rotate-mobile
Economia

Il conflitto farà crescere i prezzi di grano, pane e farina: ecco come la spesa dei parmigiani è destinata a cambiare

L'invasione russa in Ucraina farà lievitare il costo degli alimenti base più importanti. Con gravi danni per le famiglie economicamente più deboli

La guerra in Ucraina avrà conseguenze e ripercussioni anche sulla spesa e sulle tasche dei parmigiani. Le catene della grande distribuzione devono prepararsi a una nuova ondata di aumenti dei prezzi di alcuni tipi di pasta, delle farine, del pane e dei dolci. L’invasione russa si trasmetterà dunque direttamente sul paniere della spesa delle famiglie parmigiane (e degli italiani in generale), in uno scenario che vede il nostro Paese minacciato dal punto di vista economico dall’aumento dei prodotti base, quelli più importanti per le famiglie dai redditi più bassi. Fino a oggi, nell’ultimo anno, gli aumenti sulla pasta secca dal produttore al distributore in Italia erano state fra il 20% e il 50%, mentre le grandi catene di supermarket erano riuscite ad assorbire i rincari più consistenti. Ma proprio la guerra in Ucraina rischia di far saltare il banco, mettendo in grossa difficoltà soprattutto le famiglie più deboli economicamente. Sui rincari del gas si è già detto e scritto molto, con le bollette alle stelle e rincari fuori portata per molte famiglie. Adesso il conflitto avrà un impatto in particolare proprio sui prezzi del cibo. I mancati approvvigionamenti dagli Stati interessati dalla guerra faranno salire i prezzi proprio della farine, del pane e dei biscotti, oltre che di certe paste di semola.

La Coldiretti lancia l'allarme: sotto la spinta dell’attacco della Russia all’Ucraina i prezzi del grano sono balzati del 5,7% in un solo giorno raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9.34 dollari a bushel, sugli stessi livelli raggiunti negli anni delle drammatiche rivolte del pane che hanno coinvolto molti Paesi a partire dal nord Africa come Tunisia, Algeria ed Egitto che è il maggior importatore mondiale di grano e dipende soprattutto da Russia e Ucraina. 

L’Ucraina – continua la Coldiretti – ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo) mentre la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale. A preoccupare i mercati è il fatto che le tensioni tra i due Paesi possano frenare le spedizioni dalla Russia e bloccare le spedizioni ucraine dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali con il rischio di inflazioni su beni di consumo primario, carestie e tensioni sociali.

Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il conflitto farà crescere i prezzi di grano, pane e farina: ecco come la spesa dei parmigiani è destinata a cambiare

ParmaToday è in caricamento