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Economia

Il carrello della spesa costa di più: in un anno rincari del 15,8%

Dal 14 aprile a oggi, l'aumento medio dello scontrino è del 27%. Il dato ufficiale Istat del carrello della spesa, su base annua è dell'11%.

Nei giorni scorsi Federconsumatori Parma ha iniziato un’indagine sul campo per misurare l'aumento reale dei prezzi del carrello della spesa nella zona di Parma e provincia. La prima rilevazione ha riguardato una catena di noti discount e la comparazione di due scontrini a distanza di un anno ha portato ad evidenziare rincari del 15,8%, ben sopra il dato inflattivo dell’11,8% diffuso dall’Istat.

Stavolta sono stati esaminati scontrini di spesa online di una catena di primaria importanza. Tale scelta è stata fatta perché la spesa online rappresenta una delle nuove tendenze ma soprattutto perché si tratta di un servizio fondamentale per disabili, anziani e persone che, vuoi per problemi fisici, vuoi per assenza di un'auto per poter fare grandi scorte o per portare oggetti ingombranti, non possono fare diversamente. Non si tratta dunque di un lusso. La consumatrice che ha fornito gli scontrini per l’indagine è costretta alla spesa online da gravi motivi di salute e, sempre per lo stesso motivo, è obbligata ad acquistare prodotti alimentari con particolari caratteristiche che hanno già di partenza un costo elevato.

Il periodo osservato va dal 14 aprile ad oggi, quindi un lasso di tempo breve. L'aumento medio dello scontrino, considerando i prodotti sempre presenti nelle numerose spese, è del 27%, il dato ufficiale Istat del carrello della spesa, su base annua (i nostri scontrini sono calcolati su un semestre) è dell'11%.

Naturalmente il dato Istat è ponderato, il nostro è una media aritmetica, ma la distanza è abissale e il dato ufficiale non dà conto della reale difficoltà delle famiglie. Per fare alcuni esempi dei rincari: prodotti come la panna da cucina senza lattosio registrano aumenti del 60%, i tovaglioli di carta a marchio della catena (private label) crescono del 58%, il latte senza lattosio del 35%, il burro del 58%, la pizza margherita surgelata "private label" cresce del 23%. “Abbiamo voluto dimostrare ancora una volta -spiega Fabrizio Ghidini, presidente di Federconsumatori Parma- quanto la vita reale sia purtroppo distante dai dati ufficiali. L’inflazione fotografata dall’Istat si traduce in aumenti sul carrello della spesa che vanno ben oltre il dato ufficiale e che stanno creando un panico giustificato in tutte le famiglie”.

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