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Economia

Formazione continua per operatori in zootecnia nell’area del Parmigiano Reggiano

Corso particolarmente partecipato quello in “tecniche di mungitura e qualità del latte” organizzato al Consorzio Agrario di Parma da Araer in collaborazione con Uofaa e sostenuto da CAP , Emilcap e Clca: oltre 40 i futuri operatori specializzati del settore

Il tema della formazione continua e aggiornata per gli operatori in zootecnia (soprattutto in aree del nostro Paese altamente vocate e specializzate come quella dell’area di produzione del formaggio Parmigiano Reggiano), si mantiene sempre attuale, e i corsi di specializzazione necessari  mirano a coinvolgere una platea sempre più ampia di professionalità attorno alla filiera produttiva.

Un ruolo rilevante, in tal senso, hanno gli enti tecnici, come nel caso dell’Associazione Regionale Allevatori dell’Emilia-Romagna (Araer), che proprio in questi giorni ha realizzato un corso altamente qualificato in “Tecniche di mungitura e qualità del latte”. La formazione, svoltasi nella sede del Consorzio agrario, era  indirizzata ad allevatori e a dipendenti di aziende zootecniche a indirizzo latte nel comprensorio di produzione del Parmigiano Reggiano, ed è stata messa in piedi in collaborazione con Uofaa (l’Unione operatori di fecondazione artificiale animale molto attiva in campo formativo con PVI Formazione) e col sostegno del Consorzio Agrario di Parma, di Emilcap e del Clca (Centro Lattiero Caseario e Agroalimentare).

 Le due giornate di full immersion erano desinate a tutti coloro che volevano aggiornare ed arricchire le proprie conoscenze professionali maturate nel corso di esperienze a tempo pieno o part time in aziende zootecniche specializzate nella produzione di latte d’alta qualità, destinato a circuiti produttivi che realizzano lattiero-caseari con determinati requisiti e che rispettino elevati standard di benessere animale. Il corso, partecipato da circa quaranta operatori, è stato organizzato dedicando una parte alla teoria, ospitata presso la sede del Cap di Parma, ed una sessione pratica, presso un allevamento situato nella zona del Comune di Langhirano (PR). Al termine della due giorni è stato rilasciato da Uofaa un attestato di partecipazione valido per gli adempimenti richiesti dall’Azienda Sanitaria Localerispondenti alle disposizioni del servizio veterinario della Regione Emilia-Romagna e alle norme sul Benessere Animale.

 E’ significativo rilevare che il consolidamento della collaborazione in tema di formazione degli addetti nell’area del Parmigiano Reggiano, instaurata anche in questa occasione tra l’Associazione Allevatori e storiche realtà operative sul territorio come ad esempio il Consorzio Agrario di Parma, va a rinsaldare e favorire un processo reale di integrazione fattiva tra i tecnici presenti da sempre a livello locale e le comunità di nuovi lavoratori entrati ormai a far parte, anche da più di una generazione, delle maestranze impegnate nei vari lavori in stalla. Alla tradizionale presenza dei lavoratori indiani della comunità Sikh, molto diffusa nelle operazioni di mungitura anche in altre realtà zootecniche italiane (si pensi ad esempio all’Agro Pontino, nel basso Lazio), si sono andati aggiungendo nel tempo maghrebini ed in genere nordafricani, sia come stagionali che con contratti a più lungo termine. Queste ultime forme contrattuali appaiono più adatte a lavori come quelli riguardanti la mungitura, che richiedono una presenza costante e estesa praticamente tutto l’anno. 

Oltre che alla necessaria formazione di ordine pratico, appare ormai chiaro che questo tipo di figure professionali vadano accompagnate anche in un processo di crescita culturale finalizzato ad un maggior apprendimento delle norme che attengono al rispetto del benessere degli animali in produzione lattiera. La domanda di una formazione di tipo specialistico, anche per venire incontro alla evoluzione, presente e futura, delle normative comunitarie e nazionali in materia di benessere animale, dovrà necessariamente tener conto di una rivisitazione e rimodulazione di una serie di requisiti “ambientali” che coinvolgeranno, sicuramente, il campo delle relazioni sindacali, dei servizi e delle infrastrutture a supporto dei nuclei familiari dei lavoratori, soprattutto di provenienza extracomunitaria, l’integrazione e inclusione scolastica, culturale e lavorativa in un senso più ampio. L’esperienza emiliana-romagnola è indubbiamente già in una fase molto avanzata, considerata la “storicità” della presenza di manodopera straniera nei campi e nelle stalle. Come detto, la collaborazione tra più enti che a vario titolo ruotano attorno alla produzione e commercializzazione di una delle Dop lattiero-casearie più prestigiose e referenziate del nostro Paese va vista con favore anche in un’ottica futura.

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