lago Maggiore pieno solo al 19%, Lago di Como al 9%, Lago d’Iseo-d’Idro all’8%, Lago di Garda al 22%. Ad esempio proprio in Lombardia in questo particolare periodo dell’anno la somma delle quantità complessive contenute nei laghi solitamente si aggira attorno ai 550 milioni di metri cubi invasati, mentre oggi se ne registrano solo 169. 

Questo contesto così complesso e critico ha portato tutti i membri dell’Osservatorio a decidere ulteriori prossime sedute per la condivisione degli scenari più aggiornati già nelle prossime settimane. 

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